mercoledì 25 febbraio 2009

Una centrale per cambiare il mondo

Lidano Grassucci


Ho espresso ieri l’opinione che il nucleare per Latina potrebbe essere un’opportunità. Apriti cielo: i tumori, la fine del mondo, la morte del mare. Il cambiamento del clima. Alcuni anni fa sono andato in vacanza nella valle del Rodano in Francia. Posti belli, mi sono affacciato dalle mura di Avignone, la città dove i Papi andarono a farsi francesi, davanti c’era una centrale nucleare. Con me centinaia di turisti, la gente del luogo era cordiale, nei parchi pubblici tante persone anziane e in buonissima salute a prendere il sole. Non ho trovato Hulk, uomini verdi, non ho trovato donne torcia, non ho trovato uomini gomma. Era gente normale, come me. Anche le oche in campagna non erano diverse da quelle di casa mia. La gente sorrideva, lavorava, si innamorava, si disperava, come da noi. Quando mio padre si guadagnò qualche soldo lavorando alla costruzione della centrale di Latina, mi pare lavorasse per la Torno, si riempì la bocca di mondo nuovo, di un futuro migliore del suo presente. Era pieno di speranza, lui e gli altri che lavoravano con lui. Si sentivano parte del futuro. Ora intorno vedo tanta paura, tanti distinguo.
In genere i cugini francesi mi irritano, sono spocchiosi, si allargano. Ma gli invidio la rivoluzione, gli invidio la capacità di non aver paura del passato, di reinventarsi una nazione. Sono liberi e credono nella dea ragione, noi abbiamo paura di osare, la felicità è peccato.
Il risultato? Stiamo morendo. Andate in via Panisperna a Roma, dalle parti di via Cavour, nella Roma piemontese. Lì è nato il nucleare: Amaldi, Pontecorvo, Fermi, Majorana. Lì hanno capito l’atomo. Naturalmente il dittatore (i dittatori sono sempre cretini) li cacciò per via della “razza”. Il risultato è che lui perse la guerra (vivaddio), e l’energia di domani nacque altrove. Gli italiani sono così, non osano sono vittime di paure e pregiudizi.
Genio e paura. Io farei una grande centrale nucleare, per tornare a cambiare il mondo.

1 commento:

  1. Sono d'accordo il nucleare è una grande opportuinità diretta e indiretta. Il fatto è che siamo un paese di conservatori. Il nucleare? Si ma a casa degli altri...

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