lunedì 17 maggio 2010

NEXANS, i lavoratori: «E mo' che famo?»


Teresa Faticoni
I primi a prendere la parola sono i rappresentanti sindacali unitari Nexans. Alessandra Crociara e Cristian Della Portella della Ugl, Salvatore Chiera della Cgil e Michele Astore della Confail guardano in faccia i loro colleghi e chiedono unità. Dicono no a mobilità o cassa integrazione, ma come sottolinea la Crociara, «anche con un salario ridotto noi vogliamo lavorare». Poi è il momento di Armando Valiani, segretario Ugl chimici (con lui il segretario generale Ugl Claudio Durigon), che parla con il cuore: «Questo stabilimento ha aiutato l’economia pontina, qui hanno lavorato i nostri padri. Noi non vogliamo parlare di ammortizzatori sociali, ma di Nexans aperta. Vogliamo che ci spieghino il piano industriale». Che al momento non c’è anche se il fatto che le produzioni siano state spostate nel sito di Battipaglia dal management, tutto campano, e che da mesi non arrivano materie prime fa presupporre futuri non produttivi. Di più: le macchine lavorano a regime ridotto. Dario D’Arcangelis, segretario della Filctem Cgil (con lui anche Walter Cassoni), si rivolge ai politici. «Dalla vertenza Nexans bisogna creare la vertenza Latina. Faccio appello alle istituzioni a tutti i livelli: le famiglie vanno tutelate e protette con un serio progetto di sviluppo del territorio». Anche Pietro Galassi, segretario Confail, parla ai politici presenti: «Non si salvaguardate, non c’entra il colore, la politica è assente». Roberto Cecere, segretario Femca Cisl, chiede ai politici di non dividere il fronte dei lavoratori. «Siamo solo al primo minuto di gioco, la partita sarà lunga». Cecere propone di spostare il tavolo del 24 da Confindustria al Ministero dello sviluppo economico. Alla fine si decide per un comitato di sostegno alla negoziazione che affianchi le rsu. «Non lasciamo mai sola questa azienda». Il presidio, dunque, continua in vista della lunga marcia su Roma.

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