martedì 31 marzo 2009

prima 1 aprile

LA FORMICA ANARCHICA - Il mariuolo isolato e Di Pietro

Teresa Faticoni
Il mariuolo isolato ha colpito ancora. Mario Chiesa, 17 anni e qualche mese dopo quel fatidico 17 gennaio 1992, ritorna in manette per una questione di tangenti, al momento presunte. Dal mariuolo isolato – la definizione veramente gustosissima fu di Bettino Craxi – è partita la più grande frattura italiana dal dopoguerra a oggi. Mani pulite, tangentopoli come si voglia chiamare quegli anni terribili di sospetto e delazione, cominciò proprio quel giorno in cui l’aspirante sindaco socialista di Milano, all’epoca presidente dell’ospizio per anziani Pio Albergo Trivulzio , fu beccato mentre gettava in un water sette milioni di lire incasso di una tangentuccia. Un’immagine raccontata in tutti i modi che suona ridicola. Il mandato di arresto era stato richiesto dall’allora pubblico ministero, incorruttibile de noantri, salvatore di tutti i popoli, raffinato oratore dialettale Antonio Di Pietro. Ora, il più famoso mariuolo ci rifà. Lo hanno beccato per una questione di presunta corruzione in materia di rifiuti, il business del secolo. Lui ha scontato quello che doveva per i fatti del secolo scorso, ha risarcito lo Stato, ha servito per anni i servizi sociali. Come dicono quelli che parlano bene ha scontato il suo debito con la giustizia. Solo che forse c’ha il vizietto e c’è ricascato. Ma forse lo possiamo anche ricordare come quello che ha dato la stura all’ascesa del Di Pietro l’incorruttibile. Come sono andate le cose la storia ce lo dice. Di Pietro è diventato il leader di un partito populista e di opposizione. Che candiderà alle prossime elezioni un altro magistrato, De Magistris, che ha buttato un bel po’ di caciara nel panorama politico italiano. Insomma, il legittimo dubbio che uno per far carriera politica abbia usato i mezzi a sua disposizione per far fuori un po’ di avversari ce lo abbiamo. Il buon gusto e l’opportunità sono proprio un’altra cosa.

CATTIVIK - Come si crea il mostro

Maria Corsetti
Adesso mi spiego perché tutti i giovani che fanno teatro hanno la faccia scocciata. Ieri Franco Cordelli, ovvero l’autorità nel campo della critica teatrale, ha detto che l’arte nel teatro la troviamo nella sperimentazione. Mettere in scena un testo di Shakespeare, così com’è, è artigianato, che può essere altissimo artigianato, ma non è arte. L’arte è stata quella drammaturgica di Shakespeare: il regista è un artigiano. Il discorso, motivato da Cordelli, diventa un diktat e, siccome a nessuno piace definirsi artigiano, ecco che spuntano gli artisti che per prima cosa mettono su la faccia imbronciata. È però mancato il passaggio successivo: Michelangelo era un’artista, affiancato da eccellenti e irripetibili artigiani. Grazie al loro lavoro, alle botteghe artigiane, che a noi sono arrivati capolavori di architettura, di scultura, di pittura. Il problema, dunque, è che tutti si sentono Michelangelo e nessuno vuole andare a lavorare a bottega. La conclusione è che non abbiamo né artigiani, né artisti. E questo vale in tutti i campi.

Sezze - Gigolò on - line, finisce nella rete

Daniela Bianconi
Un gigolò è pur sempre un gigolò. Nell'era multimediale, il nuovo "sciupa femmine" decide di agire sulla rete. Pochi lo avrebbero pensato ma i fatti hanno dimostrato il contrario a sedurre e poi a ricattare con un filmato scottante una donna di 40 anni è stato Gianni Consoli, 32enne di Sezze. L'uomo è stato arrestato dai carabinieri di Monterotondo con l'accusa di estorsione. I fatti risalgono ad un mese fa quando Maria, usiamo un nome di fantasia, un'impiegata di 40 anni divorziata si siede davanti al suo computer e inizia a chattare con il setino in un sito sexy. Dopo alcune conversazioni, alcune delle quali anche un po' spinte accetta di incontrarlo in un albergo. Atmosfera inconfondibile, luci soffuse, rose rosse e champagne per una serata romantica. Peccato che l'uomo - che con ogni probabilità aveva già messo in cantiere di poterla ricattare - abbia deciso di riprenderla con una telecamera nascosta a dovere. Dopo la serata romantica i due si sono risentiti a traverso la chat e in quel preciso istante il piano di Gianni Consoli, già conosciuto per piccoli precedenti penali, è stato messo in prativa. «Se non vuoi che le tue foto in atteggiamenti compromettenti vengano resi di pubblico dominio su internet devi versarmi 1.500 euro». Una minaccia in piena regola. La vittima, che ha i figli in affidamento, anche per timore che gli potessero essere tolti ha deciso di rivolgersi ai carabinieri di Monterotondo. A questo punto su idea dei militari ha teso un tranello ed ha organizzato un appuntamento nel quale avrebbe dovuto consegnare il denaro. L'incontro è stato organizzato in un 'area di servizio e non appena il 32enne ha messo le mani sulla valigia che conteneva il contante è stato arrestato. I carabinieri della stazione di Monterotondo in sinergia con i colleghi di Sezze hanno controllato il suo appartamento e qui hanno trovato un computer e un'agenda, al cui interno erano riportati nomi e nickname di altre donne adescate nella chat, probabili vittime di raggiri simili a quello per cui l'uomo e' stato arrestato. Tutto il materiale è stato sequestrato. Un modo alternativo, ma non certo meno illegale per mettere su una cifra non indifferente. Tutto pur di non lavorare. Un controllo immediato sui siti attraverso i quali il 32enne addescava le sue vittime ha permesso di accertare che il suo “faticoso lavoro” da giugolò gli aveva già fruttato un discreto conto corrente attraverso il quale aveva accumulato una piccola fortuna. Fino a due giorni fa nessuna donna si era ribellata e tutte avevano ceduto al suo fascino, ma quando ci sono i figli in gioco come in questo caso la situazione cambia e per Gianni Consoli si sono aperte le porte del carcere di via Aspromonte.

TERRACINA - Caso Martino, le indagini si spostano nell'ufficio case del Comune

Francesco Avena
Caso Martino, non va avanti solo l’inchiesta sulle assunzioni di dipendenti interinali. Le indagini predisposte dalla procura della Repubblica dopo il suicidio del segretario generale del Comune di Terracina Marino Martino procedono anche sul filone degli alloggi comunali. Insieme a quello delle assunzioni in tempi non consentiti e incidendo oltre il dovuto sul bilancio, è quello relativo alla concessione di alloggi comunali il filone finito sotto la lente degli inquirenti. I magistrati Luigia Spinelli e Chiara Riva spingono per andare fino in fondo. Mentre il terzo filone d’indagine, quello sullo scandalo «Ital telecom» e «Easy park», affidato al pm Giuseppe Miliano, dovrebbe concludersi a breve. Ieri attività parallela per i militari del capitano Alessandro Giordano Atti e del tenente Mario Giacona. In caserma i carabinieri ascoltavano altri dipendenti interinali. Da cui, ancora una volta, sarebbe emerso qualcosa d’interessante ma nessuna svolta clamorosa ai fini dell’indagine che intende accertare le modalità attraverso cui gli interinali dell’agenzia Ge.Vi venissero assunti con contratti a tempo determinato. E se, proprio nel periodo delle elezioni amministrative del 2006, ci siano stati dei clientelismi che facciano presupporre un’ipotesi di «voto di scambio». Mentre si svolgevano gli interrogatori di un’altra decina di interinali, in via Sarti i carabinieri visitavano l’ufficio case del Comune. Ascoltate alcune persone con colloqui informali. I militari avevano bisogno di alcuni chiarimenti riguardo ai documenti acquisiti nei giorni scorsi. Tuttavia non hanno avuto necessità di sequestrare nuova documentazione. Il filone d’inchiesta sulla gestione degli alloggi comunali dunque procede. Un filone che ha prodotto, tra i sette raggiunti da avviso di garanzia, due indagati. Gli impiegati Walter Ceschia e Vincenzo Chiumera. Bocche cucite dei militari su cosa ci sia stato da chiarire da parte del personale nell’ufficio case. Ma la visita nei locali di via Sarti lascia pensare che le ricerche degli inquirenti stiano procedendo a ritmo serrato. Oggi sarà un’altra giornata di colloqui con gli interinali Ge.Vi. assunti dal Comune dal 2001 a oggi. E non è escluso che i carabinieri ascoltino nuove persone per ulteriori chiarimenti in merito alle tre indagini.

GAETA - Contratto Soes, una storia senza fine

Franco Schiano
Ieri 31 marzo scadeva il termine dato dal Consiglio Comunale di Gaeta per la sottoscrizione del contratto tra il Comune e la Soes, per l'affidamento alla stessa ditta, con sede legale in Telese (BN), del servizio gestione parcheggio a pagamento. Termine scaduto senza che la sottoscrizione sia avvenuta. Il motivo – secondo una nota del Comando Polizia Municipale, datata 31 marzo,inviata a tutti gli amministatori– è che non è pervenuta l'informativa antimafia richiesta alla Prefettura di Benevento. Altro la nota non dice, lasciando alla libera interpretazione di chi legge, se il contratto verrà firmato o meno al momento che arriverà questo famoso certificato antimafia. “Nel frattempo, a circa un anno e mezzo dall'esperimento della gara, il servizio viene ancora effettuato senza contratto. – dichiara il consigliere PdL Coscione – E' strano che il certificato antimafia non sia ancora arrivato. Bisognerebbe capire quando è stato richiesto, visto che nella nota non è detto. Voglio sperare che per rispetto del deliberato del Consiglio Comunale gli uffici si siano attivati già dal giorno dopo. Questo ritardo lascia ancora nell'incertezza i lavoratori, con la famosa storia delle 34.000/ore annue da distribuire tra tutti 36 dipendenti dell'azienda e non solo tra gli ausiliari del traffico, con il risultato che questi ultimi percepiscono compensi da fame. Il sospetto che si voglia perdere altro tempo è molto forte, dato che “l'antimafia” non dovrebbe essere un problema visto che questa ditta opera a Gaeta da ormai diversi anni. Mi auguro che questo famoso certificato arrivi presto e che il giorno dopo si firmi questo famoso contratto.” Veramente una storia infinita questa del contratto della Soes, con tutto quello che ne deriva.

TV - Ridateci Vittorio e l’idea che il mondo è migliore

Maria Corsetti
Uffa, e mo' che faccio il lunedì sera? Mi hanno eliminato Vittorio dal Grande Fratello e per me non c'è più ragione di desiderare il ritorno a casa per brandire il telecomando.
Vittorio rappresentava - in realtà ci riesce egregiamente anche fuori la casa - la speranza per tutti, l'idea che il mondo è più buono di come lo si dipinge.
Perché se uno come Vittorio arriva vivo a 40 anni, riesce a sostenersi e - cosa incredibile - a convincersi di quello che fa, ragazzi fatevi avanti che qui non si butta via niente.
Beninteso: a me Vittorio sta simpaticissimo, la sua leggerezza riesce a far mettere in dubbio ogni certezza dell'uomo moderno. Ci fa sentire a tutti come l'unico automobilista contromano sull'autostrada. Non sono i Vittorio che viaggiano in senso opposto sulla nostra stessa carreggiata: siamo noi che stiamo sbagliando.
Ma veniamo a Gerry, accusato da tutti di aver strumentalizzato la propria disabilità. E allora? Cristina si è fatta una sesta di silicone per entrare al Grande Fratello. A qualcuno verrebbe in mente di dire: stai strumentalizzando le tue bellissime gambe, le metti sempre in mostra. Ma la disabilità è brutta, chi se la porta deve essere correct.
Uno che è cieco che deve fare? Finta di vederci?
In qual caso si direbbe che lui nega il suo problema e quindi va aiutato ad accettarlo.
Per cortesia, levate dai salotti (televisivi e non) tutti gli opinionisti simil-psico-sociologi e metteteci Vittorio.

