domenica 16 maggio 2010

NEXANS snobba gli operai

Teresa Faticoni
Ci si mette anche Giove Pluvio a spegnere le speranze dei lavoratori Nexans. Da venerdì, quando si è cominciata a diffondere la parola “chiusura”, sono a Borgo Piave in via del Crocifisso a picchettare lo stabilimento. «La cosa vergognosa, che ci fa pensare il peggio – dice Armando Valiani, segretario Ugl chimici che passa le notti e i giorni con i lavoratori – è che la società non ha confermato né smentito». Un silenzio assordante, che penetra nelle mura della portineria e della sala sindacale dove sono accampati i dipendenti in protesta. La produzione viene comunque garantita, ma chi sta dentro racconta di macchine che girano al minimo, di materie prime che scarseggiano. «Con l'addio della Nexans non chiude soltanto un'azienda ma finisce definitivamente la speranza di un rilancio della provincia di Latina. Esprimiamo solidarietà ai lavoratori della Nexans partecipando alla mobilitazione prevista per domani». Così il coordinatore comunale del partito democratico Giorgio De Marchis. Il partito aveva anche portato il segretario nazionale Pierluigi Bersani in questo sito, proprio per mantenere alta l’attenzione su una chiusura, che sebbene ancora non ufficiale, era annunciata da tempo: manca un lavoro, cosa si può produrre più? Ma la domanda forte è un’altra: perché una grande azienda di cavi come la Nexans è legata solo alle commesse Enel? Perché il management non ha cercato altre fette di mercato? «Nella provincia pontina si rileva un dato territoriale che non funziona – conclude De Marchis -: all’interno della crisi generale, osserviamo uno stato di crisi particolarmente accentuato nel nostro territorio, che non riesce a scongiurare eventi di questo genere e a dare risposte al settore imprenditoriale e occupazionale». Il Pd annuncia mobilitazione a tutti i livelli.

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