domenica 21 dicembre 2008

Latina, l'Unesco e la bellezza (editoriale del 21 Dicembre 2008)

di Lidano Grassucci

Quando trovi gli ardimentosi rimani stupito del loro ardimento e devi rendere l'onore delle armi. Leggo che un tal Giuseppe Mancini è andato a Parigi a perorare la causa di Latina patrimonio dell'Unesco, l'assessore Creo che è il mandante dell'operazione ci informa che è stato ricevuto da Francesco Bandarin direttore dell'Unesco. Mi tolgo il cappello davanti a Mancini perché lui ha fatto quello di cui io sarei stato incapace, mi sarei vergognato come un cane in chiesa a chiedere di far diventare 4 edifici pubblici, pure male ceriti, patrimonio dell'umanità. Avrei avuto timore vedendo l'elenco dei siti dell'Unesco. Faccio l'esempio: Latina dovrebbe stare insieme agli scavi di Pompei, alla Città del Vaticano, alla Valle dei Templi di Agrigento, alla città barocca di Noto, alla Costiera Amalfitana, a Villa Adriana e Villa d'Este, a Siena, a San Gimignano.
Mi sarei sentito come uno scolaro che non ha studiato, mi sarei sentito come un signore che difende la bellezza di Camilla davanti a Diana e dice che il principe Carlo ha buon gusto in fatto di amanti.
Per questo credo che Mancini e il suo mandante Creo siamo degli eroi, dei temerari. Sarà arrivato lì Mancini con le cartoline con scritto "saluti da Littoria", con le foto dei rurali, con l'estetica di Palazzo M. Le notizie riportano di una accoglienza calorosa ed entusiasta del direttore dell'Unesco, si sarà entusiasmato quando gli hanno spiegato perché il palazzo è fatto a forma di emme? Si sarà entusiasmato della fontana con la palla di Piazza del Popolo? Gli sarà parso bellissimo l'albergo Italia? Ci vivo a Latina, anche ieri mi sono fatto una passeggiata in centro, non cambierei questo posto con nessuno ma come diceva un mio amico di Cori: "Beglio non ce se po' dice".
Cerchiamo di essere normali, di avere il senso delle cose. Latina è bella perché è la nostra città, ma l'estetica dell'umanità ne potrebbe fare volentieri a meno.
Comunque grande Mancini e grandissimo Creo, anche io quando ero piccolo e non ero mai uscito da via Marconi, già via Cesare Cavallotti, a Sezze pensavo che fosse la più bella via del mondo, anzi pensavo proprio che oltre non c'era nulla. Poi ho scoperto il mondo, amo via Marconi, già Cavallotti, per me è unica, ma per il resto dell'umanità significa poco, o poco più di niente.
PS: naturalmente per me via Marconi è più bella di Noto.

2 commenti:

  1. Gentile Grassucci,
    Le propongo una rosa di luoghi da far visitare ad un inviato dell'Unesco:
    - il palazzo delle poste di mazzoni, ovviamente iniziando dall'ala pezzo magistralmente aggiunta all'opera originale;
    - il magnifico infopoint che si staglia di fronte alla stazione;
    - la meravigliosa Torre Pontina (certo dovrà salire fino in cima, così da avere una visione da una parte del fantastico centro direzionale, e dall'altra del centro storico, o meglio, di quello che è sopravvissuto). Come vede, da una diversa prospettiva, anch'io sono d'accordo sul coraggio avuto da Creo. Però non è questione di avere il senso delle cose, come scrive Lei. Semplicemente chiedere di tutelare una città il cui impianto originario è stato, nelle idee e nei fatti, del tutto stravolto, senza contare i numerosi abbattimenti di edifici di fondazione, mi pare francamente ridicolo. Saluti. Daniele Amato

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  2. Gentile Grassucci,
    Le propongo una rosa di luoghi da far visitare ad un inviato dell'Unesco:
    - il palazzo delle poste di mazzoni, ovviamente iniziando dall'ala magistralmente aggiunta all'opera originale;
    - il magnifico infopoint che si staglia di fronte alla stazione;
    - la meravigliosa Torre Pontina (certo dovrà salire fino in cima, così da avere una visione da una parte del fantastico centro direzionale, e dall'altra del centro storico, o meglio, di quello che è sopravvissuto). Come vede, da una diversa prospettiva, anch'io sono d'accordo sul coraggio avuto da Creo. Però non è questione di avere il senso delle cose, come scrive Lei. Semplicemente chiedere di tutelare una città il cui impianto originario è stato, nelle idee e nei fatti, del tutto stravolto, senza contare i numerosi abbattimenti di edifici di fondazione, mi pare francamente ridicolo. Saluti. Daniele Amato

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