CULTURA - Sentieri d’ascolto, In scena al D’Annunzio “Animenere”

Luisa Guarino
Secondo Franco Cordelli, che ieri mattina ha aperto la XIII edizione di Sentieri d’ascolto al Teatro Cafaro di Latina con un incontro rivolto soprattutto agli studenti delle superiori, la ricerca e l’avanguardia hanno salvato in qualche modo il teatro, permettendogli di passare da quello di ‘mestiere’ realizzato fino agli anni ’60, a quello ‘d’arte’. “Quando avevo la vostra età - dice rivolgendosi agli studenti in platea - andavo a teatro e mi annoiavo. Poi un giorno nel ’63 ho visto “La vita di Galileo”, di Bertolt Brecht di Giorgio Strehler. E qualche anno dopo in una cantina romana in Via Belli che si chiamava Beat ’72 ho assistito a una rappresentazione dell’Amleto diretta da Giuliano Vasilicò. In quelle opere gli attori non recitavano recitando, declamando, amplificando, come era stato fatto fino allora e per almeno quattro secoli. Con rappresentazioni brevi, in cui si parlava pochissimo o per niente e in cui veniva dato spazio al corpo, alla gestualità e alla musica la scena finalmente cambiava”. Cominciava così un processo di svecchiamento, con il teatro immagine, sperimentale, che, abbandonando “mestiere, tecnica e artigianato”, ha permesso di apprezzare il teatro come arte.
In realtà Cordelli, noto e accreditato critico teatrale e scrittore, aveva esordito dicendo di non amare particolarmente il teatro e di preferirgli il cinema. Ma da questo a giudicare positivamente e in toto il teatro sperimentale come se quello tradizionale fosse solo ripetitivo e privo di stimolo ce ne passa. Così, ben venga l’apertura agli studenti per formare il nuovo pubblico, intento primario della rassegna che si svolgerà da oggi a sabato a Latina con il titolo “La scena obliqua”, ma non sono convinta che l’approccio, seppure mediato e preparato, con la drammaturgia contemporanea, di ricerca e d’avanguardia, possa essere la strada giusta per avvicinare i ragazzi al teatro, farglielo conoscere e amare. I cosiddetti classici non sono certo da buttare (anche perché a scuola bene o male si studiano e si leggono: ben venga dunque la loro visione su un palcoscenico, in una veste un po’ diversa e più coinvolgente). In quanto alla noia, sempre più spesso il teatro d’impianto tradizionale si avvale di apporti multimediali, ha belle scene, bei costumi (quando la produzione lo permette) e buona musica. In quanto al teatro di sperimentazione, quanti mostri esso ha generato e continua a generare?
Ma poiché in ogni campo non si può fare di tutt’erba un fascio ben venga questa rassegna, che sicuramente ci stimola e ci incuriosisce, e speriamo che ci emozioni.
Si comincia stasera al Teatro D’Annunzio con inizio alle 21 e ingresso di 7 euro (la carta per i quattro spettacoli costa 12 euro): in scena “Animenere”, una commedia black-noir messa in scena dalla Compagnia Katzenmacher, con l’elaborazione e regia di Alfonso Santagata: il testo è liberamente tratto da “Di questa vita menzogna” di Giuseppe Montesano. Ne saranno interpreti Alfonso Santagata, Antonio Alveario, Donatella Furino, Rossana Gay, Johnny Lodi, Daria Panettieri, Massimiliano Poli. Assistente alla regia Barbara Weigel, direzione tecnica Tommaso Checcucci, tecnico di palcoscenico Francesco Margarolo, amministrazione Rita Campinoti, organizzazione Franco Coda.
“Le Anime Nere - scrive Santagata nelle note di regia - si possono incontrare, ma subito spariscono. Sono come delle apparizioni, insicure, si nascondono, fino al giorno del loro ‘debutto’ che può essere in un ufficio o in televisione, in un grande palazzo di governo, in un basso napoletano. Riempiono, svuotano, distruggono, costruiscono, si moltiplicano...”. Un’altra interessante iniziativa caratterizzerà, ogni pomeriggio, da oggi a sabato, “Sentieri d’ascolto”. Con ingresso libero, dalle 17 alle 20 nella sala conferenze del Palacultura saranno proiettati video di spettacoli cardine della storia del teatro di sperimentazione italiano, da Carmelo Bene a Leo de Berardinis, a Giorgio Barberio Corsetti, ai Magazzini Criminali, alla Societas Raffaello Sanzio, come ha anticipato nel corso dell’incontro di ieri Giancarlo Mancini. Tra lui e Cordelli, a presentare e coordinare l’incontro, il presidente Atcl, Alessandro Berdini.

CATTIVIK

Maria Corsetti
Per me la danza erano le ballerine di Degas. Nuvole color pastello in un Parnaso di zucchero. Da piccola me le mostrava mia madre. Non so perché quei dipinti mi avevano lasciato una grande ammirazione per l'impressionismo, per la tecnica che intuivo così innovativa, e molta meno per le protagoniste. Mi sembravano annoiate, come angeli condannati a stare in un paradiso immobile. La corsa, la pallavolo, il nuoto: l'umanità per me doveva andare a una velocità diversa da quelle ballerine. Tenersi alla larga dagli spettacoli di danza era l'imperativo. Poi un giorno ci vai, ci vai per lavoro. Il Lago dei Cigni, Lo Schiaccianoci e già capisci che Degas mostrava il lavoro "dietro le quinte", lieve e faticosissimo, ripetitivo, ore e ore di esercizi, come angeli condannati a un moto eterno. "Omaggio a Béjart" toglie l'ultima esitazione e consacra per me l'enormità della danza. Ora cerco i dipinti di Degas.

Regina catene, oggi è il giorno del giudizio

Maria Corsetti
O si firma l’accordo oppure si mette nero su bianco che l’accordo non c’è stato. Non ci saranno altre vie d’uscita oggi per i dipendenti della Regina catene, che da venerdì presidiano i cancelli dell’azienda. Ieri l’ultimo tentativo: i lavoratori, accompagnati dai rappresentati sindacali, sono partiti alla volta di Piazza della Libertà per incontrare il prefetto Bruno Frattasi al quale è stato chiesto di attivare la proprietà per una soluzione alternativa alle 18 mobilità e ai 7 contratti a tempo determinato che non saranno rinnovati. Frattasi si è dichiarato disponibile a una mediazione, bisognerà vedere ora cosa calerà sul tavolo la proprietà della Regina catene. Intanto scatta l’ora x: scadono oggi i 75 giorni previsti per attivare la procedura di mobilità. Già da questa mattina la protesta dei dipendenti è destinata a farsi più aspra: si continua con il presidio dei cancelli, mettendo in atto anche il blocco delle merci. Il tutto in attesa di una risposta dall’incontro presso l’Associazione industriali che per legge va fatto oggi stesso.
Questo il punto della situazione con il quale si arriva a uno dei momenti più cruciali della vicenda: la Regina catene ha aperto la procedura di mobilità per 18 dipendenti su 86. Inoltre è stato annunciato che 7 contratti a tempo determinato non saranno rinnovati. Una riduzione significativa, dunque, della complessiva forza lavoro. Per quanto riguarda la proprietà, invece, l’azionista di maggioranza, Carlo Garbagnati, ha sempre delegato a contrattare il consulente Severino Radaelli, che però non si è mai spinto a prendere decisioni. A questo si aggiunga che, a seguito del presidio ai cancelli, messo in atto dai dipendenti - affiancati dai sindacalisti Pierino Ricci e Vincenzo Quaranta della Fiom Cgil, Luigi Ippoliti e Roberto Caccavello della Uilm Uil - l’azienda ha negato la possibilità di effettuare l’assemblea nella mensa e di utilizzare i servizi igienici nel timore che il tutto si traducesse in un’assemblea permanente, o meglio in un’occupazione.

Teatro - Sentieri d’ascolto, entra la Fondazione

Luisa Guarino
Ogni volta che a Latina torna la rassegna di teatro sperimentale “Sentieri d’ascolto”, è come se la scena tirasse un respiro di sollievo: quelle poche rappresentazioni permettono agli appassionati e a tutti gli spettatori che amano vedere cose nuove e confrontarsi con la drammaturgia contemporanea, di non soffrire di complessi d’inferiorità rispetto a chi abita nelle grandi città. Merito di Atcl, Associazione teatrale fra i comuni del Lazio che ha alle spalle venticinque anni di attività, assessorato alla cultura della Regione Lazio, assessorato alla cultura del Comune di Latina, e da quest’anno della Fondazione Palazzo della cultura del capoluogo. Con una sorta di festival concentrato, gli spazi del Palacultura ospiteranno da oggi a sabato 4 aprile non solo spettacoli ma anche incontri e proiezioni. L’iniziativa, che a Latina è stata intitolata “La scena obliqua” (Sentieri d’ascolto, lo ricordiamo, si concentra nei quattro capoluoghi di provincia del Lazio), è stata presentata ieri mattina nei locali della pinacoteca comunale alla presenza dell’assessore alla cultura del Comune Bruno Creo, del presidente della Fondazione Palazzo della cultura Maurizio Galardo, dell’assessore regionale alla cultura Giulia Rodano, del presidente dell’Atcl Alessandro Berdini, e del suo direttore Luca Fornari. “Questo momento rappresenta una crescita per tutti - ha sottolineato il presidente della Fondazione Galardo - anche grazie al coinvolgimento delle scuole, per concorrere alla modernizzazione delle proposte. Con oggi s’inaugura un altro percorso, che completa il cartellone unico realizzato quest’anno con Fascino Latina per l’intera programmazione del Palazzo della cultura”. A sua volta l’assessore Creo, esprimendo la sua soddisfazione per la bella e importante rassegna, ha colto l’occasione per chiedere all’assessore Rodano maggiore attenzione per il sistema museale di Latina “non solo dal punto di vista finanziario ma soprattutto della visibilità”. Una sollecitazione che l’assessore ha mostrato di cogliere con prontezza, “purché le strutture rispondano agli standard previsti. Latina è inserita nel sistema bibliotecario regionale ma non ancora in quello museale: occorrerà far crescere la sinergia”. Per quanto riguarda “Sentieri d’ascolto” a Latina, Rodano ha posto in rilievo “la formazione del pubblico: instaureremo un rapporto, che spero sia molto fecondo, con gli studenti. Punteremo sulla scena innovativa, portando sul palcoscenico il teatro di sperimentazione, ovvero testi e adattamenti basati su nuovi linguaggi, nuove sfide artistiche”. A “La scena obliqua” hanno aderito sette istituti superiori del capoluogo: Liceo pedagogico Manzoni, Istituto per l’agricoltura San Benedetto, Istituto professionale Einaudi, Istituto tecnico industriale Marconi, Liceo classico Alighieri, Liceo politecnico Sani-Salvemini, Liceo scientifico Majorana. Nel mese di marzo gli studenti di queste scuole sono stati coinvolti in incontri propedeutici sulla storia della sperimentazione teatrale in Italia dagli anni ’60 in poi, curati dai critici Luca Archibugi, Paolo Fallai, Attilio Scarpellini. Da mercoledì 1° aprile a sabato 4, ogni sera alle 21, prima al D’Annunzio e poi al Cafaro sarà possibile assistere alle rappresentazioni di quattro fra le compagnie più rappresentative della scena italiana: Katzenmacher di Alfonso Santagata con “Animenere”, Teatro delle Albe di Marco Martinelli con “La canzone degli fp e degli im”, Club Teatro-Remondi&Caporossi con “Sotto l’ombrello, accanto al bastone”, Atir di Serena Sinigaglia con “Natura morta in un fosso”. Il biglietto costa 7 euro, carta speciale per i quattro spettacoli 12 euro (info: botteghino tel. 0773.652642).
Gli spettacoli proposti saranno introdotti dallo scrittore e critico Franco Cordelli oggi alle 11 al teatro Cafaro, con ingresso libero. Inoltre da domani al 4 aprile, nella sala conferenze del Palacultura e sempre con ingresso libero, dalle 17 alle 20 ci saranno delle proiezioni video sugli spettacoli delle compagnie che hanno fatto la storia del teatro d’innovazione in Italia: da Carmelo Bene a Leo De Berardinis, a Giorgio Barberi Squarotti, ai Magazzini Criminali, alla Societas Raffaello Sanzio. Si tratta di vere e proprie chicche, davvero per intenditori, “materiali unici”, ha precisato Berdini.

