sabato 29 maggio 2010

"Stesso sangue stessi diritti"

Teresa Faticoni
Samir, tunisino, 24 anni, saldatore. Mi fa vedere la foto di una bella ragazza che lo abbraccia. «È la mia fidanzata, ci sposiamo a San Marino perché in Italia non posso». La burocrazia lo ha fregato: nei meandri del lungo percorso per avere il permesso di soggiorno qualcuno ha perso la sua pratica. Le forze di polizia gli hanno dato il foglio di via. Una tragedia. «La mia famiglia resta qui e io devo andare via». Raccontiamo la storia di un rapper tunisino («canto contro il razzismo»), a simbolo delle ipocrite politiche di accoglienza che questo paese che vuol dirsi civile riesce a mettere in campo.  Samir è bello, è bello il suo modo semplice di dire, mentre abbraccia i fratelli indiani e marocchini e italiani, «siamo la nuova Italia». Siamo in piazza della Libertà dove ieri pomeriggio alle 14 ha preso le mosse il lungo corteo della Flai Cgil e della Cgil regionale per i lavoratori stranieri nell’agricoltura. La manifestazione, organizzata con dedizione e passione da Luca Battistini, segretario regionale di Flai Cgil, Giovanni Gioia, segretario generale della categoria degli agroindustriali del sindacato di via Solferino, ed Eugenio Siracusa, segretario della Flai, porta il titolo “Stesso sangue stessi diritti”. Già dalle prime ore del mattino Maurizio Cardosello, segretario dell’organizzazione, stava con alcuni compagni sotto la prefettura a preparare i bagni chimici, i gazebo, gli stand per il ristoro. Poi il fiume di turbanti colorati, di cappelli e foulard rossi della Cgil, e di sorrisi aperti e sinceri ha acceso di luce questa città: mentre a pochi passi qualcuno sparava, i lavoratori stranieri, indiani soprattutto, hanno intonato canti religiosi mentre sfilavano per le strade del centro cittadino. Nella mattinata al prefetto D’Acunto era stata consegnata la piattaforma preparata dal sindacato: si chiede che siano rispettati i diritti di questi lavoratori, senza i quali la nostra economia andrebbe a picco. Si sottolineano le condizioni di vita in cui sono costretti, con i passaporti requisiti, alloggi che sembrano tuguri, paghe al limite, o anche sotto, la soglia della sopravvivenza. La Cgil chiede che sia istituito un osservatorio locale contro le discriminazioni, che la prefettura attivi un tavolo specifico per un continuo monitoraggio della situazione. In piazza, oltre a Sergio Sciaudone, segretario di Rifondazione comunista e Andrea De Marchis dei Carc (assenti tutti gli altri politici) ci sono gli stati generali della Cgil: i ragazzi delle categorie che presidiano il corteo; Stefania Crogi, la segretaria generale della Flai, disponibile e determinata; Salvatore D’Incertopadre, segretario della Cgil di Latina; Claudio Di Berardino segretario della Cgil di Roma e del Lazio, Cosmo Bianchini del Silp, e tanti volti storici del sindacato. Ci sono i ragazzi della Nexans. Una bella manifestazione, che porta alla luce un mondo, una realtà, persone che ci sfiorano ma che difficilmente entrano in contatto con noi e con i nostri contesti. L’altoparlante del palco manda canzoni storiche della sinistra e qualche musica presa dai film di Bollywood. Sulla maglietta di Eugenio Siracusa c’è il mondo disegnato con una scritta: «Qui nessuno è straniero».

1 commento:

  1. Basterebbero un po'più di controlli per evitare questo sfruttamento...non siamo ai livelli di Rosarno, ma si tratta comunque di lucrare su dei disperati

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