Lidano Grassucci
Fa freddo in questo mare, fa freddo anche se c’è l’afa. Freddo è un mare che sembra un angolo desolato di Cuba, ci mancano solo le auto eredità di Batista e sarebbe tutto uguale. Mettono tristezza gli arredi, mette tristezza il niente che sta qui. Il mare dovrebbe essere il luogo della vita, della festa, del vociare festante di ragazzi e ragazze, il luogo delle libertà. Invece? Ci sono desolate case sulla spiaggia retaggio di antiche “invasioni”, fredde di quella freddezza che solo l’edilizia anni ‘60/’70 puo’ dare, puntellate dall’edilizia dei lidi modello colonie per bimbi indigenti da iodare figli dei totalitarismi del secolo scorso. Desolante la cortina di case da boom economico in fase depressiva. Non vedi un vigile, non vedi nulla di idea di presenza collettiva. Qui, al lido di Latina, lo Stato (inteso da Comune a Unione Europea) se c’è è totalitario, repressivo, vessatorio.
Triste sto mare. Magari se il commissario intervenisse con una norma banale: chi fa qualcosa per battere la tristezza di questo posto è benemerito, è da premiare.
Ecco premiamo gli operatori della marina di Latina, premiamoli tutti a cominciare dai campeggiatori che almeno al mare qualcuno lo hanno portato. Premiamoli, diamogli medaglie perché chi investe qui, al Lido di Latina è un eroe. E’ uno che ha anticipato Marchione che vorrebbe riportare la produzione di automobili italiane in Italia nonostante gli italiani. Sta gente, gli operatori della marina di Latina, hanno agito al mare di Latina nonostante il Comune piu’ comunista del mondo, nonostante la tristezza piu’ triste del mondo.
Guardo il mare di Latina e capisco il coraggio.
Spero che il commissario intervenga: libero mare in uno Stato libero
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