SCAURI - Omicidio Franchini, preso il secondo assassino

Daniela Bianconi
Una morte atroce, un omicidio dal movente sterile. Un debito di 500 euro non pagato è valso ad uccidere Igor Franchini il ballerino di Scauri. Sin dai primi giorni successivi al ritrovamento del cadavere semi carbonizzato erano emersi due particolari interessanti: il primo è che si trattava di un delitto commesso da mani inesperte e il secondo che c’era più di qualche responsabile. Le numerose coltellate inferte sul giovane sono state inflitte da quattro mani. Questa è la svolta a sui sono arrivati gli investigatori della Squadra Mobile di Latina che hanno collaborato con gli uomini del commissariato di polizia di Formia e con i carabinieri della stazione della città a sud del capoluogo pontino. Ieri mattina poco dopo mezzogiorno a sentire l’inequivocabili rumore delle manette ai polsi è stato Andrea Casciello, 19enne di Scauri ma residente a Frascati dove vive con la mamma. E’ qui che hanno fatto irruzione gli inquirenti. Il 19enne si è trasferito nel paese in provincia di Roma dopo la separazione dei genitori. Ma chi è Andrea Casciello e soprattutto stando alle accuse formulate dal sostituto procuratore Raffaelle Falcione titolare dell’inchiesta quale è stato il suo ruolo nell’omicidio Franchini. Il 19enne è il proprietario dell’appartamento degli orrori dove è stato consumato il delitto e secondo le accuse lui è in stato di fermo di indiziato di delitto con l’accusa di omicidio. Il ragazzo senza alcun precedente penale alle spalle in concorso con il Giovanni Emanuele Morlando – il primo a finire in carcere con l’accusa di omicidio - sarebbe l’esecutore materiale del delitto, eppure inizialmente il suo ruolo sarebbe stato un altro. Quello di supertestimone. A vederci chiaro è il legale di Morlando Cupo Cardillo : «Noi siamo stati ad aspettare il provvedimento nei suoi confronti, perché sapevamo che il suo ruolo era quello di attore protagonista e non di comparsa. Siamo convinti come del resto ha sempre sostenuto il mio assistito che lui non fosse presente al momento del delitto e restiamo convinti del fatto che non il movente dovrebbe essere quello legato alla droga ». Più cauto Vincenzo Macari, il legale di una delle indagate. «Aspettiamo adesso l’esito di tutte le perizie e degli accertamenti che sono stati fatti sul corpo di Igor Franchini e poi vedremo quali saranno gli eventuali sviluppi». La mamma di Andrea Casciello non è immune da colpe. La donna all’epoca è stata iscritta nel registro degli indagati sempre con l’accusa di favoreggiamento perché avrebbe aiutato il figlio a ripulire l’appartamento dopo l’atroce delitto. Risolto anche l’ultimo subbio: il luogo dell’omicidio n questo puzzle che tassello dopo tassello si sta ricomponendo l’atroce quadro. Gli inquirenti ragionando al contrario sapevano che Igor non poteva essere stato ucciso in macchina - qui non ci sono elementi di Dna anche se il calore distrugge le tracce biologiche e l’auto era stata incendiata – non è stato finito nel luogo dove è stato abbandonato probabilmente due giorni prima del ritrovamento, non è stato ucciso a casa del Morlando. Ora abbiamo il luogo e due ipotetici assassini, ma si ha l’impressione che potrebbe non essere finita qui.

GAETA - Il Policlinico del Golfo si farà, forse

Franco Schiano
“La Regione intende portare avanti il Policlinico del Golfo. Nessun passo indietro o tentennamento. I soldi ( 100 milioni) sono già stati stanziati.” - E' quanto ha affermato Sesa Amici, deputata del PD e candidata alla presidenza della Provincia, che insieme a Roberto Morassut, segretario regionale dei democratici e Francesco Carta esponente locale di rilievo del partito di Franceschini, ha fatto un tour del Golfo, toccando vari temi e località.
“ A breve verranno stanziati circa 3 milioni di euro per predisporre la progettazione definitiva del Policlinico del Golfo, che come previsto si farà nella Area dell'ex Eaoli. Area individuata e scelta a suo tempo e che peraltro è già di proprietà regionale. Occorrerà liberala di alcuni servizi importanti che attualmente utilizzano parte di quella struttura, trovando loro una nuova collocazione . Non è più sostenibile mantenere tre ospedali in pochi chilometri.- prosegue l'onorevole Amici – Purtroppo sono finiti i tempi delle vacche grasse, bisogna razionalizzare ed evitare gli sprechi. In questo quadro Formia perderà il Distretto Sanitario che verrà collocato nei locali del “Di Liegro”, dove resteranno alcuni reparti e un pronto soccorso e tutti i servizi del distretto sanitario.”
In pratica è stata confermata la linea già sancita dalla Coiro: si punta tutto su un solo ospedale. Per ora il “Dono Svizzero” poi il Policlinico del Golfo. Il “Di Liegro” è stato formalmente declassato da Ospedale a Presidio di Prossimità, ovvero: ambulatori e un posto di pronto soccorso, che sarebbe meglio definire di primo soccorso, almeno stando ai protocolli a cui siamo finora abituati, che distinguevano appunto tra pronto soccorso(serie A) e primo soccorso (serie B). Adesso – sempre per economizzare – si parla di medicina d'urgenza. Comunque un'ambulanza che porterà a sirene spigate a Formia al “Di Liegro” ancora ci sarà. Per ora.

lunedì 30 marzo 2009

GAETA - Raimondi vola in Europa

Franco Schiano
Raimondi, si candiderà alle Europee del 6 e 7 giugno con il Liberal Democratici di Daniela Melchiorre. Ormai è certo anche se l'annuncio ufficiale verrà dato giovedì prossimo nel corso di una conferenza stampa che sembra si terrà presso l'Hotel Mirasole. Scontata la presenza dell' on. Melchiorre, la bella ed avvenente ex sottosegretaria alla Giustizia del governo Prodi, ora alla guida del movimento fondato da Lamberto Dini, e che sarà capolista in tutte e cinque le circoscrizioni europee. Stando ad alcune anticipazioni, sembra che anche Anthony Raimiondi sarà candidato in tutte e cinque le circoscrizioni italiane. Della candidatura del Sindaco di Gaeta nelle liste della Melchiorre, sono già diversi giorni che se parla. Ultimamente lo hanno fatto sulla stampa alcuni esponenti dell'opposizione consiliare della PdL. Voci mai smentite, anzi alimentate da altre voci che aggiungevano vari particolari “confidenziali”. Come peraltro non sono state mai smentite, prima le voci di una possibile candidatura con il PD (durate poco), e che presto sono state sostituite da altre - più consistenti – che davano il nostro in valutazione di un'offerta giunta dall'Idv. Poi per ragioni che con conosciamo e che probabilmente verranno spiegate nel corso della conferenza stampa di Giovedì 2 Aprile, la candidatura nelle liste di Di Pietro è saltata ed è sortita fuori questa nelle liste della bella Melchiorre.
Della vicinanza politica con l'onorevole Melchiorre ne avevamo già parlato qualche tempo fa. Anzi avevamo ipotizzato che la candidatura nelle liste PD prima, e IDV dopo, erano comunque collegate con il movimento ex diniano LD. Infatti a lungo si era ipotizzato che prima il PD e poi l'IDV, potessero concludere un accordo con i Liberal Democratici, che prevedeva due posti nelle loro liste. Uno di questi due posti sarebbe stato di Raimondi, tramite i buoni uffici del fido Magliuzzi ottimo amico della Melchiorre nonché coordinatore degli LD per il Lazio Meridionale. Poi l'accordo con PD e IDV è saltato e il Movimento della Melchiorre, due settimane fa – dopo un accordo con il Maie (Movimento associativo italiani all'estero) ha deciso di correre da solo.
E allora è scattato il piano B, o piano M(come Magliuzzi), come avevamo anticipato da queste stesse colonne in tempi non sospetti.
Impresa assolutamente non facile sarà per il Movimento LD, quella di raggiungere il quorum del 4%, anche se in una recente intervista la Melchiorre ha dichiarato che il suo movimento punta a uno spazio politico valutato tra il 6 e 8%. Comunque in caso di mancato raggiungimento del quorum resta, per i piccoli partiti come LD, sempre la speranza di essere il “miglior perdente”. Ossia la migliore tra le formazioni che, pur non raggiungendo la soglia del 4%, viene comunque assicurata l'elezione di qualche europarlamentare, ma sopratutto l'accesso ai sostanziosi finanziamenti pubblici, che avevamo cacciato dalla porta ma che sono rientrati dalla finestra dei “rimborsi elettorali”.
Sembra abbastanza scontato dire che la candidatura del Sindaco Raimondi alle europee – a prescindere dal risultato - non mancherà di aver ripercussioni sull'amministrazione della città. Se Raimondi sarà eletto, scatterà la incompatibilità con la carica di Sindaco, con la conseguente caduta dell'amministrazione che dovrà andare a nuove elezioni entro un anno. Poiché Raimondi, ha sempre detto che corre per vincere e non per partecipare, dobbiamo ritenere che la possibilità che tra un anno a Gaeta si rivoti per un nuovo sindaco ci sono.

domenica 29 marzo 2009

TV - Quelli che, pornotelevisione domenicale all’ora di pranzo

Sergio Corsetti
Fallo da dietro. Lo scambio di battutte è imbarazzante. Indisponente anche per chi in genere non si imbarazza. Anche per chi non è abituato a non fare il bacchettone o il moralista. A volte la televisione italiana non si regola. Siamo alle prese con una domenica anomala, una festività senza calcio in considerazione della sosta del campionato di serie A per la partita della nazionale. Eppure chi è a “rota” di calcio in Tv non può mancare neanche alla trasmissione speciale di Simona Ventura. Domenica alle 14.30 su Rai 2 va in onda ugualmente Quelli che il calcio. Ospite Luciano Spalletti, intervistato da Massimo Caputi, che deve rispondere alle provocazioni di Max Giusti, nelle vesti di Franco Trentalance, regista attore di film porno. Per cui la trivialità è la norma, i doppi sensi diventano tripli, quadrupli, alla enne. Narrabili solo i complimenti al mister romanista per la capacità di applicare il 4,3,3 con Spalletti che si adegua e si schernisce per non poter garantire tali prestazioni. Se ce ne fosse ancora bisogno anche la conduttrice Simona Ventura ci mette un bel carico da 90 per non far mancare nulla al momento televisivo. Momento di alta valenza culturale e sociale. Per mettere una pezza a cinque minuti di televisione spazzatura la conduttrice pensa bene di aprire un discorso nuovo e originale: quello della moviola in campo. Mister lei è favorevole. “Sono contrario, sono per il no alla moviola in campo sarebbe di difficile gestione – dice Spalletti – eppoi preferisco che ci sia qualche errore degli arbitri”. La delusione è dipinta sul volto della conduttrice. Meglio i falli da dietro.

LA FORMICA ATOMICA - Zottola lassace piagne da soli

Lidano Grassucci
Se tutti vanno da una parte e solo uno va da un'altra il nostro o è un genio o sta sbagliando. Di geni in giro ce ne sono pochi: dopo Woody Allen, Marx e Dio non se ne ricordano. Ergo se ogni volta che diventa presidente della Camera di commercio Zottola succede il caos e intervengono i giudici amministrativi ogni atto, qualche risposta il nostro se la dovrebbe dare. Da quando è diventato presidente la Camera sta autodistruggendosi, non eroga alcun servizio: chiusa la struttura per la formazione (Step), chiusa quella per l'internazionalizzazione (Seci), fine delle politiche per il credito (Intrafidi). La struttura è in grado di fare qualche certificato. Zottola è un re Mida al contrario. Mida trasformata tutto ciò che tocca in oro, Zottola in una valanga di ricorsi.
In una situazione normale, non essendo Woody Allen, non essendo Marx e manco Dio, e, onestamente, è più ben fatto di Brunetta, dovrebbe avere il buon gusto di lasciar perdere, di passare la mano.
Ma in Italia si sentono tutti indispensabili. Forse, caro Enzo, non te lo hanno detto e mi prendo la briga di dirtelo io che ti sono stato amico, non ricambiato, lassa perde, non è roba per te. Torna a Gaeta e fa qualche cenetta di nostalgici di Franceschiello. A Roma durante la guerra tedeschi e americani cercavano di prendere la città, su un muro apparve una scritta: “lassatece piagne da soli”.
Zottola lassace passa sta crisi da soli, statte fermo, non fa niente.

