sabato 28 marzo 2009

Guercio: «Pdl, un partito non di leader ma del popolo»

Alessia Tomasini
«Un’intuizione geniale». Maurizio Guercio aveva definito così l’ipotesi di trasformare il centrodestra, inteso come tutti i partiti che ne fanno parte, in una grande casa comune. Sono trascorsi due anni in cui l’assessore all’arredo urbano del Comune di Latina ha combattuto per spiegare, fuori e dentro Alleanza nazionale, che la nascita del Popolo della libertà era un passaggio inevitabile in cui il rinnovamento passava per obiettivi, nomi e volti. La scelta di entrare a far parte del Popolo della libertà era un passo decisivo per chi come Forza Italia ed Alleanza nazionale sono alleati da sempre ma uniti da mai. «Il progetto Popolo della libertà è stato sin dalle prime battute una sfida che comporta una rivoluzione culturale oltre che politica. Questo perchè siamo chiamati - spiega Guercio - non solo a contribuire a realizzare schemi organizzativi e organigrammi, ma alla definizione di una tavola di valori per una politica nuova». La lunga marcia verso il restyling del centrodestra è terminata. Il congresso nazionale del Pdl termina oggi. Guercio, in qualità di quadro dirigente di An, ha preso parte ad un momento che entra di diritto nella storia italiana. Il percorso, che culmina negli applausi che hanno riempito la sala della Fiera di Roma, non è stato dei più semplici ma in An c’è la voglia di affermare e di affermarsi quali protagonisti di un cambiamento radicale. «La spinta giusta sta nella partecipazione di tutti all’elaborazione di un progetto nuovo e coerente con la propria storia - continua Guercio - soprattutto sotto il profilo culturale anche al di fuori di vecchie logiche di poltrona. Il Pdl oggi non è un evento politico ma il più grande partito italiano in grado di dare all’Italia e alla nostra provincia un assetto nuovo che si radica sui valori della tradizione italiana». Su tutto una competizione che si apre su un futuro che vede protagonista il cambiamento. L’obiettivo è creare un mix tra novità e continuità per contrapporre il centro destra al Partito democratico. Senza scorciatoie o puzzle di partiti. Il nuovo soggetto nasce da un processo costituente che passa dalla base, quella dei consensi, del centrodestra. Per mettere in pratica questa evoluzione, lunga e difficile, si deve creare una nuova classe dirigente. «Non si devono temere i cambiamenti soprattutto quando – spiega Guercio – come in questo caso sono il primo passo verso un passaggio richiesto e votato con grandi numeri dai cittadini e dalla politica che sentono improrogabile la necessità di lasciare il bipartitismo per il bipolarismo». Latina e i suoi rappresentanti in questa fase hanno sofferto. E’ mancata la capacità di far sentire la propria voce, di autodeterminarsi. «Spesso si ha la tendenza a confondere la crescita di un partito con la cancellazione della tradizione e delle radici da cui proviene. Il cuore di An continuerà sempre – continua Maurizio Guercio – a battere in sintonia con il suo passato. La vera sfida sta proprio nella capacità di portare nel Pdl il nostro orgoglio di identità e di nascita perché solo così si potrà creare un vero senso di appartenenza». Il partito patriottico, liberale e cattolico creato da Gianfranco Fini è una formazione politica che, nonostante alcuni scossoni, rappresenta l’unica destra possibile. Questo principio resta intatto anche all’interno del Popolo della libertà. «Quando sono entrato nel padiglione della Fiera di Roma - spiega Guercio - ho avuto la certezza che l’intuizione era giusta. Il Pdl esiste già, ora dobbiamo riuscire a radicarlo sul nostro territorio senza timori ma con la stessa lungimiranza e capacità organizzativa che ci ha sempre contraddistinto». L’ultima fase sarà dedicata alla scelta dei leader. «La capacità sta nel fare del Pdl non un partito del leader ma un partito del popolo. Solo in questo modo - conclude Guercio - ogni ulteriore passaggio sarà indolore e condiviso. Abbiamo i numeri, l’intelligenza e le persone giuste per farlo». Quindi? Come ha detto Guercio il grosso è fatto, la strada è tracciata. Resta da vedere se il Pdl sarà capace di superare gli ostacoli. Il primo e più consistente dei quali sta nella coniugazione del partito del leader (Forza Italia) con quello (Alleanza nazionale) che è il più importante partito del Novecento con una struttura che non scomparirà facilmente.

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