C’era una canzone degli anni Sessanta che diceva “E la ragione è perché ho scioperato, per la difesa dei nostri diritti, per la difesa del mio sindacato, del mio lavoro, della libertà”. Altri tempi, un altro mondo. Adesso va tutto al contrario. Non si sciopera quasi più, in piazza di solito ci vanno i pensionati. Non si difendono più i diritti, perché dall’alto non li garantiscono preferendo elargire privilegi. Il sindacato ha assunto un ruolo cuscinetto tra le aziende e i lavoratori. Difendere il lavoro e difendere la libertà, a questo punto, sono la stessa cosa. Ma se qualcosa va male, come vanno malissimo le cose in questa provincia, a chi imputare la responsabilità? La politica è sempre in panchina, nemmeno si scalda i muscoli per entrare in partita. Le aziende dimenticano qualsiasi principio di responsabilità sociale e se vogliono chiudere lo annunciano un paio di giorni prima. Tanto un ammortizzatore sociale non si nega a nessuno. I sindacati si limitano a gestire il gestibile. Ma il contesto è diventato ingestibile: serve una nuova idea di sviluppo, servono risposte semplici a domande complesse, serve stare uniti sui temi e sulle battaglie. «O cara moglie, prima ho sbagliato, dì a mio figlio che venga a sentire, chè ha da capire che cosa vuol dire lottare per la libertà». Finiva così la canzone di Ivan Della Mea. E non solo ai bimbi, la lotta per la libertà andrebbe insegnata a cominciare dagli adulti.
lunedì 21 giugno 2010
LA FORMICA ROSSA: Una lotta di libertà: servono diritti e non privilegi
Teresa Faticoni
C’era una canzone degli anni Sessanta che diceva “E la ragione è perché ho scioperato, per la difesa dei nostri diritti, per la difesa del mio sindacato, del mio lavoro, della libertà”. Altri tempi, un altro mondo. Adesso va tutto al contrario. Non si sciopera quasi più, in piazza di solito ci vanno i pensionati. Non si difendono più i diritti, perché dall’alto non li garantiscono preferendo elargire privilegi. Il sindacato ha assunto un ruolo cuscinetto tra le aziende e i lavoratori. Difendere il lavoro e difendere la libertà, a questo punto, sono la stessa cosa. Ma se qualcosa va male, come vanno malissimo le cose in questa provincia, a chi imputare la responsabilità? La politica è sempre in panchina, nemmeno si scalda i muscoli per entrare in partita. Le aziende dimenticano qualsiasi principio di responsabilità sociale e se vogliono chiudere lo annunciano un paio di giorni prima. Tanto un ammortizzatore sociale non si nega a nessuno. I sindacati si limitano a gestire il gestibile. Ma il contesto è diventato ingestibile: serve una nuova idea di sviluppo, servono risposte semplici a domande complesse, serve stare uniti sui temi e sulle battaglie. «O cara moglie, prima ho sbagliato, dì a mio figlio che venga a sentire, chè ha da capire che cosa vuol dire lottare per la libertà». Finiva così la canzone di Ivan Della Mea. E non solo ai bimbi, la lotta per la libertà andrebbe insegnata a cominciare dagli adulti.
C’era una canzone degli anni Sessanta che diceva “E la ragione è perché ho scioperato, per la difesa dei nostri diritti, per la difesa del mio sindacato, del mio lavoro, della libertà”. Altri tempi, un altro mondo. Adesso va tutto al contrario. Non si sciopera quasi più, in piazza di solito ci vanno i pensionati. Non si difendono più i diritti, perché dall’alto non li garantiscono preferendo elargire privilegi. Il sindacato ha assunto un ruolo cuscinetto tra le aziende e i lavoratori. Difendere il lavoro e difendere la libertà, a questo punto, sono la stessa cosa. Ma se qualcosa va male, come vanno malissimo le cose in questa provincia, a chi imputare la responsabilità? La politica è sempre in panchina, nemmeno si scalda i muscoli per entrare in partita. Le aziende dimenticano qualsiasi principio di responsabilità sociale e se vogliono chiudere lo annunciano un paio di giorni prima. Tanto un ammortizzatore sociale non si nega a nessuno. I sindacati si limitano a gestire il gestibile. Ma il contesto è diventato ingestibile: serve una nuova idea di sviluppo, servono risposte semplici a domande complesse, serve stare uniti sui temi e sulle battaglie. «O cara moglie, prima ho sbagliato, dì a mio figlio che venga a sentire, chè ha da capire che cosa vuol dire lottare per la libertà». Finiva così la canzone di Ivan Della Mea. E non solo ai bimbi, la lotta per la libertà andrebbe insegnata a cominciare dagli adulti.
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