sabato 29 maggio 2010

A TESTA ALTA - I DISASTRI

Francesco Furlan
Chi ha il potere delle armi ha il diritto di vita e di morte su questo pianeta e su di noi. Le società che diffondono armi sul pianeta sono quotate in Borsa. Tra i loro azionisti più influenti figurano le maggiori banche mondiali che ne detengono considerevoli quote. Solo l'esportazione italiana, ci dice oggi il quotidiano la Repubblica, nell'ultimo anno è cresciuta del 74%. Le banche, a un'attenta analisi, figurano anche tra i maggiori investitori in impiantistica nucleare. Industria che negli ultimi anni è in crescita forzando gli Stato a investirvi. anche quando le effettive condizioni territoriali locali metterebbero a rischio la salute dei residenti. Dal punto di vista delle banche, però, come per le armi, questo non è un problema. La ragione risiede nella logica che dove c'è una guerra, c'è anche una ricostruzione e l'introduzione di un sistema politico, il più delle volte facilmente arruolabile dalle banche stesse per le evidenti prime difficoltà economiche dei nuovi governi. Allo stesso modo, dove c'è un disastro ambientale, c'è una conseguente bonifica e ricostruzione dei territori con investimenti miliardari e spese colossali per Stati che obbligatoriamente devono accedere al credito internazionale. In questo mondo occidentale sempre più affollato, l'economia delle banche ha trovato il modo per ottenere ulteriori ricavi: prosperando sui disastri.       

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