SABAUDIA - San Donato e Bella Farnia for Lucci sindaco

Antonio Picano
San Donato e Bella Farnia for Maurizio Lucci sindaco. Questo il riscontro finale di due riunioni svoltesi nei giorni scorsi, nel corso del quale, nel segno della continuità, grossi settori delle due frazioni di Sabaudia avrebbero riconfermato il loro appoggio alla candidatura dell’attuale primo cittadino, in carica con funzioni di reggente dalla prematura e dolorosa scomparsa di Alessandro Maracchioni. Alla prima assemblea, tenutasi giovedì 26 marzo, presso l’azienda metal-meccanica Morelli di Borgo San Donato, oltre a numerosi residenti, hanno partecipato diversi rappresentanti del mondo imprenditoriale locale ed alcuni componenti dell’Associazione “Alleanza per Sabaudia” (tra cui Carlo Colonci, Luigi Bettin, Antonella La Rosa, Nando Pacini, Oreste Pacini). Argomento di discussione, naturalmente, il borgo e le sue impellenti esigenze. Che investono la situazione della zona industriale, il miglioramento della viabilità, il completamento delle opere di urbanizzazione, l’ampliamento della zona commerciale sulla S.S. 148 Pontina, l’attivazione della palestra scolastica, l’approvazione finale del piano di zona relativo all’edilizia residenziale popolare di Borgo San Donato per dare risposte alle cooperative formate da coppie bisognose di case ad edilizia agevolata. Il giorno successivo, invece, presso il Settore Lavori Pubblici del Comune, Maurizio Lucci, assistito dal personale dell’Ufficio Tecnico Comunale, assecondando le pressanti richieste dei cittadini di Bella Farnia, ha incontrato l’ex consigliere comunale Rino Garlant e i membri dell’Associazione Amici di Bella Farnia. Sul tavolo del dialogo il completamento del Centro Sociale Polivalente ivi ubicato e la sistemazione dell’area circostante, la riqualificazione dell’intero comprensorio di Bella Farnia e le attività a favore del borgo a metà strada tra Sabaudia e Latina, previste dal nuovo programma di governo. “Nel corso di entrambi gli incontri – si legge nell’apposito comunicato diffuso dal coordinamento di Alleanza Nazionale - i presenti hanno ribadito al Sindaco facente funzione Lucci il proprio apprezzamento per il lavoro sin qui svolto, sottolineando la necessità di proseguire in un’ottica di continuità politico-amministrativa sulla strada intrapresa, evidenziando quindi il proprio sostegno alla sua candidatura a Sindaco del Popolo della Libertà nella prossima tornata elettorale comunale”. E’ questa la risposta di Alleanza Nazionale a Forza Italia che proprio un paio di giorni fa aveva annunciato la costituzione di due comitati a sostegno della candidatura a sindaco per il Popolo della Libertà dell’azzurro Giovanni Secci nelle frazioni periferiche di Borgo Vodice e dello stesso San Donato. Almeno a livello locale non sembra esserci ancora accordo a Sabaudia, quindi, su chi dovrà correre per la poltrona più prestigiosa del Comune sventolando la bandiera del nuovo soggetto unico del centrodestra, nato ufficialmente lo scorso week-end alla Fiera di Roma. Toccherà quindi al direttivo provinciale del Pdl, una volta insediatosi, sciogliere la matassa e mediare affinché non vi siano divisioni interne, come accadde nel 2007, alle passate elezioni per il rinnovo del Consiglio Comunale.

Latina - Silvia, regina tra le Regine

Luisa Guarino
Agli appassionati e intenditori di musica non sarà sfuggita un’artista come Silvia Mezzanotte, che dopo un esordio un po’ in sordina a Sanremo nel ’90 e una lunga gavetta, è stata la voce dei Matia Bazar dal 1999 al 2004, per poi riprendere a cantare da solista. Ma vederla e sentirla dal vivo sul palcoscenico del D’Annunzio per due ore è tutto un altro discorso. Una magnifica conferma per chi la conosce bene, come i supporter del suo Fan Club pontino, entusiasti in sala per applaudirla; una piacevolissima sorpresa per il resto del pubblico. Sorprendente Silvia, dunque, che venerdì sera ha regalato al pubblico di Latina un concerto spettacolo di altissimo livello intitolato “Regine”, dedicato appunto alle più grandi regine della musica internazionale. Scelte molto attente, originali e mai banali, motivate non solo dallo spessore delle artiste cui Silvia rende omaggio, ma anche dalla loro stessa vita “spesso difficile”. Intorno a lei, un trio di splendidi musicisti: Pino De Fazio, che ha curato tutti gli arrangiamenti dei pezzi, al pianoforte; Luca Cantelli al contrabbasso; Max Govoni alla batteria, “compagni di gioco, amici”, come ha detto la cantante stessa, prima ancora che validi strumentisti. Grazie alle atmosfere che strumenti e voce hanno saputo di volta in volta creare, in un percorso che ha attraversato tempo, continenti e lingue (sette per la cronaca), Silvia Mezzanotte ha presentato le più grandi signore del palcoscenico, con le loro canzoni da lei “spogliate e poi rivestite” perché diventassero una cosa diversa, una sua personalissima rilettura.
E i registri di Silvia, partendo da una voce straordinaria e duttile, cambiano in continuazione: sono intensi, intimi, ma anche gioiosi, allegri, hanno sapore di teatro, e con un piccolo tocco aggiungono alla scena quell’elemento che fa la differenza. Silvia è molto raffinata, non solo nel look ma anche nella scelta dei particolari: con un paio di lunghi guanti neri è la Rita Hayworth di Amado mio, mentre con uno scialle rosso canta l’Habanera di Maria Callas; si sfila i sandali per l’Ave Maria di Gounod, di cui ha scritto personalmente il testo: un’idea che le è venuta dopo aver ascoltato la versione in inglese di Noa. E beve l’acqua con il bicchiere, perché lo fa davanti a tutti: e dalla bottiglietta sarebbe davvero una caduta di stile. I brani scorrono via veloci, una sorpresa dopo l’altra: perché sono sì inconfondibili ma tutti alla sua maniera. Con le scelte e l’interpretazione Silvia racconta e regala al suo pubblico tutto di sé: con generosità, calore e umiltà. La timidezza di bambina sembra vinta. L’artista devolve parte degli incassi dei suoi concerti a Pangea onlus, associazione che si occupa del riscatto economico e sociale delle donne “perché ogni donna possa trovare la regina che è in lei”. Le due ore sono passate. Silvia Mezzanotte saluta il pubblico e ringrazia chi ha reso possibile il suo concerto a Latina: oltre ai collaboratori e allo staff tecnico, l’assessore alla cultura del Comune, Bruno Creo, la Pro Loco di Latina, l’Associazione culturale Orange Dream, l’Associazione Batta onlus.
(Le foto sono di Morena Valente del Fan Club).

Stagione Fita - Cinque in una stanza, che guaio

Luisa Guarino
Per il suo penultimo appuntamento in cartellone per la stagione 2008-2009, la Fita di Latina ha presentato nel week end al Teatro Cafaro la commedia brillante in due atti “Coabitazione” scritta da Luciana Luppi, interpretata dalla compagnia di Isernia Le maschere nude e diretta da Mario Farina. In scena, in ordine di apparizione Lina Fantini (Amelia), Antonella Martino (Zaira), Simona Boccia (Greta), Valentina Colantuono (Dorotea), Pino Minutillo (Dante). Scenografia Luigi di Benedetto; luci e fonica Ercole Antenucci; trucco Rosa Rocchio; costumi atelier Le maschere nude, aiuto regia Lina Fantini. Regia di Mario Farina. La compagnia, ospite per l’ottava volta della rassegna amatoriale pontina, svolge un’intensa attività teatrale su tutto il territorio nazionale e si occupa anche di formazione in fonetica, fonazione, dizione, mimica e recitazione. “Coabitazione” è la storia di quattro donne che, per una serie di situazioni paradossali, vivono insieme in un piccolo appartamento, con tutti i problemi che una coabitazione forzata e per giunta prolungata comporta: cucina e bagno in comune, letti a castello, un divano e addirittura un materassino gonfiabile, tutto nella stessa stanza. Secondo Luciana Luppi, Amelia, Zaira, Greta e Dorotea non sono semplici figure femminili proiettate nel quotidiano (la vicenda è ambientata negli anni ’70 ma i problemi di ‘coabitazione’ sono ancora oggi più che attuali), ma espressione delle diverse sfaccettature dell’animo femminile - si legge nelle note di regia -: dolci, passionali, aggressive e sognatrici. Esse percepiscono e vivono le fasi di quell’emancipazione femminile, così sentita tra fine anni ‘60 e anni ’70, ognuna con il proprio essere e sentirsi donna.
“Sul palcoscenico - conclude il pieghevole di presentazione - esse celano, con sottile ironia e una punta di sarcasmo, tutte le difficoltà del gentil sesso nel prendere consapevolezza di sé in quegli anni tumultuosi”. Ma sinceramente, con tutto il rispetto per regista e interpreti, nell’opera ironia e sarcasmo si vedono davvero poco, e i caratteri delle quattro ‘forzate coinquiline’ non appaiono abbastanza delineati. L’unica che si differenzia è la povera ‘padrona di casa’, Amelia (Lina Fantini) anche se alle volte è un po’ troppo sopra le righe (cioè oltre quello che l’esasperazione del suo personaggio richieda). Una ‘menzione speciale’ all’unico uomo della commedia, Pino Minutillo (Dante), che per questa commedia si è messo generosamente al servizio delle colleghe. Parte dell’incasso delle due rappresentazioni, di sabato sera e domenica pomeriggio, è andata rispettivamente al gruppo di Protezione civile “Passo Genovese” e all’Associazione “Io domani”. Prossimo e ultimo appuntamento del XIII cartellone Fita, il 18 e 19 aprile con “La scuola delle mogli” di Molière, della compagnia Trasimenoteatro di Castiglione del Lago.

LATINA - Una vita per il commercio

Maria Corsetti
La platea del Teatro D'Annunzio piena, gli applausi che accompagnano ognuno dei duecento premiati, i vestiti buoni della domenica, le famiglie riunite intorno a chi, con la tenacia della sua attività merita un riconoscimento: è stata così la festa della 50&Più Fenacom che ieri ha insignito delle "Aquile" - d'argento, d'oro e di diamante - gli associati che con il loro lavoro hanno scritto pagine importanti del commercio nel Lazio. Promossa nel 1974 dalla Confcommercio, la 50&Più Fenacom - articolata in 103 sedi provinciali, 20 unioni regionali e presente in 450 comuni, con sedi anche in Belgio, Australia, Canada, Brasile e Argentina - negli anni saputo sviluppare una politica propositiva e innovativa a favore degli anziani. Ma, a guardarli ieri, la domanda era: dove sono gli anziani? Solo l'anagrafe potrebbe rivelare la vera età di tante persone che vediamo attivissime ogni giorno dietro i banconi delle loro attività. Con i figli e i figli dei figli al loro fianco, uomini e donne che hanno saputo interpretare i tempi. I veterani, le aquile di diamante con più di cinquanta anni di attività, sono passati dal dopoguerra all'epoca di internet mantenendo intatta la voglia di fare. La crisi? Per loro non è affatto la prima e - a guardarla bene - neanche la più drammatica. Il vero problema? La capacità di essere disposti al sacrificio. I giovani? Debbono imparare il mestiere guardando alla tradizione. è richiamando l’attenzione su questi punti fondamentali che il presidente regionale Fenacom 50&Più, Orlando Iannello, apre la manifestazione: «L'onorificenza dei maestri del commercio - spiega - costituisce un premio per una vita trascorsa al servizio degli altri. Fatta di sacrifici che abbiamo imposto a noi e alle nostre famiglie per continuare ad alzare la serranda delle nostre attività commerciali».
Con lui, al tavolo dei relatori, ci sono l'assessore regionale alle attività produttive, Francesco De Angelis, l'assessore comunale al commercio, Alessandro Calvi, il presidente Confcommercio, Vincenzo Zottola, il presidente Ascom Confcommercio Italo Di Cocco, il presidente della commissione turismo della Regione Lazio, Domenico Di Resta, e i presidenti provinciali di Fenacom 50&Più di Latina, Vincenzo Mangione, di Frosinone, Enea Straccamore, di Viterbo, Benito Gori, e di Roma, Giuseppe Martino. «La crisi che stiamo attraversando - ha detto l’assessore De Angelis - deve essere fronteggiata con interventi straordinari delle istituzioni. Noi come regione siamo pronti con diversi strumenti legislativi ad intervenire per rendere meno duro il momento di congiuntura». Quindi la consegna dei premi ai "maestri del commercio" con l'Aquila d'argento agli operatori con oltre 25 anni di attività, l'Aquila d'oro agli operatori con oltre 40 anni di attività, mentre agli imprenditori con oltre 50 anni di lavoro alle spalle è stata consegnata l'Aquila di diamante. La giornata si è conclusa con un banchetto a Villa Patrizia, il ristorante di Italo Di Cocco, una vera icona del commercio pontino.

GAETA - Il Grande Bluff dell'Avir.

