giovedì 28 gennaio 2010

GAETA - Pozzi Ginori, un futuro critico


 Teresa Faticoni
 «Lo stabilimento della Pozzi Ginori di Gaeta è a rischio». Così ha esordito ieri in Confindustria Fulvio Spertini, vicepresidente del gruppo Sanitec. Spertini era stato convocato per il secondo incontro interlocutorio dopo quello dei primi di dicembre insieme alle parti sociali in associazione industriali a Latina in via Montesanto per capire quale possa essere il futuro di un sito che negli anni d’oro era il fiore all’occhiello del territorio, adesso sembra essere diventato una zavorra. Con lui anche il direttore generale di Pozzi Ginori Ivano Bizzarro e il nuovo direttore di stabilimento Mandara. L’analisi è partita dal mercato italiano che ha subito una notevole flessione nel 2009. Da 8,3 milioni di pezzi assorbiti nel 2008 si è passati ai 6,2 milioni nel 2009. Una contrazione che ha portato la Pozzi Ginori a perdere una fetta di mercato pari al 20% circa con una perdita di fatturato pari a circa 5 milioni di euro. In questa situazione generale la Sanitec chiede che anche lo stabilimento di Gaeta dia il suo contributo per mettere in campo azioni di recupero di produttività ed efficienza e per abbassare il costo del lavoro. Per il 2010 sono stati assegnati allo stabilimento di Gaeta 600mila pezzi da produrre. «Una situazione delicata – commenta Dario D’Arcangelis, segretario generale della Filctem Cgil di Latina - di difficile gestione considerate anche le condizioni occupazionali del nostro territorio. Dobbiamo fare in modo di trovare soluzioni per mantenere solido lo stabilimento». L’azienda, dopo un susseguirsi di riorganizzazioni nel 2006 e 2009, aveva già preannunciato per questo mese seri problemi, con aumento dei costi di produzione a seguito dei quali non sarebbe riuscita a garantire tutti i livelli occupazionali. Come si mettono dunque le cose? «In questo momento particolare il lavoro che aspetta le organizzazioni sindacali – spiega Armando Valiani, segretario provinciale della Ugl chimici - è veramente particolare perché a cuore abbiamo salvaguardia di 400 posti lavoro». Il 5 è stata convocata una assemblea dei lavoratori, cui i sindacalisti spiegheranno la situazione. «Abbiamo dichiarato la nostra indisponibilità a trattare sul taglio dei salari – annuncia Roberto Cecere, segretario della Femca Cisl – chiederemo la massima collaborazione dei lavoratori, ma le due cose sarebbero contrapposte». Il 5 Cecere & co chiederanno ai dipendenti, considerato anche il cambio al vertice dell’azienda, la massima disponibilità a collaborare con un maggiore impegno e assiduità al lavoro. «Ma la macchina organizzativa deve partire al più presto – conclude Cecere – con la consapevolezza che tutto ciò che faremo sarà con il consenso dei lavoratori». L’11 febbraio, invece, ci si rivede in Confindustria.


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