sabato 23 gennaio 2010

Tra streghe e benandanti sui Monti Lepini: ecco Fabio Mazza

Teresa Faticoni


“Confessioni di un benandante del III millennio” è un bel libro. Fabio Mazza, l’autore, è alla sua prima fatica (e il termine non è casuale) letteraria e promette davvero bene. Nel variegato panorama degli scrittori locali è uno di quelli che si candida a superare il difficile scoglio del raccordo anulare e sfondare nel mondo un po’ snob della critica romana. Il libro prende le mosse dalle storie delle streghe e dei benandanti. Le streghe sono, nell’onirico volo di Fabio donne bellissime, seducenti e non sono mai cattive come ce le hanno raccontate. Nessun rischio di maschilismo in questa storia. Casomai un po’ di misoginia accelerata da qualche avverbio di troppo nel testo. I benandanti, figura di cui nei nostri Monti Lepini (location ideale non solo nel senso di azzeccata ma anche confacente a una idea bella di storia bellissima) non si trova traccia, sono uomini che difendevano il culto della fertilità e proteggevano il raccolto dalle streghe. Erano uomini nati con la camicia, cioè con il sacco amniotico. E il magnetismo è particolarmente pregnante. Tutto torna nel circolare libro di Fabio Mazza come un calcio in faccia in certi passaggi e come una carezza di mamma in altri. Andata e ritorno tra il miraggio e il reale, tra un bicchiere di assenzio e un sonno sul letto senza togliersi i vestiti. I Monti Lepini e i dialetti che chi è di là conosce bene Fabio li ha studiati e si vede. Non c’è mai la retorica di chi si accosta all’approfondimento dialettologico, ma un uso divertito e divertente delle lingue lepine. Imperdibili i soprannomi legati a Cori, Bassiano, Roccagorga, Sezze, Norma, Maenza. Insomma la gente di casa nostra vista con l’occhio di chi sa guardare oltre. Un’opera prima questa di ispirazione volteriana che rimanda per chi lo vuole anche a Tabucchi, che non sembrano proprio però essere ispiratori di questo autore che si è cimentato con un’opera che possono leggere tutti. Chi vuole saprà coglierne la forte posizione critica verso certi pregiudizi che hanno fatto la storia: l’oppio dei popoli che serve ad addomesticare le genti. Adesso Fabio non si fermi qui. Perché chi legge alla fine del libro ha voglia di leggerne ancora di quelle storie. Si rimetta al lavoro, perché dalle sue righe si evincono ancora tante suggestioni che può regalare al lettore. E lo faccia prima che una strega lo prenderà di nuovo. Ricca e gradevole la bibliografia. Ma per capirne di più bisogna solo cominciare a sfogliare “Confessioni di un benandante del III millennio” (stampato su www.ilmiolibro .it, 188 pagine).

4 commenti:

  1. Augurissimi a Fabio! Spero ma ne sono convinto, che questo è solo l' inizio.
    Alessandro Girotto

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  2. Ottimo articolo per un libro che merita. La curiosità, le avventure narrate e la simpatica scrittura rendono "Confessioni di un benandante del III millennio" semplice e piacevole.
    Da leggere!

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  3. Ottimissimo, Fabie'. Vai cor secondo senza tante storie che non c'hai tempo, faje vede' chi ssei a 'sta critica romana e attento all'avverbi!!

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  4. Le avventure narrate, i personaggi tratteggiati con perizia e la simpatica scrittura rendono "Confessioni di un benandante del III millennio" piacevole e dal profondo respiro visionario. Si legge d'un fiato!
    Ottima recensione per un libro che merita.
    Complimenti e congratulazioni Fabio!

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