Franco Schiano
Nel grande Gioco dell'Oca del Progetto di riqualificazione dell'ex area Vetreria, ieri è uscita la casella “Torna al Punto di Partenza”. Così in un certo senso si può interpretare la nota, inviata a tutti i capigruppo consiliari e ai membri della Commissione LL.PP. e Urbanistica, dal dirigente del VII Settore, Astarita e dall'assessore all'Urbanistica Avitabile, con la quale si dichiara “carente” e “in contrasto con gli atti consiliari” il progetto della Gaim sull'area ex AVIR.
Si tratta si una sostanziale bocciatura del progetto AVIR presentato a febbraio al Cinema Ariston. Ad affermarlo, in una nota diffusa ieri, è il Capogruppo UDC Matarazzo, “per denunciare all'opinione pubblica il “Grande Bluff” posto in essere (per finalità oscure e non limpide) dal Sindaco Raimondi.”
Infatti, prosegue Matarazzo:” con nota del 26 marzo 2009 il Settore VII dell'Urbanistica (da elogiare per il comportamento finora chiaro e trasparente) ha comunicato che il nuovo progetto presentato dalla soc. GAIM srl in data 25/02/2009 è stato di fatto contestato e bocciato. Con nota del 23/03/2009 sono stati richiesti, dall'Ufficio comunale competente ( VII Settore ndr), ulteriori chiarimenti e precisazioni (per esempio gli standards urbanistici non sono stati rispettati e non è stato rispettato l'indice di fabbricabilità fondiaria).”
Inoltre, nel prosieguo della nota, l'esponente dell'UDC retoricamente si chiede:”Perché il Sindaco Raimondi ha posto in essere "la farsa" del 1° febbraio al Teatro Ariston presentando un progetto della Gaim srl già bocciato? Perchè il Presidente della Commissione Urbanistica Padovani annuncia in Consiglio Comunale una commissione urbanistica che poi non convoca??”
Matarazzo, rivendicando il ruolo propositivo sempre svolto in consiglio dal suo partito, censura “il modo d'agire superficiale del Sindaco e chiede chiarezza alla maggioranza dei consiglieri.” affermando in conclusione che” non è possibile emettere comunicati trionfalistici sapendo di mentire in quanto ad oggi non esiste una ipotesi progettuale valida, legittima e coerente con la Legge e gli indirizzi del Consiglio Comunale. Ma solo Bluff.”
Aldilà, dei toni – da opposizione – usati dal capogruppo dell'UDC, sembra abbastanza chiaro che la relazione dell'ufficio tecnico, pur con compromettendo in maniera definitiva l'iter del progetto, sul piano della comunicazione di fatto tira un brutto colpo all'immagine mediatica del Sindaco, almeno in riferimento alla famosa mattinata all'Ariston. Certo involontariamente, gli uffici lo hanno parzialmente smentito, certificando che il progetto lì presentato, non sarà quello definitivo. Sul piano sostanziale si tratterà di aspettare qualche altro mese per poter avere cognizione di un'ulteriore stesura che tenga conto dei rilievi mossi dall'Ufficio. Progetto che comunque – stando a quanto è emerso dalla relazione – dovrà essere ulteriormente ridimensionato. Se ne riparlerà quindi dopo le elezioni di giugno, sempre che lo permetteranno i risultati elettorali e gli smottamenti e riposizionamenti in atto, che potrebbero incidere anche sugli equilibri attuali del Consiglio.

sabato 28 marzo 2009

Pdl e liberalismo, la scommessa

Lidano Grassucci
La rivoluzione liberale. Ogni tanto il tema riemerge, ieri lo ha tirato fuori il presidente Berlusconi nel tentativo di definire il Popolo della Libertà, il partito nuovo. Ma cos’è questo liberalismo? Cosa vuol dire essere liberali? E cosa significa essere liberali in Italia?
Mi permetto di rispondere a queste domande perché spesso l’Arcinormale viene tacciato di populismo, di qualunquismo e di furberie di schieramento. Liberale è chi mette al centro del suo agire politico la libertà. Libertà di intraprendere, di sperare, di lavorare, di parlare, ma anche di sperare, di pregare come gli va, di vivere alla grande o meditando se gli aggrada, di pregare come vuole dove lo ritiene, o di non pregare affatto se non ne ha voglia.
Liberale è stare con questa Italia che i liberali e solo loro hanno voluto contro preti, eremiti, intellettuali, codini di re e corone.
Quindi hai per nemico i dittatori, tutti nessuno escluso, i clerici, tutti nessuno escluso.
I primi ministri liberali piemontesi dell’Italia unita consideravano il ruolo pubblico come servizio da dare, pro tempore, allo Stato e quando finivano i soldi scrivevano al papà in Piemonte per dirgli: “Ho finito i soldi, mi dimetto e presto torno a casa”.
Liberale è rispetto delle idee degli altri quanto rigore nel far rispettare le decisioni una volta assunte.
Allora cosa è illiberale? L’idea che chi svolge un servizio pubblico ha altro padrone dalla Repubblica; l’idea che il servizio pubblico possa portare a vantaggi privati; l’idea che la mia posizione nella società è inamovibile e debbo impedire ai giovani di sostituirmi; l’idea delle corporazioni, degli ordini, delle garanzie alle imprese che le escludono dal mercato.
E’ capace Berlusconi di fare questo?
E’ capace il Pdl di diventare questo e di dire alla Chiesa che le sue regole morali giuste e sacre per chi le vuol seguire sono “niente” per lo Stato che deve rispettare l’uomo come è e non nel percorso per andare in paradiso?
E’ capace il Pdl di dire, come Cavour, che la Chiesa è libera se lo Stato è libero dalla Chiesa.
Allora sarà un grande partito della destra europea, altrimenti c’è il rischio che sia solo un contenitore elettorale, un Pd dall’altra parte.

TERARCINA - Dieci interinali interrogati, lunedì si continua

Francesco Avena
Dieci dipendenti interinali in servizio sugli arenili gestiti dal Comune ieri sono stati ascoltati dai carabinieri. Domani proseguono gli interrogatori informali. I militari su predisposizione della procura ascoltano gli interinali assunti tramite l’agenzia Ge.Vi nel 2006, l’anno in cui si sono svolte le elezioni amministrative e in cui vennero incamerati 69 dipendenti sugli arenili gestiti dal Comune. Numero che, l’anno successivo e a parità di servizio, si abbassa fino a 39 unità. Quasi il doppio dei lavoratori assunti in coincidenza con le elezioni. Un caso? Gli inquirenti che hanno ascoltato ieri i primi dieci tra gli oltre 200 dipendenti che verranno chiamati a rapporto in caserma vogliono accertare se possa essersi verificato il cosiddetto voto di scambio. In pratica un favore incrociato tra chi offriva un aiuto per il lavoro stagionale e chi poteva portare voti utili alle urne. Un’ipotesi che al momento resta tale, e che dovrà essere accertata nei minimi particolari prima di poter diventare un vero e proprio capo d’accusa. Come si è stati assunti? Che procedure sono state seguite per accedere a quel posto di lavoro? Quale il rapporto dell’agenzia Ge.Vi con gli interinali? E i politici, hanno segnalato qualche nominativo? Probabilmente le persone ascoltate si sono sentite rivolgere queste domande dai carabinieri, che valuteranno le risposte di ogni singolo interinale assunto in quel giugno del 2006. Bocche cucite sugli esiti dei primi colloqui.

Il cammino della chiesa

Leone D'Ambrosio
È appena uscito il terzo volume di Don Giovanni Lerose “Chiesa pontina in cammino 1995-2004”, con la prefazione del vescovo monsignor Giuseppe Petrocchi, dieci anni di editoriali apparsi nell’inserto domenicale “Latina Sette” di Avvenire, di cui è direttore da oltre trenta anni dell’Ufficio diocesano per le comunicazioni sociali.
“Don Giovanni Lerose continua, con spirito di cronista e amore di sacerdote, a restituirci frammenti del nostro vissuto recente- scrive monsignor Petrocchi- elementi preziosi per una memoria collettiva che rischia sovente l’oblio, o seleziona (com’è naturale che sia, ma con tutte le arbitrarietà che le sono connesse) in modo irrimediabilmente parziale.”
Don Giovanni Lerose, analizza, quindi, la vita sociale, politica e religiosa della diocesi di Latina, Terracina, Sezze e Priverno, degli ultimi trent’anni. E lo fa con occhio attento a tutto ciò che accade sul territorio. Dall’incontro sacerdotale con il vescovo Pecile, al messaggio di monsignor Giuseppe Petrocchi nuovo Pastore della Chiesa Pontina, alla tragica scomparsa di don Cesare Boschin, dall’incontro con don Oreste Benzi, alla santità di Tommaso da Cori, dal Giubileo diocesano a Roma, alla morte di monsignor Arrigo Pintonello, dal centenario di Santa Maria Goretti all’ultimo saluto di don Adriano Bragazzi e all’impegno politico dei cristiani.
Don Giovanni Lerose ha raccontato in queste duecentoventidue pagine la storia di Latina e della sua diocesi. Il cammino di una Chiesa che alla base di tutto ha una volontà che non si richiude in una introversa difesa della propria identità, ma vuole spendersi dentro la storia.
“Fare memoria!- esorta ancora il vescovo Petrocchi- Sì, perché è a quest’esigenza che risponde la decisione di raccogliere, in tre volumi, i numerosi articoli sparsi nell’arco di un decennio.”
Questa fatica letteraria arricchisce sicuramente di testimonianze e documentazioni la Chiesa Pontina nel suo cammino quotidiano. E, il decennio che stiamo vivendo raccoglie l’eredità del Grande Giubileo del 2000 negli orientamenti pastorali che i vescovi italiani hanno fissato in “Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia”.

Guercio: «Pdl, un partito non di leader ma del popolo»

Alessia Tomasini
«Un’intuizione geniale». Maurizio Guercio aveva definito così l’ipotesi di trasformare il centrodestra, inteso come tutti i partiti che ne fanno parte, in una grande casa comune. Sono trascorsi due anni in cui l’assessore all’arredo urbano del Comune di Latina ha combattuto per spiegare, fuori e dentro Alleanza nazionale, che la nascita del Popolo della libertà era un passaggio inevitabile in cui il rinnovamento passava per obiettivi, nomi e volti. La scelta di entrare a far parte del Popolo della libertà era un passo decisivo per chi come Forza Italia ed Alleanza nazionale sono alleati da sempre ma uniti da mai. «Il progetto Popolo della libertà è stato sin dalle prime battute una sfida che comporta una rivoluzione culturale oltre che politica. Questo perchè siamo chiamati - spiega Guercio - non solo a contribuire a realizzare schemi organizzativi e organigrammi, ma alla definizione di una tavola di valori per una politica nuova». La lunga marcia verso il restyling del centrodestra è terminata. Il congresso nazionale del Pdl termina oggi. Guercio, in qualità di quadro dirigente di An, ha preso parte ad un momento che entra di diritto nella storia italiana. Il percorso, che culmina negli applausi che hanno riempito la sala della Fiera di Roma, non è stato dei più semplici ma in An c’è la voglia di affermare e di affermarsi quali protagonisti di un cambiamento radicale. «La spinta giusta sta nella partecipazione di tutti all’elaborazione di un progetto nuovo e coerente con la propria storia - continua Guercio - soprattutto sotto il profilo culturale anche al di fuori di vecchie logiche di poltrona. Il Pdl oggi non è un evento politico ma il più grande partito italiano in grado di dare all’Italia e alla nostra provincia un assetto nuovo che si radica sui valori della tradizione italiana». Su tutto una competizione che si apre su un futuro che vede protagonista il cambiamento. L’obiettivo è creare un mix tra novità e continuità per contrapporre il centro destra al Partito democratico. Senza scorciatoie o puzzle di partiti. Il nuovo soggetto nasce da un processo costituente che passa dalla base, quella dei consensi, del centrodestra. Per mettere in pratica questa evoluzione, lunga e difficile, si deve creare una nuova classe dirigente. «Non si devono temere i cambiamenti soprattutto quando – spiega Guercio – come in questo caso sono il primo passo verso un passaggio richiesto e votato con grandi numeri dai cittadini e dalla politica che sentono improrogabile la necessità di lasciare il bipartitismo per il bipolarismo». Latina e i suoi rappresentanti in questa fase hanno sofferto. E’ mancata la capacità di far sentire la propria voce, di autodeterminarsi. «Spesso si ha la tendenza a confondere la crescita di un partito con la cancellazione della tradizione e delle radici da cui proviene. Il cuore di An continuerà sempre – continua Maurizio Guercio – a battere in sintonia con il suo passato. La vera sfida sta proprio nella capacità di portare nel Pdl il nostro orgoglio di identità e di nascita perché solo così si potrà creare un vero senso di appartenenza». Il partito patriottico, liberale e cattolico creato da Gianfranco Fini è una formazione politica che, nonostante alcuni scossoni, rappresenta l’unica destra possibile. Questo principio resta intatto anche all’interno del Popolo della libertà. «Quando sono entrato nel padiglione della Fiera di Roma - spiega Guercio - ho avuto la certezza che l’intuizione era giusta. Il Pdl esiste già, ora dobbiamo riuscire a radicarlo sul nostro territorio senza timori ma con la stessa lungimiranza e capacità organizzativa che ci ha sempre contraddistinto». L’ultima fase sarà dedicata alla scelta dei leader. «La capacità sta nel fare del Pdl non un partito del leader ma un partito del popolo. Solo in questo modo - conclude Guercio - ogni ulteriore passaggio sarà indolore e condiviso. Abbiamo i numeri, l’intelligenza e le persone giuste per farlo». Quindi? Come ha detto Guercio il grosso è fatto, la strada è tracciata. Resta da vedere se il Pdl sarà capace di superare gli ostacoli. Il primo e più consistente dei quali sta nella coniugazione del partito del leader (Forza Italia) con quello (Alleanza nazionale) che è il più importante partito del Novecento con una struttura che non scomparirà facilmente.

