mercoledì 30 dicembre 2009

Autostrada per Craxi

Lidano Grassucci 
Ero anticraxiano quando Craxi comandava, e non era facile. Non condividevo di Craxi la scelta di un socialismo laico, liberale. Ero di quei socialisti che ritenevano Marx un riferimento indispensabile per capire il presente ed immaginare il futuro. Ero legato a schemi classisti anche rassicuranti. Craxi comandava e tutti erano craxiani. Poi il Raphael, le monetine, figli di una “questione morale” che un partito, quello comunista, fuori dalla storia usò per “evitare la questione socialista”. I comunisti fecero la morale etica dopo che erano stati finanziati per decenni da potenze straniere, come se i repubblicani americani avessero preso i soldi dai giapponesi e accusavano i democratici di essere corrotti per aver comperato camion Ford per l’esercito. Diventai, non craxiano, ma difensore di Craxi davanti a quella ipocrisia di stare sempre con chi vince che è propria dell’Italia che odio, imbelle e codina. Non si trovava un craxiano a pagarlo oro: leghisti e fascisti con il cappio chiedevano l’impiccagione di Craxi, i comunisti tacevano a fronte di Craxi che non aveva taciuto all’internazionale socialista quando diede il consenso ad accettare i comunisti italiani. Ma è un vecchia storia i comunisti spagnoli spesso trovavano piu’ utile sparare a socialisti e anarchici piuttosto che ai franchisti.
Oggi a Milano il sindaco Moratti vuole intitolare una strada a Craxi e i vecchi portatore di cappio tornano a urlare, a lanciare monetine, a colpire il capo che è in disgrazia. Tanti Bruto.
Credo che Craxi abbia diritto ad una via pure grande. Giulio Cesare ha importanti strade, ma non era uno stinco di santo, Napoleone Bonaparte non era uno specchiato, anzi a noi italiani ci invse in armi, loro hanno strade Craxi no? Antonio di Pietro insorge, con livore. Mi domando: ma quanto il suo giudizio su Craxi era onesto quando era magistrato, agiva non per giustizia ma per odio? Craxi ha capito, e per primo, che l’Italia aveva bisogno di una sinistra laica ed europea, di uno stato alleato degli americani ma non suddito (Sigonella), che la Chiesa andava rispettata ma non subita, che lo Stato italiano andava riformato nel profondo.
Ricordo i compagni socialisti spagnoli che venivano in Italia per comprendere l’idea di un socialismo nuovo, di una società delle libertà. Craxi è morto in esilio e l’Italia ha messo in carcere il socialismo,  la Spagna socialista, laica ed europea ci ha superato per ricchezza procapite. Sarà  un caso, ma i cappi producono morte, le idee nuove sviluppo. Sto con Craxi, rendo onoe a Craxi con lo stesso orgoglio per cui non condividevo la sua idea di socialismo pragmatico. Lui aveva ragione io forse torto seguendo il vecchio principio che se incontri due socialisti avrai almeno tre correnti. La fine di Craxi: il caudillismo di Berlusconi, il populismo giustizialista di Di Pietro, l’onanismo localista-ingeneroso-xenofobo-medievale della lega, e la morte della sinistra.
Una strada? Io gli intitolerei l’A1, e a Riccardo Lombardi un corso al centro di Milano. Perché  se Craxi tornasse sarei ancora con Lombardi contro Bettino. Sapete sono socialista e non ho capito.

1 commento:

  1. Volevo solo informare che a Valmontone, cittadina in provincia di Roma famosa per avere un Outlet Village tra i più grandi d'Europa, "Via Bettino Craxi" esiste già da 8 anni ed è una delle strade più lunghe ed importanti del centro.
    Buon anno nuovo!
    Un'Estone che vive in Italia.

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