mercoledì 18 febbraio 2009

Lanciate due molotov contro le favelas in via Pionieri della Bonifica

Daniela Bianconi


A volte è meglio partire dal perché. Per quale ragione due ragazzi in un tranquillo martedì sera alle 22:30 decidono di lanciare due bottiglie incendiarie contro le baraccopoli poste sotto il canale delle Acque Medie? Cosa si cela dietro quel gesto sconsiderato che solo per una coincidenza fortuita non ha ferito nessuno? C'è qualche collegamento tra la violenza sessuale commessa ai danni di una ragazzina di 14 anni a Roma e il fatto che gli ultimi stupri siano stati commessi da rumeni? E' un gesto razzista? Non sono solo queste le domande a cui dovranno dare una risposta gli agenti della Digos di Latina che stanno lavorando sull'attentato incendiario. Per gli uomini del vicequestore Michele Viola il primo nodo da sciogliere è quello collegato a chi sono gli autori di un simile gesto. L'azione è scattata in via Pionieri della Bonifica, precisamente all'altezza del ponte sovrastante il Canale delle Acque Medie, dove ormai da anni - nonostante le varie operazioni di sgombero - esistono alcuni rifugi di fortuna solitamente utilizzati da profughi provenienti dall'est Europa, molti dei quali non in regola con il permesso di soggiorno. Le due bottiglie incendiarie si sono infrante sul prato a pochi metri da alcune abitazioni spegnendosi rapidamente e senza fortunatamente provocare danni a cose o a persone. Immediatamente sono scattate le indagini da parte degli uomini della Volante e della Digos che hanno consentito di stabilire l'intento del gesto sconsiderato. Una bravata anche in considerazione del fatto che dal luogo da cui sono state lanciate le bottiglie sarebbe stato molto difficile raggiungere le baracche dove dormono gli stranieri. Gli agenti, durante la notte hanno effettuato alcune perquisizioni domiciliari nel capoluogo.L'attività investigativa in questione, che non ha fornito al momento riscontri positivi utili ad individuare gli autori del gesto, ma ha comunque permesso di delimitare verosimilmente l'ambito in cui è maturato il gesto dimostrativo. Anche se al momento non è possibile escludere alcuna pista investigativa, gli accertamenti sono rivolti anche a un gruppo noto di giovani. I resti delle due molotov, come la procedura richiede in questi casi, sono stati sequestrati e trasmessi alla polizia scientifica che ora li analizzerà alla ricerca di qualche indizio utile a svelare l'identità degli autori. Un compito arduo visto e considerato che il calore finisce per distruggere ogni minima traccia di Dna presente eventualmente sulle prove sequestrate.

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