giovedì 19 febbraio 2009

Multiservizi, investimenti a perdere Cronaca di un fallimento annunciato

Carmen Porcelli

Quattrocentottanta euro di debito gravano sulla testa di ciascun apriliano. Tanto è costata la Multiservizi, la società municipalizzata del Comune di Aprilia, ai cittadini. Ed è costata tanto perché i consigli comunali che si sono succeduti dal 2004 ad oggi non hanno mai approvato un solo bilancio. Un debito cresciuto a ritmi impressionanti, senza alcuncontrollo da parte dell’ente pubblico. Spese e gestione del personale affidate al libero arbitrio di un’occulta regia. Una situazione, sfuggita di mano, che ha finito per produrre una perdita di oltre 6 milioni di euro, oneri previdenziali esclusi. Oggi i consiglieri comunali, che a vario titoli hanno fatto parte delle diverse maggioranze che si sono succedute, cascano dal pero. Eppure se si ravvisasse per l’azienda un danno erariale, sarebbero tutti responsabili del fallimento di una società nata per far funzionare diversi settori dell’amministrazione. Le maggioranze politiche che hanno governano Aprilia dal 2004 ad oggi non si sono mai preoccupate, attraverso l'approvazione dei bilanci così come stabilito dall'articolo 114 del Testo Unico, di individuare le cause della perdita e risolvere il deficit. Salvo poi, quando tira il vento giusto, scegliere di immolarsi per il destino dei dipendenti che puntualmente percepiscono in ritardo lo stipendio. Se mancano le risorse, però, molto, moltissimo dipendende dall’impiego scellerato che in passato è stato fatto del denaro rimesso dal Comune alle casse della Multiservizi. Denaro, è bene ripetrelo, di cui nessuno ha mai verificato l’impiego. Ma veniamo alle perdita di oltre 6 milioni di euro. Il 60% di questa cifra è stato causato dai maggiori costi sostenuti per il personale, 3.564.919 di euro. Il restante 40% è stato invece determinato dalla diminuzione dei ricavi propri, quindi di quei proventi che la Multiservizi consegue attraverso lo svolgimento della attività aziendale. Il dato è ancor più grave se si tiene conto che i trasferimenti del Comune nel corso del tempo sono aumentati del 38,5 % passando dai 3.807.780 del 2003 ai 5.274.244 del 2007. Inoltre l’azienda ha sempre previsto di spendere una cifra, ma in realtà ha sostenuto costi di due, tre volte maggiori. Solo nel 2003, ma allora era sindaco Luigi Meddi, il consiglio comunale approvò un bilancio e la Multiservizi riuscì a chiudere in attivo l’esercizio. Poi è tutto degenerato. Mancati controlli per le assunzioni, ma anche assenza di freni alla gestione del denaro. Nell’ultimo bilancio della Multiservizi è interessante l'inventario degli indumenti di lavoro. I cittadini hanno pagato 9.742 euro per acquistare uno stock di camici da lavoro tagliati male e guanti inutilizzabili perché difettosi. Non sono mai stati usati, né restituiti. Sono giacenze. E non parliamo del bar del Cral, il cui guadagno non copre neanche la spesa per pagare il dipendente che vi lavora. Su questo, anche su questo, la Magistratura ha ripreso ad indagare, mentre anche la Corte dei Conti cerca di fare luce. Gli agenti della Digos hanno acquisito i documenti contabili. Lavoratori privati della loro dignità, le finanze di un Comune in ginocchio e i servizi allo sbando. E’ la brutta fotografia di una ordinaria storia di malapolitica.

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