giovedì 26 marzo 2009

Sputtanamento oggi, il limite del racconto

Lidano Grassucci
Tra moglie e marito non mettere il dito, tra amanti è meglio non mettere neanche le parole. Tutto credevo di questo lavoro ma non di veder scritto di storie che riguardano solo i protagonisti, sono casi loro. Se poi litigano e lei dice di aver subito soprusi e lui di aver subito ricatti sono cose che restano casi loro, che interesse collettivo può avere. Invece sul giornale “sputtanamento oggi”, puntualmente si raccontano dei casi di altri. Su “sputtanamento oggi” non ci si ferma davanti a nulla, il sospetto diventa certezza, la denuncia di una parte diventa verità. Ho letto di una storia tra un medico ed una sua paziente che rasenta, se non fosse tragico, il ridicolo. Una vicenda senza né capo né coda, una vicenda da tacere che non è stata taciuta.
Ma quando scrivono certi colleghi si rendono conto che parlano di persone in carne e ossa, che possono distruggere vite?
È chiedere troppo, mi rendo conto. Non mi sono mai arrogato il diritto di fare la morale al prossimo, perché siamo erranti in questa terra. Chi scrive dovrebbe, poi, avere una sorta di morale rafforzata, rafforzata dal rispetto per gli altri. Un giornalista non dovrebbe mai fare il confidente della polizia, mai scrivere di cose di cui non è certo e fermarsi davanti alla vita privata degli altri.
Tra marito e moglie non mettere il dito, ma delle cose degli altri quando non fanno danno al prossimo non dovremo farne cenno. Ma “sputtanamento oggi” ormai non si ferma davanti a nulla, mi spiace ma questa roba non è giornalismo, non è cronaca è l’ignobiltà dello scrivere. Il giornalista che non ha rispetto del raccontare non merita rispetto.
Per questo mi arrogo il diritto di sentirmi eticamente superiore.

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