venerdì 22 gennaio 2010

L'ARCINORMALE - Il voto che prega

Lidano Grassucci 


Sui giornali di destra in questi giorni escono notizie sorprendenti del tipo: “La Bonino è radicale”. Perché lo ha negato mai? A sinistra rispondono, “la Polverini è sindacalista”. Perché cosa faceva, la filosofa? I cattolici poi accusano, con il neochierico Ferrara in prima fila, che la nostra Bonino è abortista. Quelli di Libero, il giornale dei paramedici Angelucci, ripubblicano una foto con la nostra che aiuta una donna ad abortire. E giù meraviglia. Ma la Bonino ha mai detto di essere “pentita” della sua battaglia per regolarizzare l’aborto? No. Anzi da quella battaglia è nata l’attuale legge in materia di interruzione di gravidanza. Perché nessuno ricorda quel che era prima di questa legge, quando a morire erano il feto e la ragazza nelle mani delle mammane o di medici pii la domenica in Chiesa quanto pronti ad incassare in ambulatorio da quel che Dio puniva. Perché Belpietro non pubblica le ragazze morte con accanto gli spilloni delle mammane?
La legge sull’aborto non giudica la moralità dell’atto (è questione di coscienza, di fede) ma regolamenta il mondo che c’è. Perché prima della legge per cui si è battuta la Bonino non è che non ci fossero gli aborti, erano solo nascosti, pericolosi quanto redditizi per porci medici e affini (molti dei quali si battevano il petto alla processione del paese in prima fila).
Mi fermo qui, perché la Bonino non si candida a salire al soglio pontificio, ma ad amministrare il Lazio e la Regione non ha competenze né  in materia di principi sanitari (ma gestisce la sanità), né in campo morale. Mi dicono: ma il voto cattolico? Perché si vuol far suora la signora Bonino? Vuole forse legiferare in materia di sacramenti? Vuole fare confessioni a La Pisana?
Organizzare una rete di ospedali è cosa che afferisce a come preghi? Riparare le strade è questione di Padre Nostro? Incrementare il turismo ha a che fare con la Verginità della Madonna? Come girano i bus del Cotral, o come va la metro a Roma è questione di stigmate?
Mi chiedo: se il presidente di Regione fosse ebreo ci sarebbe un altro modo per organizzare i parchi regionali?
Cosa è  il voto cattolico? Un voto che prega. Un voto che fa miracoli. Un voto per il Paradiso.
Mi dicono: se il candidato presidente è laico, il vice deve essere cattolico. Come nella costituzione che i francesi hanno lasciato ai libanesi con cariche affidate a esponenti cristiani o musulmani. Perché da noi c’è una guerra di religione come nel paese dei cedri?
E gli ebrei di Roma a cosa hanno diritto, visto che stanno lì da qualche decennio prima che Cristo nascesse: all’assessore alla viabilità? E i musulmani che sono tanti a quello alle “pari opportunità”?
Non capisco, anche perché mi sento erede degli italiani che nel 1870 liberarono Roma dal giogo del Papa Re, e il Papa dalla schiavitù di un regno. Semplice, le cose di coscienza riguardano il Papa capo dei cattolici e i suoi fedeli, le cose terrene riguardano lo Stato e i suoi cittadini. E a noi come i cittadini pregano non interessa affatto. Ci serve un bravo presidente di Regione, non un chierichetto.
E l’aborto? È competenza dello Stato non della Regione. 

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