sabato 22 maggio 2010

L'ARCINORMALE - Un metro da rimandare

Lidano Grassucci 
 
A Latina si voterà  tra un anno, una distanza siderale in politica. Vedo scalpitare, vedo aspettative superiori ai bisogni. Di sindaci è piena la città  di idee è deserto.
Sindaci per far cosa? Ho sperato tanto nel commissario di governo, un occhio esterno per “ordinare” un comune che si regge su rendite di posizione consolidatesi in 18 anni di “revanscismo”, rendite tante quante quelle dei 30 anni precedenti, e talvolta sovrapposte.
Ho sperato nel commissario di governo per quella idea alta di Stato che mi viene dalla mia credo troppo vecchia cultura liberale. Immaginavo un ritorno alla normalità, ad un Comune fuori per sempre dalla logica onirica dentro la prassi del vivere quotidiano.
Ora anche con il commissario si parla di metropolitana, sia pure leggera, e mi domando: non è il caso che su questo decida il sindaco prossimo?
A Latina serve un anno di strade pulite, erba tagliata, vigili in strada e licenze date secondo norme e presto. Basta, basta per favore perché di voli del tacchino ne abbiamo raccontati tanti, poi il culo grosso ha sempre impedito alla bestia di staccare le zampe dalla terra.
Caro Commissario ci faccia vivere la rivoluzione del normale, ci doni un anno in cui parliamo noi (intesi come cittadini-elettori) di futuro mentre lei ci garantisce il presente.
Sulla metro ho detto la mia poi gli elettori l’hanno chiesta perché era nel programma di Zaccheo, lui in tre anni non è stato capace di farla. Ora? Ora se farla o meno debbono deciderlo i cittadini e il sindaco prossimo.
Sarebbe bello, per esempio, che quest’anno al mare ci fosse tanta pulizia e i locali pieni di gente che si diverte fino ad ora tarda perché d’estate il mare è vita. Sarebbe bello che Lei desse un ordine semplice: “al lido è permesso tutto ciò che non è espressamente vietato”. E non come oggi che tutto è vietato tranne quello che è “permesso” a capriccio dell’amministrazione. Lo dico per via di quella cultura liberale che vede prima la libertà, poi i suoi limiti. Non il contrario.
Dice: ma è blasfemia? No è il criterio della Costituzione della Repubblica italiana che sancisce prima le libertà, poi ne stabilisce i limiti.
Stabiliamo che al mare gli ospiti debbano stare bene, i cittadini anche, e le imprese debbono lavorare. Il Comune? Deve incentivare il lavoro non punirlo.
Signor commissario io farei così, ma sono nato liberale e italiano, nel Regno dei Borbone, nelle terre del Papa non va così. Povero me che continuo ad amare il 20 settembre. Il Re dei napoletani viaggiava in treno da Napoli alla casa di vacanza a Portici, le merci e i cittadini a cavallo del somaro. Dio salvi l’Italia e i suoi 150 anni e stramaledica principi, stranieri e tirannelli.

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