martedì 24 febbraio 2009

Nucleare a Latina, sì grazie

Lidano Grassucci



Italia e Francia hanno firmato l’intesa sul nucleare. In Italia si faranno quattro nuove centrali. Non tre, non cinque, quattro.
Il presidente del consiglio italiano Silvio Berlusconi e il presidente francese Sarkozy hanno messo nero su bianco. Cosa significa: che l’Italia torna a fare quello che fanno tutti i paese industriali, a produrre energia dall’atomo. Singolare che il paese dove è nata la fisica moderna abbia “dimenticato” la tecnologia nucleare. I ragazzi di via Panisperna e per primo Enrico Fermi si rivoltano nella tomba.
Il ragionamento è: ma dove si faranno le 4 centrali? Guarda caso l’Italia aveva prima del referendum 4 (dicasi quattro) siti nucleari: Trino Vercellese, Latina, Garigliano e Caorso. Le centrali nucleari non possono nascere ovunque, posso nascere dove ci sono condizioni fisiche adatte e la disponibilità di tanta acqua. Vicino ad un fiume o al mare.
Insomma possono sorgere lì dove già c’erano: vicino al Po (Trino Vercellese e Caorso), vicino al mare (Latina e Garigliano). Insomma il ritorno al nucleare passerà per dove già è passato.
Delle due l’uno: ho questo processo viene governato con il consenso locale (disponibilità in cambio di benefit) o ci passerà sulla testa come già è avvenuto negli anni ’60.
Ora la classe dirigente pontina lancerà strali contro l’idea di avere una centrale nucleare, tutti i populismi del mondo convergeranno qui. Ma la politica non è paura, non è istinto, la politica da Machiavelli in poi è ragione. Forse è il capo che la classe dirigente del centrodestra, per iniziare, che esprime Berlusconi e Scajola cominci a ragionare su cosa chiedere, su come essere protagonisti del processo. E’ chiedere tanto? No, sarebbe chiedere una classe dirigente seria.
Torna il nucleare, era ora. Torna a Latina, per fortuna una occasione per uscire dall’isolamento.

3 commenti:

  1. Speriamo così si abbandona quell'insano progetto di porto!

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  2. Ho un libro pieno di foto con animali e ortaggi storpi, anzi sarebbe meglio dire mostruosi (tipo vitelli con due teste e pulcini con tre zampe) raccolte nella zona del Garigliano. Il libro, intitolato "L'inquinamento da radionuclidi nelle acque del Lazio meridionale" è stato scritto da Carlo Marcantonio Tebaldi e pubblicato dal Centro Studi "Il Golfo" nel 1985. Vedere per credere.

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  3. a me sembra che nessuno costruisce pi centrali nucleari, anzi (vedi USA) si va verso lo sviluppo di energie rinnovabili, siamo ormai indietro sul nucleare e tentare di recupeare terreno sarebbe solo anti-economico. Se i venti (per ora) miliardi di euro necessari alla costruzione delle centrali, venissero impiegati per il fotovoltaico, avremmo risolto il problema energetico.

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