venerdì 26 dicembre 2008

Sovrano è il popolo a Pescara come a Fondi

di Lidano Grassucci


Violante, quello del Pd, ora dice di stare attenti sui magistrati. Per via della vicenda del sindaco di Pescara D’Alonso (del Pd) arrestato con tanto di grancassa e ora “scarcerato”, e anche Veltroni dice che quel che è accaduto è “un fatto gravissimo”. Già, ha ragione il socialista Cicchitto che commenta (per una volta col cuore): “Dovevano dirlo 14 anni fa”. Sì, dovevano dirlo anche quando sotto le forche caudine dei magistrati c’era Ottaviano Del Turco. Ma per i comunisti difendere i socialisti è sempre stato difficile, anzi la loro disgrazia era una piccola soddisfazione.
Il super moralista Antonio Di Pietro da qualche giorno è meno rigoroso per via del figliolo che pare di favori ne chiedesse e come. Se pensi male degli altri, primo a poi qualcuno pensa male di te. Moralista il padre, ma discolo il figliolo.
Ho letto i redditi del re della nuova morale, quel Grillo che fugge nella libera Svizzera davanti alla italica dittatura e dal suo fisco. Gli anarchici andarono a Lugano senza mezzi, lui ci va in villa, non è proprio la stessa cosa.
Vi racconto queste storie per le ricadute in casa nostra. Sono socialista e non mi è mai passata l’offesa per essere stata considerata la mia idea come criminale e mariola a fronte delle virtù degli altri. Mi sono preoccupato di una magistratura che faceva politica, eravamo in pochi i più buttavano monetine e incensavano i giudici come nuovi sovrani e stavano con loro. Rino Formica chiese di stare attenti: “A fare il puro trovi sempre uno più puro che ti epura”. Non aveva l’aria di profeta Formica, ma lo è stato.
Ora mi chiedo: se a Fondi la mafiosità l’accertano non i carabinieri ma dei travet, cosa ci impedirà domani di allargare il sospetto a Terracina, a Sabaudia, a Latina, a Roma? I comunisti (o ex fa lo stesso) pensavano di essere esenti dal sospetto, avevano un’etica superiore. Si facciano spiegare da D’Alonso.
Noi naturalmente stiamo dalla parte di D’Alonso, tanto quanto i suoi ci hanno gettato le monetine come si fa agli infami, ai traditori. Noi difendevamo, 14 anni fa, un principio. Sempre lo stesso: “la sovranità appartiene al popolo”. Sempre lo stesso da Genova nel 1892, prima nella Repubblica Romana, nell’Italia unita che abbiamo sognato, quando siamo entrati a liberare Roma, quando abbiamo cacciato i dittatori. Sovrano è il popolo a Pescara come a Fondi.

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