lunedì 16 febbraio 2009

Aprilia in cerca di identità

Carmen Porcelli

I nomi e i volti cambiano giorno per giorno. A disegnare la geografia delle prossime elezioni amministrative si corre il rischio di essere smentiti. C’è il buonsenso a fungere da faro. Il centrodestra non può sbagliare; dato per favorito anche stavolta, non può permettersi di cadere per la seconda volta nell’errore. Le distanze tra il Pdl e l’Udc si ritraggono e si accrescono con il passare dei giorni, si procede a ritmi velocissimi. C’è chi attribuisce questo fenomeno alla sindachite, l’aspirazione legittima di ciascuno a candidarsi a sindaco, c’è chi invece intravede dietro alle strategie la necessità di darsi un «peso» più che un tono. Giorgio Nardin è l’uomo di punta dell’Udc, un cavallo di razza della politica lo definiscono anche a sinistra, ed è per questo che - pur stando all’ombra per ben due terzi della travagliata era Santangelo - in realtà è sempre stato al timone. Lui, potenzialmente, sarebbe immune dalla sindachite. Eppure, nell’ipotesi di un’Udc in solitaria c’è chi lo vede bene nel ruolo di candidato. E lui come si vede?
«L’Udc pensa al programma, questa è la cosa fondamentale. Le convergenze si troveranno sui punti. Sui nomi c’è tempo. Per quanto mi riguarda non è il mio sogno nel cassetto. Sono una persona umile, che vuole vivere serenamente».
Lo dice come se fosse una cosa negativa
Le candidature si sostengono sugli argomenti. I nomi sono secondari. Avere un nome e non le idee non serve.
E quali sono le idee secondo lei
Il raggiungimento del patto di stabilità, conseguito dall’amministrazione Santangelo, è fondamentale e strategico per la programmazione di una città. Programmare opere, questo dovrebbe fare un’amministrazione. E per fare questo vorrei vedere in primo luogo le periferie in pieno sviluppo ed un piano regolatore funzionale.
Ogni volta che si tocca l’edilizia qualcuno vede aggirare la mafia. Figuriamoci se si vogliono le grandi opere...
È il limite della politica apriliana che non riesce a vedere al di là del proprio naso. Una città in piena espansione, non nell'edilizia, ma nei servizi, nella cultura io Aprilia la vedo così. E’ giusto che una città di 70mila abitanti cominci ad avere una entità. A breve costruiranno un’autostrada dietro le nostre spalle e la nostra preoccupazione è se pinco pallino è buono o no. Tutti quelli che gridano al lupo al lupo sono i responsabili della politica da paesetto.
Il paesetto dove si rilasciano concessioni, ma ai costruttori non si chiede mai niente.
Stiamo attuando il vecchio Prg del 72 la necessità per la nostra città è quella di non soffrire più in futuro per la carenza di impianti. Nell’ultimo periodo è stato approvato un progetto all’ex bullonificio dove oltre alle case si costruirà un teatro, a Campo di Carne all’ ex Rosso antico è prevista una piscina e l’ampliamento della scuola, la lottizzazione al campo sportivo prevede l’aggiunta di 3000 posti allo stadio. E’ qualcosa.
Cosa ha impedito ad Aprilia di programmare?
I vari scioglimenti dei consigli comunali e quelle amministrazioni improvvisate. Aprilia ha delle risorse necessarie e positive per creare le giuste condizioni.
E gli uomini? Ci sono?
Gli uomini sono i cittadini. Tutti possono concorrere per migliorare Aprilia. Io vorrei però che si tornasse ai partiti.
Cosa salverebbe di Santangelo?
E’ stata un'amministrazione nata in un periodo di difficoltà. Dopo Meddi, senza entrare nel merito di quella amministrazione, è stata la gestione scellerata di Verzili a dare il colpo di grazia a questa città. Bisogna azzerare e ricominciare da capo.

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