mercoledì 11 agosto 2010

Acqualatina, recuperi e distacchi impossibili

Teresa Faticoni
Se non si mette in regola le stacchiamo l’acqua. Solo che una reogla non esiste, perchè non ci sono i termini per nessun distacco. L’attività di recupero della società Acqualatina comincia proprio con il piede sbagliato. I fatti. Una famiglia che abita nel quartiere Q4 a Latina ospita in casa sua il marito della nonna, defunta due anni fa. Un signore che ha uno stato di famiglia tutto suo, ma che dovendo avere una residenza l’ha stabilita in casa della famiglia acquisita. Tutto normale, fino a qualche giorno fa quando dal servizio recupero dispersioni della società che gestisce l’acqua in città e nell’ambito territoriale ottimale 4 arriva una lettera con l’intimazione a mettersi in regola. Alla società risulta che “l’unità immobiliare a lei intestata (omissis) non risulta associata a nessun contratto di somministrazione del servizio idrico integrato”. E certo: quella casa è intestata alla figlia della moglie di questo signore e al marito dalla licenza di costruzione in poi. Quindi da sempre. E tutte le utenze sono intestate alla coppia. Considerato che il signore destinatario della lettera non risulta né nella proprietà né nelle utenze, sarebbe interessante capire dove e come i dati per recuperare evasori ed elusori vengono attinti. “A ogni punto di presa dalla rete di distribuzione deve corrispondere un contratto e un contatore”, si legge sul sito di Acqualatina. E infatti così è.  Ma andando avanti la situazione da grottesca si fa seria: per richiedere informazioni rispetto alle proprie posizioni la società invita a rivolgersi in certi orari stabiliti al numero verde 199-227538. Solo che il fatto di chiamarsi numero verde è una presa in giro bella e buona perché all’inizio della telefonata un messaggio registrato avverte che essa costerà 10 centesimi di euro al minuto. In tutto ciò, poi, il fatto che la ditta di recupero incaricata da Acqualatina ci stia provando senza essere certa del risultato lo si capisce anche dalle date. La lettera, arrivata al signore solo pochissimi giorni fa, è datata 14 maggio 2010. Ora, pur volendo come al solito (e quasi mai si sbaglia) dare la colpa alla lentezza delle poste, saremmo decisamente fuori i venti giorni consentiti per mettersi in regola, pena l’interruzione del regolare servizio. E se invece un ritardo così fosse studiato? Ora. Nessuno si è presentato a staccare l’acqua a casa di questa famiglia. Il che significa che forse l’intimazione resterà lettera morta. E in entrambi i casi sarebbe una presa in giro. Perché se avrà seguito, sarà una cosa illegale e ingiusta. Se non lo avrà sarà solo uno spreco assurdo di denaro pubblico.

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