martedì 22 dicembre 2009

APRILIA - Latte Primavera: pochi riassunti e indotto ko

Teresa Faticoni
Un nodo difficile da districare quello del latte Primavera. Ieri per la terza volta l’assessore Silvio D’Arco ha convocato le parti in Provincia, ma non si trova una via d’uscita. Perché l’azienda, quella Clap proprietaria del marchio che in provincia è secondo in termini di vendite solo alla Granarolo, chiude e basta. E non vuole trattare per quanto attiene gli undici dipendenti. Ieri il clima si è surriscaldato in via Costa. «Nonostante l’impegno preso dalla Provincia l’azienda non ha accettato di portare avanti nessun tipo di trattativa se non individuale e al ribasso con i lavoratori», ha dichiarato a margine dell’incontro un indignato Giovanni Gioia, segretario generale della Flai Cgil di Latina. La Clap, infatti, si è presentata al tavolo con delle comunicazioni e non con delle proposte. Su quel sito, diventato dal luglio scorso - secondo visura camerale - di proprietà della Coperlat, arriverà un’altra azienda. La Mave: il cui titolare sarà il figlio dell’attuale amministratore delegato della Clap. Questa nuova realtà assumerà 4 degli attuali produttivi con contratto commerciale e non industriale (quindi peggiore dell’attuale) e uno (sindacalizzato) lo lascia a casa punto e basta. Per quanto concerne gli amministrativi il discorso cambia, ma non molto. Due sono lo stesso amministratore delegato e il figlio. Il primo va in pensione il secondo fa il salto di qualità. Uno sarà riassunto dalla Coperlat in provincia di Latina. Altri tre saranno spediti a lavorare ad Ancona, pena il licenziamento. E il latte? Non sarà più prodotto qui, ma nelle marche e poi commercializzato in provincia con il marchio Primavera. Se ne deduce, quindi, che l’indotto – costituito dalle cooperative pontine che conferiscono alla Clap – va in malora. «Utilizzeremo – conclude Gioia – tutti gli strumenti a nostra disposizione per tutelare i lavoratori e l’indotto».  

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