prima 28 marzo

venerdì 27 marzo 2009

GAETA - L'AVIR... tra i due mari. Tra Pua e Waterfont

Franco Schiano
Per ieri era stata annunciata una seduta della commissione urbanistica sull'Avir. Poi è stata annullata. In compenso si è tenuta a Roma – sul progetto AVIR - un'audizione pubblica della Commissione Urbanistica Regionale presieduta da Claudio Moscadelli, che ha ascoltato i rappresentanti dell'Associazione contro le Mafie “Caponetto”, della ConfCommercio Provinciale e dell'Associazione ex Vetrai. Per quanto riguarda la riqualificazione dell'ex Avir, sembra che la commissione abbia stabilito di inviare al sindaco una lettera in cui si ribadiscono le procedure da seguire per attuare l'intervento previsto (procedura ordinaria di variante al PRG invece che procedura accelerata per le riconversioni dei siti industriali?). Vedremo. Ma torniamo a noi.
Dopo il famoso giorno dell'Ariston, quando sembrava che il giorno dopo stessero per iniziare i lavori, nulla è ancora accaduto. Ufficialmente è come se il progetto non esistesse ancora. Stanno facendo gli ultimo ritocchi migliorativi, dicono i soliti bene informati. Insomma manca ancora qualcosa.
Non vorremmo che a mancare, oltre qualche tavola progettuale, sia anche qualche manina disposta ad alzarsi in consiglio.
L'Avir a Gaeta è il centro di tutta la politica della sua amministrazione attuale. Già in gennaio alcuni consiglieri preoccupati che il PUA rimanesse troppo a lungo nei cassetti dell'assessore, fecero intendere che se non s'avviava il Piano Spiagge ( Riviera di Ponente), non c'era fretta a far viaggiare l'Avir. Qualche settimana dopo il PUA è uscito dai cassetti ed ha cominciato il suo cammino, né facile né breve. Un caso naturalmente, nessun nesso con le dichiarazioni a mezzo stampa di alcuni consiglieri di maggioranza.
Una coincidenza che però sembra aver fatto scuola.
Ora sembra essere arrivato il momento della Riviera di Levante (da Punta Stendardo al fossato Pontone) ovvero il cosi detto Waterfront, a passare davanti all'AVIR.
A “sollecitare l’ufficio di presidenza e gli assessori competenti a mettere in essere tutti gli adempimenti necessari ad una discussione nel breve termine finalizzata a dare risposte certe alle numerose istanze e progetti che si pongono come obbiettivo quello di riqualificare e creare sviluppo economico nei diversi settori (cantieristica, portualità turistica, portualità commerciale, ecc…) così come da programma dell’attuale Amministrazione.” sono stati i Consiglieri Fabrizio Ciccariello e Daniele Paone, con una lettera inviata, una decina di giorni fa, al Presidente del Consiglio.
I toni sono tranquilli, e nella lettera non ci sono minacce. Ma è assai probabile che, appena dopo il bilancio, si discuterà prima del Waterfront e poi dell'AVIR, come è avvenuto per il PUA.
A Gaeta, l'Avir è come un sole. Al centro del sistema politico e dei suoi equilibri. A ben guardare, è anche centro geografico, al centro tra i due mari, uniti dal “Viale dei due Mari” che porta da levante a ponente. Dall'alba al tramonto.

TV - Guzzanti e il presidente quattro salti in padella

Sergio Corsetti
Una trasmissione da criminosi. L’epiteto di Sabina Guzzanti-Silvio Berlusconi indirizzato al conduttore di Anno Zero, Michele Santoro, si trasforma in un tormentone. Viene ripetuto fino all’infinito. Si insinua nel cervello. La trasmissione incentra il dibattito sulla proposta di decreto legge per la costruzione di immobili “allargati” di un 20%. Al dibattito sono intervenuti diversi politici tra i quali Daniela Santanchè, Maurizio Lupi, Nichi Vendola e il giornalista Ferruccio Sansa. Ne è uscito fuori un quadro, tutto sommato, desolante. Ma il momento clou della serata è stato quello della satira. L’angolo di Sabina Guzzanti nelle vesti del Silvio nazionale in versione mussoliniana. “Mi sono allargato sul balconcino di Piazza Venezia – dice Silvio/Sabina - Ho fatto un discorso chiarissimo: si possono allargare i balconi. Le signore possono allargare il davanzale”. Sabina Guzzanti non è apparsa particolarmente in forma, in passato aveva dato dimostrazioni più forti di comicità e più incisive di satira politica. Colpa anche di Santoro che nella versione di spalla non è apparso incisivo meritato il saluto berlusconiano di “benvenuto capotreno”. La Guzzanti ha puntato sulle cavolate storiche: Romolo e Remolo, don struzzo e de casperi concludendo con l’attualità: in Parlamento “due camere sono troppe facciamo una dark room” e sul congresso del Pdl con una relazione di 40 pagine ma di solo due parole, popololololo e libertàallallalla. La conclusione? Scontata: “Hai fame? Vota presidente quattro salti in padella.
E la crisi passerà”.
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LA FORMICA ATOMICA - I carciofi de La Pallina

Lidano Grassucci
Di questi tempi i canali si riempivano. Quelli del consorzio chiudevano le paratoie e l’acqua cominciava a salire, all’inizio di aprile l’acqua stagna veniva coperta dal verde delle alghe che quasi ci camminavi sopra. Il canale sapeva d’erba, puzzava di vita. I pomeriggi vicino ai canali erano offesi solo, nel loro silenzio, dai rumori delle foglie degli eucalipti.
Forse è ancora così, ma io passo sui ponti con la macchina e non guardo più i canali. Passo veloce e sento l’odore dell’abitacolo. Non riconosco le stagioni, un mio amico al distributore mi ha regalato i carciofi. Mica mi ero accorto che era il tempo suo, di questi tempi i primi me li coceva nonna, fritti con l’uovo. Ero patito da piccolo e mi rafforzavano l’alimentazione. Il gusto amarognolo dei carciofi si scioglieva nel dolce dell’uovo e nel forte del sale. Era tempo che conoscevo, era finito il freddo e iniziava il caldo. Ti nascondevi dentro le scoline che cominciavano a sparire sepolte dal grano.
Perché racconto questo? Perché scriviamo pagine e pagine di cose eclatanti che sanno di niente e non raccontiamo più che il grano sta maturando e mangeremo anche il prossimo inverno, i carciofi sono pronti e faremo festa insieme agli amici nelle notti che si accorciano di primavera. Le cose normali, non raccontiamo più le cose normali. Non raccontiamo della nostra terra.
Il mio amico, si chiama La Pallina (perché da noi i nomi sono quelli che ti conquisti nella vita, come per i pellerossa), ieri mattina non mi ha regalato i carciofi mi ha ricordato quello che sono sotto questa giacca portata male, un contadino. E i contadini non capiscono di poesia, non comprendono di teatro, ma leggono l’aria. Noi La Jatuccia (è il nome della mia famiglia) dovremmo tornare a… leggere l’aria.
Leggono l’aria i contadini. E’ tempo nuovo, speriamo sia il tempo nostro.

APRILIA - Scuola Monte Grappa, i fondi regionali

Carmen Porcelli
La richiesta superava i 900mila euro, ieri la Regione Lazio ha comunicato di aver stanziato ieri 739mila euro. Si tratta dei fondi messi a disposizione per ristrutturare la Scuola dell'Infanzia e Primaria Monte Grappa. Anzi fondi per la messa in sicurezza di una delle strutture scolastiche più belle di cui Aprilia è dotata, ma purtroppo anche una tra le più vecchie. Un bel colpo, visto che le condizioni generali dell’edilizia scolastica lasciano davvero molto a desiderare. Anche il commissario prefettizio Federico aveva redatto un nutrito elenchi di interventi che il prossimo Sindaco avrebbe trovato bello e fatto sulla scrivania. Dei pericoli per l’incolumità dei piccoli studenti era stato messo a parte anche il Presidente della Provincia Armando Cusani in occasione dell’impegno assunto dal presidente della provincia di Latina di realizzare una palestra nel plesso scolastico del quartiere Leda. Un sovvenzionamento che fa il paio con l’altro stanziamento, sempre targato Regione Lazio, che ammonta a 600mila euro, e che sarà utilizzato per ristrutturare la Scuola Media Giovanni Pascoli, ma che fa rammaricare per l’occasione persa del finanziamento di 180mila euro per la messa in sicurezza della scuola Arcobaleno. «Dobbiamo ringraziare l'assessore ai Lavori Pubblici Bruno Astorre - ha detto ieri l'ex Vice Sindaco di Aprilia Vincenzo Giovannini - che quando era ancora in carica aveva seguito da vicino l'iter per l'erogazione dei soldi, ed il consigliere regionale Claudio Moscardelli che ci ha aiutato a trovare i canali giusti per ricevere i fondi. Finalmente iniziamo a raccogliere i frutti del nostro percorso amministrativo, dopo mesi di pellegrinaggi a Roma per reperire finanziamenti». Un ottimo risultato visto anche lo stato generale delle strutture scolastiche. Basti ricordare che a dicembre furono chiusi ben tre plessi scolastici, quello della Grazia Deledda, l'asilo Pirandello e la scuola media Menotti Garibaldi, a causa di infiltrazioni d'acqua che avevano preoccupato non poco i genitori. Chiunque sarà a governare Aprilia nei prossimi cinque anni dovrà assolutamente iniziare un lavoro di manutenzione generale di tutti i plessi. Ci sono però anche le scuole le cui mura sono di privati: è il caso della Antonio Gramsci, per la quale il Comune paga 194mila euro di affitto annuale ma per la cui manutenzione straordinaria necessiterebbe di interventi per 200mila euro. Chi paga?

LATINA - La Regina sotto assedio

Teresa Faticoni
«Non ci sgombera nessuno». Ieri i lavoratori della Regina catene calibrate hanno bloccato tutti gli ingressi all’azienda di via dei lavoratori una traversa di via Monti Lepini a Borgo San Michele. L’azienda ha negato la possibilità di effettuare l’assemblea nella mensa, con annessi i servizi igienici. Per timore, come annunciato nei giorni precedenti, di una assemblea permanente che si traduce in occupazione. I dipendenti, con i sindacalisti Pierino Ricci e Vincenzo Quaranta della Fiom Cgil, e Luigi Ippoliti e Roberto Caccavello della Uilm Uil, hanno bloccato quindi con le macchine l’ingresso ai camion in entrata. Qualche striscione che invocava il no alla mobilità e poi la richiesta di sgombero avanzata dalla direzione aziendale a prefettura e questura. Dalle forze dell’ordine è arrivata risposta negativa, perché non c’è davvero pericolo di ordine pubblico. Si tratta di persone che stanno per perdere il lavoro. La Regina catene ha aperto la procedura di mobilità per 18 dipendenti su 86. Da questa decisione non ha mai mostrato di voler recedere. In questi giorni sono inoltre in scadenza 7 contratti a tempo determinato che già è stato annunciato non saranno rinnovati. Una riduzione complessiva della forza lavoro del 40% che non fa sperare niente di buono. Per la questione mobilità non tutto è perduto, perché martedì si terrà in Confindustria l’ennesimo incontro al quale – e questo è il vero motivo dello sciopero che andrà avanti fino a che non ci saranno risposte certe – le parti sociali vogliono inchiodare la proprietà. L’azionista di maggioranza, Carlo Garbagnati, ha sempre spedito a contrattare il consulente Severino Radaelli, che nonostante la delega non ha mai preso decisioni autonome. Per il futuro dello stabilimento i sindacalisti vogliono diradare le nebbie chiedendo a gran voce un piano industriale concreto e dettagliato.

