martedì 6 luglio 2010

L'ARCINORMALE - Le facce sui muri



Lidano Grassucci

Non gioco in questo scritto con il caldo, sarebbe facile, ma riprendo il confronto antico sul futuro di Latina. Ieri era Santa Maria Goretti, la città era vuota e forse si interrogava di questa sua nudità.
 Vuote le strade, un museo. Può avere futuro un museo? Cammino dentro strade enormi. Ora, se ci fosse il sindaco cosa cambierebbe? Manca la festa. Ecco cosa manca, ma non credo che qui abbiamo bisogno di feste, di sogni di futuro.
Chi sarà il sindaco il prossimo anno? Sarà qualcuno certo, ma certo dovrà cercare di portare qui i rumori. Dovrà andare in periferia prendere la gente e portarla qui. Dovrà riempire gli angoli di questo vuoto di umani, tanti quanti ora non ci sono. SE fossi candidato sindaco scriverei nel programma solo questo: prendere la gente e portarla qui, in centro. Il fine? Guardarsi volto con volto, uomo con uomo, donna con donna, per scoprirsi. Farei foto a questi volti e li metterei in tutti gli angoli della città, così ci vediamo. Volti sorridenti, volti vivi, volti prossimi, volti umani. La maledizione di Latina? I volti che fuggono via, le anime in pena che stanno qui volendo stare altrove,. Quelle foto negli angoli ci fermerebbero tutti, ci “fisserebbero” per un po’ in questo posto. Basta fuggire, o invadere, basta cominciare a stare, a sedersi a guardare ma non i muri, come hanno fato Finestra e Zaccheo, ma le persone. Le città non sono i muri sono la gente, cancelliamo i muri, tutti e mettiamoci le facce.

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