sabato 28 febbraio 2009

Pozzi Ginori, parte la bonifica ma non lo sviluppo dell’area

Alessia Tomasini

Sono il filo rosso che attraversa la cartina di Latina. Sono i siti dismessi. Sono i luoghi in cui un tempo si era concentrato lo sviluppo economico dell’agro pontino, la crescita dell’occupazione e la ricapitalizzazione di ricchezza sul territorio. Sono la ex Pozzi Ginori di borgo Piave, la Controlcavi sulla Pontina, l'Elletre in via Ezio, nelle immediate vicinanze del campus universitario, l'Ilio sulla Pontina, l'Orni nella zona di campo Boario, la Vianini, a Latina scalo e la ex Nova Solai. Tutti siti dismessi diventati discariche a cielo aperto o riparo provvisorio per senzatetto, immigrati clandestini e spacciatori. Sono le aree dimenticate che i cittadini sperano di vedere risorgere e che invece assorbono risorse, quelle per la bonifica, senza alcuna continuità progettuale. La ex Pozzi Ginori è il simbolo di questa incapacità di riempire di contenuti zone vaste con posizioni strategiche. Il Comune di Latina ad ottobre 2007 aveva sottoscritto un accordo transattivo con la Sviluppo immobiliare Latina, proprietaria del complesso, per procedere agli interventi di bonifica necessari alla tutela ambientale dell’area. Il costo dell’operazione è di un milione e 500 mila euro garantiti da fidejussione bancaria. Il progetto di bonifica è stato approvato con determina dirigenziale il 28 gennaio di quest’anno e prevede la rimozione totale dei rifiuti costituiti da terre di fonderia. A sei anni di distanza si tratta del secondo intervento che viene portato a termine, i lavori dovrebbero iniziare entro la prima metà di marzo, a seguito dei controlli dell'Arpa per verificare l'inquinamento della falda acquifera. Nel 2003 il sito aveva richiesto il provvedimento urgente della polizia provinciale che sequestrò l'area e messo i sigilli. Le analisi avevano dimostrato che sia il terreno che la falda sottostante presentavano un elevato tasso di inquinamento. Si era andati ai ripari con la bonifica immediata ed integrale dell’area con la rimozione di circa quattromila metri cubi di eternit che costituivano le coperture degli stabilimenti e con la ripulitura del terreno inquinato da alte percentuali di piombo, zinco, ferro e manganese. Poi? Il nulla. La ex Pozzi Ginori è tornata al punto di partenza e le risorse spese per ridare dignità al sito sono state letteralmente gettate nel cestino. Millecinquecento metri quadrati di copertura di eternit ed altri materiali di scarto bonificati. Il Comune di Latina, dopo numerosi sopralluoghi, aveva tentato di raggiungere il proprietario del sito per la rimozione delle coperture di eternit e dei tanti rifiuti accatastati all'interno dello stabilimento. Poi? Il silenzio, interrotto solo da sporadiche intenzioni di intervento che coincidono, di solito, con la campagna elettorale. Fino ad ora, infatti, nel capoluogo non ci sono stati grandi interventi di recupero da parte dei privati. Sono disponibili aree di oltre 200 mila metri quadrati. Su cosa farne si gioca una partita importante nell'ambito della riqualificazione della città e del suo tessuto produttivo. Quindi? Se è vero che ci sono gli edifici storici, quelli di fondazione, che debbono trovare una nuova ragione d'uso, come il campus universitario, non si può dimenticare che esistono anche i pezzi di un sogno industriale mancato. Aree che diventano terra di nessuno e su cui ogni amministratore o politico cerca di realizzare i propri piani di sviluppo. Nel sito della ex Pozzi Ginori, già Fonderie Genovesi, a ridosso della pontina sembra si voglia creare un centro commerciale. Ma? Una città non si riprogetta a pezzi, è necessario avere una visione d'insieme. Questo è un altro pezzo della storia di Latina che non va sottratto al resto. Quella della ex Pozzi Ginori è una delle tante strutture senza anima di Latina. E' l'emblema di una situazione diffusa. Un sito industriale che, nello stesso tempo, ha la fortuna e la disgrazia, di trovarsi in una posizione strategica. Nel tempo è diventato appetibile, il centro dell'interesse di molti, mai oggetto di una decisione definitiva. Ora l’ardua sentenza è affidata alla commissione siti dismessi e al buon senso della politica.

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