domenica 15 agosto 2010

Preterizione e litote

Fabrizio Bellini
Che significano? Nell’era del computer non è difficile scoprirlo, basta digitare le parole su Google. E se uno non ha il computer? Ancora più facile, basta leggere Latina Oggi del 13 agosto e il Giornale del 14. Preterizione: è il dire che si tacerà qualcosa. La più subdola e vigliacca forma di insinuazione del dubbio. In effetti chi la usa non sa mai un accidenti di niente, se sapesse qualcosa lo direbbe di corsa, ma si accredita facendo credere di essere al corrente di chissà quali segreti. Però sceglie di tacere.  Apparentemente per signorilità. Una brava e discreta persona. In realtà, come dire, sotto sotto, un fetentone. La litote è anche peggio: dare un giudizio negando il contrario. Esempio: non è bella e neanche intelligente, ovvero, una brutta cretina e così via fino alla litote inversa per eccellenza: più bella che intelligente. Comunque una brutta cretina. Ora accantonando questi esempi, diciamo così, da letteratura, passiamo a quelli tratti da Latina Oggi del 13 agosto dove, a pagina trentaquattro, si legge: “Tutti sanno che Oescmi è una creatura di Mitrano. C’è bisogno di aggiungere altro?” Sì. Secondo il mio mungitore, che è il lettore che si è stupito della preterizione e Mitrano lo chiama Cosimino, sì; c’è bisogno. Cominciamo da “tutti sanno”. Non è vero, è falso, almeno uno, il mungitore, non lo sa. Allora il cronista deve essere preciso e dire tutto quello di cui è evidentemente a parte l’intera umanità, tranne un mungitore e, forse, un suo collega di Canton. Perché subdolamente lasciare intendere senza precisare?. La Oescmi è un’associazione a delinquere? Mitrano è un pericoloso criminale camuffato da dirigente? Il Prefetto Frattasi l’ha denunciato come tale? Perché l’anonimo estensore del succitato articolo non si firma? Proprio lui che tutto sa e lascia intendere di conoscere anche l’arcano come il Mago di Portici. Possibile che non ricordi neanche il suo stesso nome? Lo sbandieri, non si nasconda, abbia fegato e si esponga. Il 14, Latina Oggi, evidentemente affascinata dalla prorompente personalità di Cosmo Mitrano, riprende gli elogi e scrive che Mitrano “ha conosciuto una carriera fulminante come funzionario, prima precario poi stabilizzato, del Comune di Fondi grazie allo sponsor del senatore”. Ora, “allo sponsor del senatore” grammaticalmente suona talmente male che, forse, Pierfederico Pernarella, nel ruolo di biografo improvvisato, voleva dire un’altra cosa. Quale? Che immaginare? Che alberga nella feconda fantasia di Pernarella, che anche Fazzone ha uno sponsor? E chi sarebbe? Quale capo clan? E via, ce lo dica. Boh! Che rompicapo! Al mio uomo delle vacche è venuto il mal di testa. Rimane il fatto che insinuare e non dimostrare è contemporaneamente una porcata e un’arte. Volendo passare alla litote, cioè alla negazione del contrario, dirò che nei brani citati, tratti da Latina Oggi, non è un’arte. Non lo è neanche quando vi ricorre Sgarbi che ne fa sfoggio nell’articolo, pubblicato da il Giornale il 14 agosto, con il quale “celebra” la signora Elisabetta Tulliani: “ho taciuto per due anni, per rispetto dei sentimenti e della riservatezza del Presidente della Camera, terza carica dello Stato. Le istituzioni non possono essere mortificate né da sussurri né da grida.” Preterizione e litote, insieme, accipicchia. Ma, secondo me, avrebbe fatto meglio a continuare a tacere. E insieme a lui tanti altri.

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