domenica 20 giugno 2010

Editoria - In libreria “La rivincita delle zitelle”


 Luisa Guarino

Angela Di Pietro, per sua stessa definizione è ‘un’anomala’. Del resto come può essere considerata una donna che non solo si autodenuncia come zitella, ma dice di avere gli anni che ancora non ha compiuto? Angela Di Pietro, giornalista di Latina e colonna portante, a dispetto dell’apparenza, della redazione del quotidiano Il Tempo, ha pubblicato per Sperling & Kupfer meno di un mese fa il suo primo libro, “La rivincita delle zitelle” che vi invitiamo spudoratamente ad acquistare, leggere, regalare, dimenticare in uffici e luoghi pubblici perché la divulgazione sia la più rapida e capillare possibile. La lettura di questo testo, rilegato morbido, con una copertina un po’ in rilievo e così colorata sul fondo bianco che viene voglia di accarezzare, vi farà rilassare e divertire.
La notizia della pubblicazione del libro ha fatto sobbalzare di gioia ma non di sorpresa, amici, colleghi e conoscenti, anche totalmente all’oscuro dell’evento: da Angela si sa c’è da aspettarsi di tutto, in senso buono s’intende. Dunque eccola, quest’opera prima in 169 pagine e una miriade di paragrafi, che solo a leggerne i titoli è tutta una risata.
Fantasia inesauribile, trovate a iosa, autoironia da esportare, Angela Di Pietro fa capolino da ogni pagina con il sorrisetto tipico e l’immancabile trasgressione che fanno di lei davvero… un’anomala.
Nel risvolto di copertina si legge tra l’altro: «Più divertente di Bridget Jones, più spudorata di Carrie Bradshaw, più zitella della vostra vecchia zia. Una valanga di divertimento che vi travolgerà». Un sapiente e del tutto involontario miscuglio di consumismo, gossip, humour ‘trasuda’ prima ancora che dalle pagine, dai titoli dei paragrafi (e qui si vede anche chiaramente la conoscenza e l’abitudine della cronista consumata). Il sottotitolo del libro recita “Storie tragicomiche di amori, sesso e cerette”. E il paradosso è che quelle storie sono tutte rigorosamente vere. Angela come zitella è assolutamente anomala, scusate se insisto su quest’aggettivo: sì, perché uomini ne ha avuti, e anche parecchi, con una pericolosa propensione per tipi che, salvo qualche eccezione, potevano piacere solo a lei. E oggi con “La rivincita delle zitelle” ha voluto stilare una sorta di bilancio sentimentale, come spiega chiaramente nella quarta di copertina, in una doppia cornice blu e rossa che ricorda le correzioni delle maestre di tanti anni fa. A quel bilancio Angela dà un titolo: “Il buio oltre i quaranta”. «Ma nelle tenebre ho intravisto uno spiraglio - spiega l’autrice -: a voi la mia rivincita sugli uomini che a me hanno preferito la moglie, l’amante, la fidanzata più giovane, il fidanzato più aitante, la motocicletta, la Legione straniera. Con un ringraziamento a ognuno di loro: se qualcuno mi avesse vagamente ritenuta sposabile, probabilmente non avrei scritto questo libro». Il dubbio resta sospeso sul capo dei lettori… e di Angela stessa. A questo punto il mio piacere-dovere nei confronti del testo di Sperling & Kupfer “La rivincita delle zitelle” può considerarsi bene o male esaurito. Ma non posso fare a meno di dire due parole sul mio rapporto con Angela, nato circa venticinque anni fa (a proposito, auguri per le nozze d’argento!) Lei era giovanissima, io donna fatta. È stata la mia prima amicizia femminile, divertente, stralunata e impegnativa: mi ha insegnato a dialogare, a litigare, a spiegarsi e a fare pace, mi ha criticato e mi ha riempito di tenerezza, mi ha fatto pensare, fare autocritica. Con lei ho diviso momenti belli e brutti, risate e dolori insopportabili, merende spartane con la falia di Priverno e il prosciutto mangiato con le dita, i viaggi in taxi (per pigrizia lei lo prendeva anche da Via Cesare Battisti, dov’era all’epoca la nostra redazione, a Viale Petrarca, dove ogni pomeriggio faceva il notiziario in diretta), una corsa notturna fino al mare dietro a uno dei tanti belli di Beautiful, ospite di un locale per l’8 marzo. La prima volta che è venuta a Ponza mi ha detto che lì io cambiavo completamente, e non ero per niente ospitale né simpatica come al solito (tutto vero: a Ponza ci vorrei stare solo io insieme a tanti sconosciuti), un’altra volta però mi ha cucinato spaghettini con le vongole, o telline? uno dei suoi must, e insalata di polpo (slurp). Sono convinta che la mia vita e quella della mia famiglia non sarebbe stata la stessa senza Angela. Oddio! Ma dovevo scrivere solo del suo libro…

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