sabato 3 luglio 2010

LA VIPERA - Le mamme in competizione


Ponza. Welcome Bar. Mattina caldissima e bibita ghiacciata che s’impone. Dietro me, seduti al tavolo vicino, un signore ed una signora di “una certa età”, chiacchierano. Accento non locale, neanche di Latina. Più tardi scoprirò che vengono da Macerata. Una conversazione, la loro, a voce alta e che inizialmente pare un pourparler oppure un modo per passare il tempo, senza pretese. La signora maceratese sostiene decisa che le donne con figli o soprattutto figlie adolescenti dovrebbero evitare di vestirsi in maniera “giovanile” (dice lei). “Come quelle che mettono quei pantaloni a metà gamba!”. Sorrido, mi guardo: sta facendo il mio ritratto. Figli e pantaloni a “metà gamba”. Sostiene una tesi che incomincia ad attrarre la mia attenzione in modo più serio, che mi fa pensare. “Per questo ci sono in giro tutte queste ragazze tristi ed anoressiche, perché le mamme sono le loro prime concorrenti. Mamme che non capiscono che oramai hanno fatto il loro tempo e che non si possono mettere in competizione con le figlie. Si rifanno il seno, il lifting e poi mettono le minigonne, i jeans …”. Detta così fa inorridire. Credevo fosse una conquista della donna, non sentirsi da buttare via, subito dopo la nascita del primo figlio. Credevo di essere figlia dei jeans, li indossavo già a pochissimi anni d’età e non immaginavo andassero tolti. Credevo che vestire in un modo piuttosto che in un altro attenesse al proprio gusto, al buon gusto specialmente, alla capacità che noi tutte dovremmo avere di adattare l’abbigliamento al proprio aspetto fisico, evitando attentamente qualsiasi forma volgare di abbigliamento. Mia madre allungò l’orlo della gonna, perché sopra il ginocchio non si addiceva ad una signora per bene. Ed aveva poco più di 20 anni ed un fisico invidiabile. Ma la mia domanda ormai mi martellava nel cervello: di chi è la colpa dei dispiaceri dei ragazzi, dei loro problemi e addirittura di quelli dell’alimentazione? Possibile che io non abbia avuto problemi solo perché la mia mamma vestiva in maniera sobria e classica? Con tutte le paranoie che ci facciamo per questi figli, il senso di responsabilità che ci porta a metterci in discussione pure per la qualità dell’aria che respirano? Ma pure i jeans mi pare eccessivo. O forse no. Mi fa pensare. Nel frattempo la signora, che si è accorta del mio pantalone – jeans e per di più sopra il ginocchio! - e che avrà sicuramente intuito che ho qualche figlio, abbassa di colpo la voce. Praticamente ero stata additata, suo malgrado, come una mamma dannosa, pericolosa per la salute psicofisica dei suoi figli. Vorrei sentirmi in colpa, poi penso che mio figlio cresce senza grandi problemi e mangia abbastanza. Le mie nipoti, non sono anoressiche e sono felici di stare al mondo. E’ sera quando il rientro in barca, il vento forte unito a qualche spruzzo d’acqua mi riportano col pensiero al discorso sulle responsabilità verso i figli adolescenti. Mi ha colpito molto la sua tesi e ci ripenso.  Colpito, ma non ancora affondato.
chevipera@libero.it

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