sabato 22 maggio 2010

L'ARCINORMALE - Fulgorcavi e il pezzo che manca


Lidano Grassucci 
I cartelli a difesa della Nexans, meglio quelli per non farla chiudere, sono ovunque e prima del nome attuale dello stabilimento che produce cavi c’è il richiamo al vecchio nome dell’azienda “Fulgorcavi”. Perché questo secondo nome rappresenta un pezzo della storia industriale di Latina, di una storia industriale che trasformava, e questo è comune, contadini in operai ma che si preoccupava anche del “dopo lavoro”. Perché Fulgorcavi era anche il nome di una squadra di calcio che a un certo punto della sua storia gareggiava alla pari con il Latina Calcio, che era un punto di riferimento per il calcio giovanile, che rappresentava l’idea di un grande futuro industriale per Latina. Dalla “Fulgorcavi” è uscito anche, credo, l’unico scrittore che questa città abbia espresso: Antonio Pennacchi, che in qualche modo ha narrato l’epopea industrial-sindacale e sociale. Oggi la chiusura di questa fabbrica ha un significato drammatico perché il sogno industriale che rappresenta, e la società industriale che ne è conseguita, erano il frutto di un’idea di sviluppo, di futuro, che oggi non c’è lontanamente. Le fabbriche chiudono, e questo è normale, ma quando ciò avviene le comunità si salvano se si reinventano, se immaginano un domani legato a un’idea diversa di industria o al passaggio in altri settori ma soprattutto alla capacità di passare dalla vendita delle braccia alla competizione dell’intelligenza. Le grandi civiltà industriali decentrano il manifatturiero, il fare con le mani, ma accentrano la capacità di innovare. Il dramma non è non fare più cavi, ma non essere capaci di pensare e di progettare i cavi di domani. Il dramma di Latina è quello di non aver pensato per tempo al dopo industria sviluppata per il costo basso della manodopera, abbiamo progettato una università che non crea lavoro intelligente ma produce ripetizioni o servizi per il lavoro banale che non c’è più. Non esistono qui centri di ricerca al fianco dell’università, non esistono laboratori di innovazione tecnologica. La Nexans fa cavi come la Fulgorcavi faceva cavi. Il problema è tutto qui, l’incapacità dei contadini diventati operai di dar vita a ricercatori, a creatori di nuovi prodotti. Difendere la Fulgorcavi è essenziale se riusciamo però a confortare la presenza di questa industria con un’idea di progetto del domani che non c’è. 

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