mercoledì 27 gennaio 2010

“Bistecca” è caduto in una trappola

Stessa trama, stessa storia, altra vittima. Fabio Buonamano,  conosciuto da tutti con il soprannome di “Bistecca” conosceva i suoi assassini, gli hanno teso una trappola”. A distanza di meno di 48 ore - l’ipotesi più probabile sulla ricostruzione del secondo delitto in due giorni a Latina - è che il 33enne sia stato tradito e trasportato con la forza fino in via Monte Lupone, dove è stato prima ferito a colpi di pistola e poi investito dall’auto in uso agli assassini. Ma andiamo per ordine. Martedì poco dopo le 19 Fabio Buonamano ha contatti con alcuni “amici”. Sempre stando alla ricostruzione fatta dagli inquirenti, il 33enne residente in una traversa di viale Kennedy - sarebbe salito sull’auto, in un primo momento senza opporre alcuna resistenza. Una volta arrivato su via Monte Lupone tutto è cambiato. Qualcuno, presumibilmente le stesse persone che la vittima credeva essere degli “amici” hanno estratto una pistola calibro 7,65 e hanno esploso sei colpi: quattro a segno. Fabio Buonamano è stato colpito due volte all’addome, una al torace e uno al collo. La vittima avrebbe tentato di scappare. Al centro della strada è stato ritrovato anche il suo giubbotto, repertato dalla polizia scientifica, come i due cellulari che aveva addosso. Ma non è ancora finita. Gli assassini, dopo aver esploso colpi a raffica, per essere sicuri di non lasciare nulla di incompiuto, hanno premuto sull’acceleratore e lo hanno investito con la macchina passando con le ruote anteriori all’altezza dello stomaco. Qualcuno ha lanciato l’allarme al 118 e alle forze dell’ordine. Il corpo del 33enne era riverso al centro della strada, impossibile non notarlo. Nessuna traccia, almeno per il momento, della Smart in uso alla vittima. Durante le decine di perquisizioni fatte dagli agenti della Squadra Mobile è stata, invece, ritrovata lungo Corso Matteotti all’altezza della galleria Pennacchi, la sua Y10. L’auto, ovviamente, è stata sequestrata e condotta nei laboratori della scientifica. Non si sono mai placati gli interrogatori in questura né tantomeno le perquisizioni a casa dei soliti noti. Posti di blocco ovunque in città, in attesa dei rinforzi che arriveranno dalla Capitale.


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