TERRACINA - Interinali sfilano in caserma

Francesco Avena
Dipendenti interinali, partono gli interrogatori. I carabinieri cominceranno con ogni probabilità oggi ad ascoltare il personale assunto tramite l’agenzia interinale Ge.Vi dal Comune di Terracina. Inizia così un nuovo capitolo delle indagini predisposte dalla procura della Repubblica di Latina in seguito alla morte del segretario generale Marino Martino. Al filone d’inchiesta affidato ai pm Luigia Spinelli e Chiara Riva e relativo alle assunzioni di personale interinale viene impresso un nuovo ritmo. Dopo l’enorme mole di documenti acquisiti presso gli uffici comunali, le sedi dell’agenzia Ge.Vi di Fondi, Napoli e Roma, è arrivato il momento del faccia a faccia con i lavoratori. Le cui assunzioni, è su questo che adesso deve far luce l’inchiesta, sarebbero state pilotate o almeno deviate dall’azione politica. Cosa già confermata da alcuni lavoratori interinali. Le ricerche muovono dalle assunzioni del 2006. In periodo elettorale, in tempi non concessi, inizia il walzer delle assunzioni. Quasi 70 tra spiaggini e bagnini in servizio presso gli arenili comunali. L’anno successivo sono stati assunti, per lo stesso servizio, la metà dei dipendenti. La corte dei conti bacchetta il Comune per aver infranto il patto di stabilità interno. Oggetto dei rimproveri dell’organo di magistratura contabile è proprio il segretario generale Martino. Dopo il suo suicidio le ricerche si estendono. I carabinieri che indagano sulle modalità in cui avvenivano queste assunzioni di personale ascolteranno oltre 200 persone, tutti i dipendenti interinali che nel corso degli ultimi anni hanno preso servizio presso l’ente municipale. Sarà un lavoro che si protrarrà nel tempo. Prima di ascoltare gli interinali, i militari del capitano Alessandro Giordano Atti e del tenente Mario Giacona hanno passato al setaccio i faldoni di carte e documenti relativi alle assunzioni di questi dipendenti. Al momento non si sa se dallo studio di queste carte siano emersi indizi o prove sufficienti a legittimare o meno le assunzioni. Il confronto diretto con gli interinali potrebbe aprire nuovi scenari sull’inchiesta.

prima 27marzo

Zottola e la fortuna

Lidano Grassucci
Bisognerebbe saper perdere. Vincere è facile e i vincitori trovano sempre tanti amici. Il difficile è perdere non perdendo in dignità. Vincenzo Zottola ha provato a fare il presidente della Camera di Commercio di latina, ha fatto una figura (a dir poco) pessima tanto che lo hanno sfiduciato. Ha sbagliato, non era all’altezza per i consiglieri, è cosa possibile. Infatti “errare è umano”, lui no ha insistito e si è ripresentato grazie alla Associazione industriale, quella di Latina, che è la più pavida del mondo. Naturalmente per ridiventare presidente ci sono volute congiunture astrali favorevoli: il moltiplicare per 4 il numero degli agricoltori, dare alla Confartigianato un posto in consiglio camerale con la scadenza, come se fosse una confezione da un litro di latte, garantire tutti i presenti con un posto la sole. Il ritorno di Zottola (perseverare è diabolico) rischia di essere come quello di Napoleone dopo l’esilio all’Elba. Una roba da 100 giorni.
Certo, bisogna dargli atto, che non è fortunato: si mette in testa di fare il candidato presidente della provincia e Sandro Bartolomeo lo frega in zona Cesarini, fa il presidente della Camera di Commercio e non finisce il mandato, ci riprova e lo congelano.
Forse è il caso di accettare il corso delle cose, è il destino cinico e baro che si accanisce contro di lui. Meglio sarebbe lasciar correre, lasciar perdere, passare la mano.
Anche io ho sempre sognato di poter fare un ponte, ma sono un asino nel disegno, mi illudo di fare un ponte ma non è cosa per me. Bisogna comprendere i propri limiti, io non farò mai un ponte.

Zottola congelato dal Tar

Alessia Tomasini
Zottola non ha fatto in tempo a sedersi sulla poltrona di presidente della Camera di commercio di Latina che il suo potere è stato congelato. La fortuna è una bestia beffarda e per paradosso lo stesso Tar, che aveva consentito a Zottola di tornare in volata alla guida dell’Ente, lo ha gabbato. La ragione è semplice. La Confartigianato in attesa di conoscere l’esito del ricorso del Tar presentato a seguito della perdita della rappresentanza a causa di un ritardo nella presentazione dei nomi da inserire in consiglio, ha chiesto di essere ascoltata dal giudice. La nomina del consiglio e del presidente della Camera ha creato nocumento agli interessi dell’Associazione di categoria che ha fatto valere i propri diritti. Il giudice ha accolto questa motivazione e inibito la Camera a procedere a qualsiasi nomina. Tradotto, i festeggiamenti di ieri, per la costituzione della giunta si sono trasformati con rapidità in un requiem. Volti lunghi e coltelli tra i denti per i cavalieri senza regno guidati da un re con scettro e trono ma senza alcun potere almeno per un altro mese. Solo il 7 maggio infatti il Tribunale amministrativo regionale si pronuncerà nel merito dei ricorsi presentati tra l’altro anche da altre due associzioni di categoria. Al ricorso di Confartigianato sul posto con scadenza si aggiunge quello di Confagricoltura che ha contestato i numeri degli associati presentati dalle associazioni datoriali. Coldiretti e Cia avrebbero, secondo i ricorrenti, ritoccato al rialzo la loro rappresentanza a tal punto da chiudere l’accesso in consiglio ai rappresentanti di Confagricoltura. L’altro riguarda la rappresentanza del Mercato ortofrutticolo di Fondi cancellato dal consiglio della Camera di commercio anche se il settore è per fatturato, numero di addetti e dimensioni uno dei punti di riferimento dell’economia pontina. Il congelamento di Zottola ha una valenza anche politica. Il blocco dell’Ente è uno smacco al colpo grosso tentato da Marrazzo che in vista delle elezioni regionali ha cercato di aumentare il proprio peso specifico sul territorio mettendo una bandierina sulla Camera di commercio. Non è casuale infatti che poco dopo che il Tar aveva negato la sospensiva la Regione abbia convocato il consiglio accelerando ogni passaggio. Ora? In attesa del vento di maggio Zottola e Marrazzo avranno modo di pensare e di riflettere sul fatto che se la fortuna è cieca la sfiga ci vede benissimo.

giovedì 26 marzo 2009

TV - A La storia siamo noi Trapattoni e l'acqua santa

Sergio Corsetti
Struuunz. Un tormentone. Un ciclone di energia, una strategia di comunicazione che ha fatto scuola. Un impatto devastante per la squadra dell’Amburgo e per l’opinione pubblica. Parliamo di Giovanni Trapattoni calciatore e allenatore di rango, sempre nel cuore di tanti sportivi italiani e non solo. Nel corso della trasmissione La storia siamo noi, Giovanni Minoli ha ripercorso le principali tappe della carriera ad altissimo livello di Trapattoni. Campione da calciatore e poi da allenatore: campionati, coppe nazionali e internazionali. Insomma un’icona del calcio mondiale. Un personaggio genuino e sanguigno. Uno che ha puntato tutto sul gruppo e sulla forza della coesione. Un allenatore che fino a settant’anni ha giocato tutte le partitelle con i suoi per vincere. Uno che sceglieva di marcare Platini negli incontri in famiglia. Allo stesso tempo innovatore tattico. Scelto da Boniperti ebbe il merito di creare la squadra più amata nella storia del calcio italiano. Zoff, Gentile, Cabrini…, la formazione conosciuta da tutti, con solo due stranieri in squadra: Platini e Boniek. Una squadra che vinceva giocando un bel calcio. Una squadra amata da tutti. Sì, si può confessare tranquillamente tanto la prescrizione oramai è andata, anche un nerazzurro patentato ha potuto tifare per i bianconeri, almeno all’estero. Anche perché poi erano gli stessi che formavano l’ossatura della nazionale. La maglia azzurra è l’unico neo nella carriera del Trap conclusa con la delusione dell’eliminazione con la Corea. Quella dell’arbitro Moreno. Quella dell’acqua santa. Ora il Trap affronta l’Italia. Proprio il caso di dire: “Non dire gatto se non ce l’hai nel sacco”.

Sputtanamento oggi, il limite del racconto

Lidano Grassucci
Tra moglie e marito non mettere il dito, tra amanti è meglio non mettere neanche le parole. Tutto credevo di questo lavoro ma non di veder scritto di storie che riguardano solo i protagonisti, sono casi loro. Se poi litigano e lei dice di aver subito soprusi e lui di aver subito ricatti sono cose che restano casi loro, che interesse collettivo può avere. Invece sul giornale “sputtanamento oggi”, puntualmente si raccontano dei casi di altri. Su “sputtanamento oggi” non ci si ferma davanti a nulla, il sospetto diventa certezza, la denuncia di una parte diventa verità. Ho letto di una storia tra un medico ed una sua paziente che rasenta, se non fosse tragico, il ridicolo. Una vicenda senza né capo né coda, una vicenda da tacere che non è stata taciuta.
Ma quando scrivono certi colleghi si rendono conto che parlano di persone in carne e ossa, che possono distruggere vite?
È chiedere troppo, mi rendo conto. Non mi sono mai arrogato il diritto di fare la morale al prossimo, perché siamo erranti in questa terra. Chi scrive dovrebbe, poi, avere una sorta di morale rafforzata, rafforzata dal rispetto per gli altri. Un giornalista non dovrebbe mai fare il confidente della polizia, mai scrivere di cose di cui non è certo e fermarsi davanti alla vita privata degli altri.
Tra marito e moglie non mettere il dito, ma delle cose degli altri quando non fanno danno al prossimo non dovremo farne cenno. Ma “sputtanamento oggi” ormai non si ferma davanti a nulla, mi spiace ma questa roba non è giornalismo, non è cronaca è l’ignobiltà dello scrivere. Il giornalista che non ha rispetto del raccontare non merita rispetto.
Per questo mi arrogo il diritto di sentirmi eticamente superiore.

Aprilia - Donne verso le elezioni

Lina Varricchio
La tornata elettorale del 7 e 8 giugno 2009, con la concomitanza delle elezioni europee e amministrative (cittadine e provinciali), rappresenterà la prima reale verifica della capacità di rappresentanza politica del Partito Democratico anche e soprattutto nella Città di Aprilia.
La possibilità di una riscossa elettorale, ma anche morale e modernizzatrice, dipenderà dalla capacità del Partito di essere credibile espressione del rinnovamento della politica italiana, applicando e rendendo visibili agli elettori quei principi di partecipazione, democrazia interna e rinnovamento dei meccanismi di selezione e ricambio della classe politica che costituiscono il segno distintivo del PD nel panorama politico nazionale e locale.
In questo spirito, il ricorso al meccanismo delle primarie per la selezione dei candidati a tutte le cariche istituzionali in particolare, dei rappresentanti del Partito Democratico rappresenta un effettivo e visibile elemento di cambiamento e di rottura rispetto alle prassi consolidate negli altri partiti, proprio per la sua capacità di rendere democratica e competitiva la selezione dei candidati. Per la composizione delle liste amministrative del PD ad Aprilia penso sia necessaria: l’automatica ricandidatura degli assessori e dei consiglieri comunali del PD uscenti; includere nelle liste del PD esponenti della società civile, delle associazioni, ecc. La necessità del riequilibrio della rappresentanza del PD nel Consiglio comunale di Aprilia in favore del genere femminile e delle generazioni più giovani.
Carfagna è nemica delle donne
La capogruppo del Pd nella commissione Affari costituzionali della Camera, Sesa Amici ha dichiarato:
«Non si tratta di 'offese o umiliazioni' ma della presa d'atto che il nostro paese è il fanalino di coda europeo in termini di rappresentanza politica femminile e il ministro delle pari opportunità dovrebbe sentire la responsabilità di cambiare questa indegna situazione anche attraverso l'utilizzo di strumenti temporanei, come sono appunto le quote rosa. Se il ministro non ha questa ambizione, ci chiediamo quali siano le ragioni dell'esistenza stessa del suo dicastero».

