sabato 14 agosto 2010

Terracina, Comune senza pollice verde


Rita Alla
Al verde, gli operai della Ditta “Verde Italia” di Taranto. Il Comune è in ritardo con i pagamenti. Tre le mensilità arretrate, dal mese di maggio, più la quattordicesima che aspettano chi in questi ha lavorato. Eccome, non solo bene. Provare per credere: Area Chezzi alle spalle di piazza Mazzini è tornata ad esistere. Come luogo di gioco e di riparo dagli affanni della città. Una storia infinita quella del verde pubblico. Un record, le cinque ditte alternatesi in dieci anni. Senza contare il non rispetto dei termini contrattuali e gli affidamenti diretti di dubbia legittimità, per l’opposizione. Un verde pubblico, terra di tutti e nessuno. Le competenze divise a metà tra un capitolato e l’altro, tra la Ditta per il verde pubblico, attualmente la “Verde Italia”, e l’immancabile, onnipresente “Terracina Ambiente” e quel capolavoro di capitolato con cui ha vinto la gara d’appalto: non proprio lei, ma pur sempre lei. Siamo alle solite difficoltà nonostante il risparmio economico: 350 mila euro contro i 600. Ma sembra che non faccia la differenza. Poi dai uno sguardo al verde, e capisci che il problema non sono tanto i soldi. Ma che tutti parlano di verde pensando di sapere, oggi come ieri, a destra come a sinistra, e invece non sanno di non sapere niente. Così provano, tanto per vedere che effetto fa: la spiegazione alle due piante di olivo sul lungomare; i pioppi lungo Viale Leonardo da Vinci “costretti” ad invadere la strada con le radici; l’aiuole di Piazza Fiorini al di sotto c’è l’asfalto; un lungomare, da poco rifatto, senza l’impianto di irrigazione, o senza prendere le misure delle aiuole quindi per riparare diamo un taglio alle piante. E via dicendo, quel che manca è il pollice verde. 






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