martedì 26 gennaio 2010

LIBERTE’ DE CHEZ NOUS

aemme
Burka out. Vietato, senza se e senza ma. Il presidente ha ormai deciso. Sarkozy ha stabilito che il burka non potrà più essere indossato all’interno delle strutture pubbliche francesi. Sarà considerato reato. Siamo maestri in questo, noi occidentali. Sappiamo dare lezioni di libertà e di democrazia. Addirittura non solo a casa nostra, ma siamo capaci di esportarle dappertutto, o quasi, anche dove nessuno le ha mai richieste e pure a costo di vite umane. Detentori, come ci crediamo, della civiltà, della cultura, della libertà. Così capita,  pur avendo letto alla vigilia di un viaggio in paesi arabi il consiglio esplicito dell’agenzia di non indossare abiti succinti perché contrari alla religione di quei luoghi, di vedere turiste occidentali con shorts e abitini di garza leggerissimi e trasparenti. Non solo nei luoghi più turistici della costa nord africana. Non sarà difficile vedere, non solo a Sharm o ad Agadir,, topless e perizoma, ma abiti “risicati”pure nell’entroterra egiziano, marocchino o degli Emirati Arabi. E’ vero, loro guardano e sicuramente commentano ( sapendo che noi non li comprendiamo) ma nessuno si sognerebbe di chiamare la polizia. Loro, che la libertà, come la intendiamo noi, non sanno proprio cosa sia. Il caro Sarkozy, in nome della sua libertà, ha fatto una ipocrita campagna elettorale mano nella mano con la sua signora e dopo qualche giorno dall’elezione ha dichiarato al mondo che era tutto finito. Un mese dopo, o poco più, era già “risposato” con Carla Bruni. Ancora ipocrisie, ancora falsità. Una persona così libera non avrebbe dovuto esitare ad evitare l’esternazione di simili complici sguardi d’intesa. Qualcuno paga sempre le conseguenze delle libere decisioni di un autoritario ed arrogante personaggio, che in nome della libertà, vieta a chi lo desidera (fosse pure una su mille) la libertà di usare ed indossare ciò che crede. Incomprensibile per me, ma forse culturalmente tollerabile per loro. Mia nonna (per osservanza della sua religione cattolica) andava a messa col velo sulla testa e tante signore dei paesi che ci circondano portavano sino a qualche hanno fa un fazzoletto che copriva loro il capo. Libere o costrette? Libertà negata quando in nome della religione un genitore criminale uccide la propria figlia perché veste all’occidentale. Libertà negata quando qualcuno, chiunque sia, decide per noi cosa non dobbiamo indossare. Alla fine siamo sempre noi, noi donne, nostro malgrado al centro di atteggiamenti ed imposizioni talebane, che poco, anzi per niente, tengono conto del nostro pensiero e del nostro volere. Meglio, nessuno tiene conto del rispetto di questa, nostra, tanto sospirata “libertè”.
chevipera@libero.it   

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