domenica 9 maggio 2010

Terracina tra rifiuti e caos blu


Rita Alla
«Volareee, ohh… nel blu dipinto blu, felice di pagare di più», la colonna sonora del nuovo piano parcheggi 2010. Che entrato in vigore il 1 maggio e dopo ben tre delibere è ancora in alto mare. Da qualsiasi punto la si guardi, la situazione è drammatica, a tratti comica. Carte parcheggio: fortunato chi le trova tra chi si cancella e chi espone il cartello “qui non vendiamo carte parcheggio”; quando arrivano perché a volte manca il rifornimento, pagamento della tipografia a parte o progetto ah ho dei dipendenti, tramontata l’ipotesi del ritiro per i rivenditori, rimane il pagamento in anticipo quando l’accordo era “in conto vendita” e cioè prima li vendo e poi li pago. Strisce blu: ancora in corso o vernice fresca con viale della Vittoria immacolata e via Roma un lato a pagamento, l’altro a pagamento; come la segnaletica tra vecchi cartelli e nuovi cartelli con info contraddittori. Vigili stagionali: da 25 a 15 unità «intanto e se funziona altrimenti ne riparliamo» e dal 1 al 15 maggio. Abbonamento annuale: per i residenti solo(?)60 €, mentre a Sperlonga pagano 10 € e 20€ a Sabaudia. Il colmo è che se lo perdi il duplicato te lo scordi, si ripaga da capo. La rivoluzione blu al centro, sosta libera in periferia, nonostante art. 7 comma 8 del Cds dice che in caso di strisce blu «su parte della stessa area o su altra parte nelle immediate vicinanze, deve riservare una adeguata area destinata a parcheggio rispettivamente senza custodia o senza controllo della sosta». Di parcheggi di lunga sosta o di scambio esterni alla città con bus navetta  e/o noleggio bici a tariffa integrata con la sosta o di “paghi il parcheggio, ma il bus è gratis”, nemmeno a parlarne. L’ennesimo intervento senza capo né coda mancando il piano del traffico. Che giace in qualche cassetto dalle parti di Piazza Municipio dopo che l’Amministrazione Nardi nel 2001 stracciò il piano del traffico realizzato dall’Amministrazione Recchia in collaborazione con l’Università “La Sapienza” di Roma e discusso con le associazioni costato 60 milioni di lire. Dovevano farlo loro il piano, invece venne l’Easy Park che finì con il sequestro delle macchinette e le indagini della Procura. Ora quello che a prima vista poteva sembrare il “Park fai da te”, mentre a distanza di qualche settimana dalla presentazione assomiglia sempre di più a “basta che paghi Park”, poi il resto è un problema vostro. 

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