sabato 23 gennaio 2010

L'ARCINORMALE - Bonino e Polverini, treno e dentifricio


 Lidano Grassucci
 La Polverini mi guarda da un manifesto. Mi guarda e sorride. Le sto simpatico, penso. Pare la pubblicità di un dentifricio, e non ci sono simboli di partito. C'è lei e basta. La Bonino, sui muri, ancora non si vede. Ma, son certo, mi sorriderà anche lei. Che ci sia una gran voglia di sostituire la politica con la corsa al miglior dentifricio? Sono ancora legato alla Pasta del Capitano, con Colgate già sto nell'esotico. Perchè di falci e martello, scudi crociati, rose nel pugno e garofani mi sono sempre interessato, di dentifricio mai. Li trovo banali, e il mio dentista me lo fa notare ad ogni appuntamento. Come sarà la Regione della Polverini? Dice che sarà “laboratorio Lazio”. E cosa vuol dire? Che ci useranno come cavie, 4 milioni di topolini su cui proveranno cose inedite? Boh, vorrei sapere se riparano le strade, ma non me lo dicono. Vorrei sapere se comperano qualche treno nuovo per andare a Roma, ma non me lo dicono.
I giornali di destra parlano di cattolici traditi, come se la Bonino fosse il feroce Saladino e non una mite borghese, pure commissario europeo. Quelli di sinistra non sono teneri con il mandante della Polverini: il cavaliere. Ma questo cosa ha a che fare con il mio treno?
Certo è banale parlare di treni, meglio intervenire sulla politica estera, sull'etica. E i miei colleghi ci informano puntuali su cosa pensa la Polverini (o la Bonino è uguale) sugli aiuta ad Haiti. Ci fosse uno che la incalza sul treno.
La Poverini mi sorride, mo le sorrido anche io. Del resto basta un sorriso, ma non dovevamo parlare di politica. Mi lavo i denti e capisco che lo spazzolino, quello a mano, è di sinistra mentre quello elettrico è di destra. Allora metto il dentifricio Poverini nella testina ruotante di quello elettrico e ll dentifricio Bonino sull'altro ed ho assolto i miei obblighi civici.
Povera democrazia ridotta ad un dentifricio. 

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