SINDACALE - Regina: lotta senza confine

Teresa Faticoni
Da questa mattina sarà assemblea permanente alla Regina catene calibrate. I sindacati hanno scelto la via della lotta senza confine contro i 18 licenziamenti dichiarati dall’azienda di via Monti Lepini. Dopo la fumata nera registrata in Regione Lazio ci si interroga sul futuro non solo dei 18 per cui è aperta la procedura di mobilità, ma sul sito produttivo nella sua interezza. A Roma l’azienda, nell’ultima possibilità di concertazione, ha inviato il suo consulente, Radaelli, il quale – dopo continue interruzioni per comunicare telefonicamente con la proprietà - ha detto no alla proposta di Pierino Ricci, della Fiom Cgil, Roberto Caccavello e Luigi Ippoliti della Uilm Uil di trasformare la mobilità in un anno di cassa integrazione. In questo anno si sarebbero potute verificare le condizioni per un eventuale rientro in fabbrica dei 18. La cassa integrazione è uno strumento disponibile, perché non approfittarne? Sulla vertenza erano stati coinvolti anche il prefetto di Latina Bruno Frattasi e il sindaco Vincenzo Zaccheo – il quale aveva rimesso in discussione anche i 3.000 metri quadri di volumetrie concesse l’anno scorso alla regina con una variante urbanistica per un magazzino all’epoca ritenuto necessario dalla società per implementare la produzione - che avevano sostenuto l’alzata di scudi contro le decisioni unilaterali della società. Ieri si sono svolte in fabbrica le assemblee sindacali durante le quali i sindacalisti hanno spiegato ai lavoratori le rigidità assunte dall’azienda durante la trattativa. La proposta di riunirsi in assemblea permanente è passata con il pieno sostegno dei dipendenti. Le preoccupazioni, infatti, riguardano la mancanza di chiarezza sul piano industriale del gruppo. In questi giorni sono in scadenza sette contratti a tempo determinato – proprio ieri un lavoratore è stato mandato a casa – che non verranno rinnovati. Su un organico di 86 dipendenti, quindi, 25 vengono mandati via. Una riduzione di circa il 40% della forza lavoro che non fa sperare niente di buono. Soprattutto alla luce del fatto che le commesse non mancano. L’assemblea permanente è un modo per costringere la proprietà – assente durante tutti gli incontri – a scendere a Latina e dichiarare le proprie intenzioni.

Terracina ambiente nel caos

Francesco Avena
Terracina Ambiente, le campane della differenziata colme di rifiuti e il silenzio sul piano Santoro: tutti i problemi irrisolti di un servizio sofferente. Oggi è prevista una nuova assemblea dei soci per la nomina dei nuovi consiglieri d’amministrazione di parte pubblica. Quelli cioè che rappresentano il Comune di Terracina, in possesso della quota di maggioranza nella società mista. Non trapelano indiscrezioni su chi possa essere nominato al posto dei tre dimissionari di dicembre: il presidente Alfonso Cangiano, i consiglieri Orlando Bagnariol e Gianni Aiello. Paradossale che una società, già in difficoltà economiche e incapace di offrire alla città un servizio sufficiente, abbia fatto passare tutto questo tempo prima di nominare i nuovi membri del CdA. Ma si sa, con una crisi politica in atto, cose del genere possono slittare ad altro tempo. Sono voci, ma sembra che anche l’assemblea convocata per oggi potrebbe essere rinviata. Fatto sta che da tre mesi a questa parte la Terracina Ambiente è rimasta priva del suo organo decisionale. Senza un presidente e i consiglieri di parte pubblica non si è potuto procedere a delibere. Sempre in attesa che una nuova nomina sopperisse ai posti lasciati vuoti dai tre dimissionari. Dai fatti amministrativi a quelli legati all’utenza. Che, sebbene scoraggiata e con una bolletta rilevante, continua in qualche caso a differenziare i propri rifiuti. In questi ultimi giorni la gran parte delle campane e dei cassonetti destinati alla raccolta differenziata si sono riempiti di immondizia oltre i limiti. I contenitori non vengono svuotati e i cittadini continuano a gettare i propri rifiuti a terra. Altri preferiscono invece gettarli nei cassonetti tradizionali, di fatto annullando gli effetti della raccolta. Pare che all’origine del mancato servizio ci siano le convenzioni non rinnovate con la discarica che si occupa dell’imballaggio e recupero dei materiali differenziati. Con il pericolo che, per ripulire strade e cassonetti, presto i netturbini facciano anche dei rifiuti differenziati un unico calderone da spedire alla discarica Indeco, quella in cui finisce tutta l’immondizia. Con buona pace per la differenziata e per lo sforzo dei cittadini che separano i rifiuti. Al momento attuale a soffrire di più sono i settori di plastica e vetro. Mentre per il cartone la raccolta sta procedendo senza intoppi. Un danno per i molti cittadini che ogni giorno provano, senza campagna di sensibilizzazione, senza il servizio porta a porta, in altre parole senza tutto quello che il piano Santoro prevedeva e che non è mai stato messo in pratica, a differenziare i propri rifiuti.

prima pagina 26 marzo 09

GAETA - Ponticella, l’autonomia del PD è un valore assoluto

Franco Schiano
In riferimento all' elezione di Agostino Di Mille alla guida dei democratici di Gaeta, alle dichiarazioni del giorno dopo di alcuni esponenti politici, tra cui quelle di Pina Rosato, altre hanno fatto eco.
“Nel riconoscere l'elezione dell'Ing. Di Mille, a cui faccio gli auguri di buon lavoro, quale nuovo coordinatore del circolo del PD di Gaeta – ha dichiarato Stefano Ponticella che, assieme ad Angela Uttaro, è stato competitore del neo segretario Di Mille - ribadisco la necessità di collaborare con tutte le anime del partito capaci, nonostante tutto, di animare una vivace e costruttiva dialettica interna. L'affermazione della proposta riformista, l'affrancamento da ogni logica di cooptazione, la difesa dell'autonomia decisionale e politica del PD e la sfida per il rinnovamento rappresentano le direttrici di un agire politico che ho sempre sostenuto e rivendicato.”

Una posizione, a ben leggere tra le righe, che mira a mantenere alta la bandiera dell’autonomia del PD, rispetto a qualunque ingerenza esterna. Come a dire non prendiamo ordini né da Raimondi né dalla Rosato. Si mette un po’ in mezzo alle altre due correnti, numericamente più consistenti (ex margheritini ed ex ds-raimondini) per spingere verso scelte riformiste e innovative a cui debbono concorrere le varie anime del partito, sia pure in vivace dialettica tra loro. Se son rose fioriranno. Forse un po’ più in là, magari a maggio, perché ora gli animi sono ancora abbastanza accesi. Infatti non si è fatta attendere la risposta dell’assessore Di Perna, alle dichiarazioni al vetriolo della Rosato, dopo l’elezione di Di Mille. “L’attendibilità politica delle dichiarazioni della Rosato è direttamente proporzionale all’improprio e incongruo accostamento storico tra Pilato e i 30 denari. – ha dichiarato l’ex coordinatore del PD - Per chi crede nella democrazia, il momento elettorale è uno dei più alti della vita di un partito. Per cui l’unica deriva stalinista è quella di chi – come la consigliera - non accetta di fatto il responso delle urne. Faccio al neo coordinatore Di Mille – ha concluso Di Perna - un grande in bocca al lupo e sono convinto, che anche forte della sua esperienza, saprà condurre il partito brillantemente al congresso d’autunno. “

martedì 24 marzo 2009

prima pagina 25 marzo

Cattivik - Tutti a letto con la crisi

Maria Corsetti
Per fortuna che c'è la crisi, altrimenti si rimaneva a corto di argomenti. Esautorato l'euro, nei salotti proprio non se ne poteva più, tirato fuori tutto il campionario di barzellette su Berlusconi (stando alle cene vip e proletarie Veltroni avrebbe dovuto regnare con il 100% delle preferenze), stanchi di raccontare del viaggio alle Maldive che ormai ci vanno tutti, condannata definitivamente la Franzoni, salotti televisivi, forum internet e serate tra amici stavano scivolando inesorabilmente nel già visto. Finché non è arrivata con il suo carico di dramma lei, la crisi. Con la crisi si legge di più, con la crisi si rivaluta la cucina semplice e l'Idrolitina. Ma ieri è stata La Stampa a dare la notizia che tutti aspettavano: con la crisi si fa di più l'amore. Infatti sarebbero aumentati gli acquisti di biancheria sexy, segnale che, costretti in casa per mancanza di fondi, si gioca con la seduzione. In fondo un reggicalze costa quanto una cena al ristorante, ma ha il vantaggio di poter essere usato almeno qualche decina di volte. E non ingrassa, anzi, si bruciano calorie. A volte ci si diverte anche. Non sempre in realtà. La crisi può essere un buon pretesto per imparare qualcosa.

TV - Tutta la vita davanti, per tornare al Gf

Sergio Corsetti
No, il Grande Fratello proprio no. Almeno questa sera. Se la giornata non è stata quella che uno si aspettava, se si è trasformata strada facendo in uno schifo, in un incubo, in una giornata “cambronniana”, non ci resta che un bel film. Un film in Tv, per tirarsi su. Fa pure rima. Un’opportunità ci viene da Sky cinema che propone l’ultimo lavoro di Paolo Virzì, Tutta la vita davanti. Il film, nelle sale cinematografiche lo scorso anno, racconta la storia di una giovane, laureata con lode in filosofia, che affronta per la prima volta il mondo del lavoro. Dopo i tanti “le faremo sapere” successivi ai colloqui di lavoro la ragazza trova impiego in un call center. Dietro la vendita telefonica di apparecchi per la depurazione dell’acqua, si evidenzia un mostro che annienta i giovani lavoratori, illusi da premi, incoraggiamenti e forme varie di training (come i balli di gruppo per “iniziare bene la giornata”) e da punizioni che portano alla depressione a ad altro di più tragico ancora. A Marta si fa innanzi uno spaccato di vita quotidiana che evidenzia i tanti drammi personali, i problemi sociali, i tic e le mode del momento. Valerio Mastandrea, Massimo Ghini, Sabrina Ferilli, Isabella Ragonese, gli attori protagonisti di “Tutta la vita davanti”, danno vita a una storia amara, quella di una società italiana grigia e amara. Come la giornata; come la serata che termina con un groppo alla gola. Molto meglio Il Grande Fratello.

Key, prima giù poi più alto

Andrea Apruzzese
Il Grattacielo “Key” potrebbe... “allungarsi” e crescere ancora, grazie al Governo. È la lettura che il primo cittadino di Latina, Vincenzo Zaccheo, fa del decreto relativo al “Piano casa”, che l'esecutivo nazionale intende varare per dare respiro all'economia, rilanciando la possibilità di ampliare le case esistenti e consentendo anche di abbatterle e ricostruirle. È proprio quest'ultimo il caso citato ieri da Zaccheo, parlando in margine ad una conferenza stampa. «Ho letto il testo del decreto: se il palazzo venisse abbattuto e ricostruito – ha affermato il primo cittadino – potrebbe ottenere il 35% in più dell'attuale volumetria». Il che significa, secondo un approssimativo calcolo effettuato dallo stesso sindaco, «due o tre piani in più». Il tutto, ovviamente, «mutando il progetto» stesso dell'edificio. L'ampliamento della volumetria, altrettanto ovviamente, potrebbe procedere esclusivamente in altezza, visto che il grattacielo, il primo della città, è cinto da altre costruzioni e da aree di altra proprietà. Zaccheo non nasconde che il sogno lo affascina: «Finalmente – aggiunge – quell'edificio potrebbe avere un dialogo con il resto del centro storico della città, in particolare con la torre del campanile di San Marco e con quella del Comune, testimonianze dell'architettura e dell'urbanistica con cui oggi confligge». Un progetto che rientra in quello più ampio del sindaco di “restyling” della città, e in particolare dell'R0: «Il Piano regolatore, una volta che viene approvato, è legge, e questo ha portato in città alcuni effetti che sono sotto gli occhi di tutti. Ma Latina era stata ideata, nel suo nucleo originario, con 1 milione e 200mila metri cubi, di cui solo 500mila erano destinati ad abitazione, e gli altri 700mila a servizi. Sono questi ultimi ad essere carenti in alcune zone, soprattutto in quele esterne al centro storico». Per il grattacielo potrebbe quindi aprirsi una nuova stagione, dopo le note vicende che hanno bloccato la ristrutturazione, lasciandone da anni lo scheletro nel pieno centro cittadino. Nel giugno scorso, inoltre, la struttura era stata posta sotto sequestro dalla magistratura, nell'ambito di un'indagine sulla sua compravendita che aveva portato fino in Lussemburgo. Vendita effettuata dalla “Key” srl alla “Falco Immobiliare” alla fine di luglio del 2007. La stessa “Falco Immobiliare” (società costituita pochi giorni prima dell'acquisto) aveva poi rivenduto l'immobile ad un'ulteriore società, la “Delos”, controllata a sua volta da un'altra società, la “Gl Land s.a.”, con sede, appunto, in Lussemburgo. Tornando alle ipotesi prospettate dal sindaco, il sogno di Zaccheo potrebbe però essere limitato dallo stesso premier, Silvio Berlusconi. Se il decreto relativo al “piano casa” è infatti da giorni nell'occhio del ciclone per le critiche dell'opposizione, ieri lo stesso presidente del Consiglio ha chiarito che il testo non sarebbe relativo ad immobili urbani, bensì a ville ed abitazioni monofamiliari, e a case da ricostruire dopo la demolizione. Affermazioni smentite però, sempre ieri, dal leader nazionale del Pd, Dario Franceschini, secondo la cui lettura il decreto avrebbe una valenza pressoché totale. Il “Key” attende quindi ora un chiarimento, oltre che dalle indagini che lo riguardano, anche dal livello politico nazionale.