giovedì 26 febbraio 2009

Camera di Commercio, Tar e fregnacce

Lidano Grassucci



Il Tar si è pronunciato, non ritenendolo urgente, sulla richiesta di sospensiva di alcune associazioni di imprenditori sulle nomine del nuovo consiglio della Camera di Commercio.
I miei studi giuridici sono datati e non sono un giudice. Però, da cittadino, credo di poter fare delle osservazioni. Non mi esprimo, quindi, sulle ragioni che hanno portato il giudice amministrativo a non dare la sospensiva, ma ragiono sugli effetti.
In uno dei ricorsi la Confagricoltura segnalava che, se fossero vere, le autodichiarazioni di rappresentanza avanzate dalle associazioni agricole, questo settore avrebbe 46.000 addetti in provincia. Sarebbe a dire, che il 20% della forza lavoro della provincia di Latina è impiegata in agricoltura. Una percentuale senza precedenti in un paese industriale avanzato (il peso del settore primario, in questi paesi, sul lavoro è tra il 3 e il 5%). Difficile da spiegare anche per stati in via di sviluppo come l’Albania, improbabili anche per economie africane come la Tanzania. In punta di diritto non è urgente bloccare una rappresentanza in base a questi numeri? Mi sia consentito un po’ sopra le righe, considerare tutto ciò quantomeno illogico.
Quindi: dal punto di vista di diritto non c’è urgenza dal punto di vista della giustizia (che è il senso del giusto, di ciò che è equo) è tutto veramente incredibile.
Se quelli di Confagricoltura, per paradosso, avessero dichiarato 50.000, 100.000, o un milione di addetti la rappresentanza che ne derivava era “normale”, “accettabile”.
Non entro nel merito ma 46.000 agricoltori, e lo dico da figlio di quella gente pure orgoglioso di esserlo, non ci sono a Latina neanche contando i defunti.
Credo che il giudice del Tar abbia proceduto nel rispetto scrupoloso delle norme che regolamentano la sua funzione, ma resto dell’avviso che siamo davanti ad una palese ingiustizia, ad una situazione paradossale. Perché se è vero che abbiamo 46.000 agricoltori dobbiamo fare richiesta all’Onu di essere inseriti tra i paesi in via di sviluppo, dobbiamo avere gli aiuti relativi dalla Fao, altrimenti siamo davanti a “fregnacce”. In entrambi i casi trovo tanta urgenza nel verificare. Magari sono sbagliato io. Trovo ingiusto che il rappresentante assegnato alla Confartigianato è stato cancellato per via di un presunto ritardo, la rappresentanza se è legittima non è come il latte che scade. Non sono tipo da pensar male, ma guarda caso questa rappresentatività punisce associazioni datoriali non legate alla sinistra che governa la Regione.
Il giudice ha agito nel diritto, ma l’ingiustizia è palese. E quando la “giustizia” e il “giusto” sono distanti, il Paese è malato.
PS: ora tempo che in Camera di Commercio per far quadrare i numeri invochino un nuovo Pol Pot, sì il dittatore Cambogiano che decise di far tornare tutti a fare gli agricoltori. Gli inglesi dicono “Dio salvi la Regina”, credo che il mio paese non si possa salvare.

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