giovedì 21 gennaio 2010

CISTERNA - Meccano, nessuno spiraglio di luce

Francesco De Angelis


«Fino a quando non ci sarà un chiarimento tra Meccano e Sviluppo Lazio non sarà possibile procedere a nessun finanziamento». L’assessore regionale al lavoro Alessandra Tibaldi ieri è stata più chiara che mai: l’imprenditore Alberto Veneruso, almeno per il momento, non intascherà nessun altro euro. 
Nuovo capitolo per il caso Meccano, tutto in negativo. Ieri presso la sede della Regione Lazio si è svolto l’atteso vertice (durato circa due ore) per tentare di salvare il salvabile di una vicenda nata male, e che rischia di finire peggio per i 170 lavoratori ex Good Year, il cui futuro occupazionale dopo anni rimane ancora appeso ad un filo. All’incontro hanno preso parte i rappresentanti provinciali di categoria (Fiom Cgil, Fim Cisl, Uilm Uil e Ugl), i vertici aziendali, l’assessore Tibaldi, l’assessore provinciale Silvio D’Arco, Andrea Polichetti per la prefettura di Latina, e il sindaco di Cisterna Antonello Merolla. Ad inizio riunione si è proceduto con un riassunto della situazione. Ovvero: l’impegno preso dalla Regione a febbraio del 2009, che riguardava l’erogazione di 500 mila euro, è stato rispettato poiché sono stati erogati 175 mila euro, mentre a breve i restanti 375 mila verranno erogati a giorni. Mentre per la questione relativa ai famosi 5 milioni di euro che consentirebbero al progetto Meccano di proseguire sono emerse problematiche riguardanti la Meccano e Sviluppo Lazio. Problematiche che ad oggi non consentono l’erogazione dell’ultima tranche dei finanziamenti. Quindi? L’assessore Tibaldi ha riferito che fin quando non ci sarà un chiarimento tra Veneruso e Sviluppo Lazio, tutto rimane fermo. Più in dettaglio, lo strappo “tra i due” (Meccano e Sviluppo) riguarderebbe una serie di contenziosi in atto (decreto ingiuntivo su fatture non pagate) e varie inadempienze contrattuali. Da parte sua la Regione si è impegnata a convocare entro la fine della prossima settimana un tavolo di confronto, l’ennesimo, per verificare la possibilità di portare a compimento il progetto Meccano. I tempi sono però ormai limitati alla fine del mandato regionale di marzo, che si chiuderà per gli atti amministrativi l'11 febbraio. Il calvario dei 150 lavoratori su cui pende la minaccia di apertura di  mobilità (il concordato è stato già avviato) non sembra avere ancora fine. Sindacati sul piede di battaglia. «Credo che in questa fase - riferisce il segretario provinciale dell’Ugl, Maria Antonietta Vicaro - l'impegno della Regione di voler chiudere in tempi brevi questa partita, sia a dir poco fantascienza, forse le buone intenzioni ci sono tutte, ma oggi (ieri per chi legge, ndr) è stato evidenziato come la mancanza di dialogo tra azienda e istituzioni, sia caratterizzato dai contenziosi in essere». Sulla stessa scia, intervengono Roberto Caccavello e Filippo Giordano della Uilm Uil, i quali auspicano che «il prossimo incontro riesca a risolvere il contenzioso che c’è tra le parti cosi da consentire uno sviluppo al piano di industrializzazione della società Meccano». Ma nel caso in cui il contenzioso non sarà risolto la segreteria provinciale della Uilm è decisa «nel ritornare direttamente alla fonte del progetto ossia al ministero dell’industria per ridiscutere nuovamente del progetto Meccano per far si che nessuna strada sia lasciata e che i lavoratori siano salvaguardati». Lo riferisce anche Vincenzo Quaranta della Fiom Cgil: «Speriamo nell’impegno della Regione, con la speranza che non arrivino più altri colpi di coda che stavolta potrebbero rivelarsi fatali». Insomma: è la cronaca di una beffa che dura ormai da tempo, troppo. Intanto per martedì è fissata l’assemblea dei lavoratori in attesa dell'incontro tra azienda, Sviluppo Lazio e Regione.

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