martedì 31 marzo 2009

LA FORMICA ANARCHICA - Il mariuolo isolato e Di Pietro

Teresa Faticoni
Il mariuolo isolato ha colpito ancora. Mario Chiesa, 17 anni e qualche mese dopo quel fatidico 17 gennaio 1992, ritorna in manette per una questione di tangenti, al momento presunte. Dal mariuolo isolato – la definizione veramente gustosissima fu di Bettino Craxi – è partita la più grande frattura italiana dal dopoguerra a oggi. Mani pulite, tangentopoli come si voglia chiamare quegli anni terribili di sospetto e delazione, cominciò proprio quel giorno in cui l’aspirante sindaco socialista di Milano, all’epoca presidente dell’ospizio per anziani Pio Albergo Trivulzio , fu beccato mentre gettava in un water sette milioni di lire incasso di una tangentuccia. Un’immagine raccontata in tutti i modi che suona ridicola. Il mandato di arresto era stato richiesto dall’allora pubblico ministero, incorruttibile de noantri, salvatore di tutti i popoli, raffinato oratore dialettale Antonio Di Pietro. Ora, il più famoso mariuolo ci rifà. Lo hanno beccato per una questione di presunta corruzione in materia di rifiuti, il business del secolo. Lui ha scontato quello che doveva per i fatti del secolo scorso, ha risarcito lo Stato, ha servito per anni i servizi sociali. Come dicono quelli che parlano bene ha scontato il suo debito con la giustizia. Solo che forse c’ha il vizietto e c’è ricascato. Ma forse lo possiamo anche ricordare come quello che ha dato la stura all’ascesa del Di Pietro l’incorruttibile. Come sono andate le cose la storia ce lo dice. Di Pietro è diventato il leader di un partito populista e di opposizione. Che candiderà alle prossime elezioni un altro magistrato, De Magistris, che ha buttato un bel po’ di caciara nel panorama politico italiano. Insomma, il legittimo dubbio che uno per far carriera politica abbia usato i mezzi a sua disposizione per far fuori un po’ di avversari ce lo abbiamo. Il buon gusto e l’opportunità sono proprio un’altra cosa.

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