domenica 29 marzo 2009

Latina - Silvia, regina tra le Regine

Luisa Guarino
Agli appassionati e intenditori di musica non sarà sfuggita un’artista come Silvia Mezzanotte, che dopo un esordio un po’ in sordina a Sanremo nel ’90 e una lunga gavetta, è stata la voce dei Matia Bazar dal 1999 al 2004, per poi riprendere a cantare da solista. Ma vederla e sentirla dal vivo sul palcoscenico del D’Annunzio per due ore è tutto un altro discorso. Una magnifica conferma per chi la conosce bene, come i supporter del suo Fan Club pontino, entusiasti in sala per applaudirla; una piacevolissima sorpresa per il resto del pubblico. Sorprendente Silvia, dunque, che venerdì sera ha regalato al pubblico di Latina un concerto spettacolo di altissimo livello intitolato “Regine”, dedicato appunto alle più grandi regine della musica internazionale. Scelte molto attente, originali e mai banali, motivate non solo dallo spessore delle artiste cui Silvia rende omaggio, ma anche dalla loro stessa vita “spesso difficile”. Intorno a lei, un trio di splendidi musicisti: Pino De Fazio, che ha curato tutti gli arrangiamenti dei pezzi, al pianoforte; Luca Cantelli al contrabbasso; Max Govoni alla batteria, “compagni di gioco, amici”, come ha detto la cantante stessa, prima ancora che validi strumentisti. Grazie alle atmosfere che strumenti e voce hanno saputo di volta in volta creare, in un percorso che ha attraversato tempo, continenti e lingue (sette per la cronaca), Silvia Mezzanotte ha presentato le più grandi signore del palcoscenico, con le loro canzoni da lei “spogliate e poi rivestite” perché diventassero una cosa diversa, una sua personalissima rilettura.
E i registri di Silvia, partendo da una voce straordinaria e duttile, cambiano in continuazione: sono intensi, intimi, ma anche gioiosi, allegri, hanno sapore di teatro, e con un piccolo tocco aggiungono alla scena quell’elemento che fa la differenza. Silvia è molto raffinata, non solo nel look ma anche nella scelta dei particolari: con un paio di lunghi guanti neri è la Rita Hayworth di Amado mio, mentre con uno scialle rosso canta l’Habanera di Maria Callas; si sfila i sandali per l’Ave Maria di Gounod, di cui ha scritto personalmente il testo: un’idea che le è venuta dopo aver ascoltato la versione in inglese di Noa. E beve l’acqua con il bicchiere, perché lo fa davanti a tutti: e dalla bottiglietta sarebbe davvero una caduta di stile. I brani scorrono via veloci, una sorpresa dopo l’altra: perché sono sì inconfondibili ma tutti alla sua maniera. Con le scelte e l’interpretazione Silvia racconta e regala al suo pubblico tutto di sé: con generosità, calore e umiltà. La timidezza di bambina sembra vinta. L’artista devolve parte degli incassi dei suoi concerti a Pangea onlus, associazione che si occupa del riscatto economico e sociale delle donne “perché ogni donna possa trovare la regina che è in lei”. Le due ore sono passate. Silvia Mezzanotte saluta il pubblico e ringrazia chi ha reso possibile il suo concerto a Latina: oltre ai collaboratori e allo staff tecnico, l’assessore alla cultura del Comune, Bruno Creo, la Pro Loco di Latina, l’Associazione culturale Orange Dream, l’Associazione Batta onlus.
(Le foto sono di Morena Valente del Fan Club).

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