domenica 28 dicembre 2008

Acqualatina e la sinistra suicida

Lidano Grassucci


I miei amici di sinistra hanno la memoria corta, cortissima e arrivano in ritardo alle cose. Hanno problemi con il tempo, con gli orologi. Insomma per salvare la Sinistra non ci vorrebe un eroe, un grande leader, ma un orologiaio.
Leggo che Domenico Guidi e Sandro Bartolomeo hanno fatto della guerra ad Acqualatina la ragione stessa del loro agire politico. Mi sarei aspettato altro da due leader come loro, da due (oggettivamente) grandi amministratori, ma l’ira acceca. Ma chi ha voluto Acqualatina? La legge in base a cui è nata è la legge Galli, e Galli è un esponente della sinistra. E’ nata per salvare i comuni da disastri idrici imminenti: i costi di gestione stavano esplodendo, servivano investimenti ingenti e nessuna amministrazione locale era oggettivamente in grado di farlo. Da qui la scelta del partito dei sindaci, quasi tutti di centrosinistra, di “passare la mano”.
Galli ha scritto quel che i sindaci volevano. Nel Lazio ci mette mano un assessore, Michele Meta, chè è anche segretario regionale dei Ds.
Quando si da corso all’operazione di nuova gestione dell’acqua in provincia di Latina si da una risposta alle amministrazioni locali (in maggioranza a guida Ds) che dovevano fare i conti con carrozzoni (chi ricorda il consorzio Acquedotto degli Aurunci, non fa più nulla ma ha ancora un consiglio di amministrazione? O la vicenda della Dondi a Sezze?), con la difficoltà di dare il servizio, con costi per la collettività enormi.
Sono le amministrazioni di sinistra a scegliere la soluzione ibrida: società pubblico-privata per gestire le acque. Forza Italia è per far uscire la politica da questa gestione dando tutto, al 100% in mano ai privati.
Nella assemblea dei sindaci (su 33, 24 erano di centrosinistra) che passa la soluzione Acqualatina. Guidi e Bartolomeo lo ricordano bene, perché c’erano. L’idea, allora, era che questa soluzione avrebbe favorito chi aveva più forza politica ed allora la sinistra era forza egemone in tutti i comuni della provincia tranne Latina, Fondi, Minturno e Sabaudia.
Le cose non andarono come previsto e la sinistra non ha conquistato queste amministrazioni, ha perso quelle che aveva.
Su Aprilia è l’amministrazione di sinistra di Gianni Cosmi ad aprire la questione delle regole, del pagare tutti pagare meno, ad aprire la lotta all’evasione. La filosofia dell’Aser è quella della Legge Galli: i servizi si pagano. L’acqua non è più una forma di redistribuzione del reddito, è un servizio oneroso e l’onere va distribuito tra chi ne usufruisce.
Ma il mutuo della Depfa? Bartolomeo e Guidi sanno bene che la gara europea con cui si sceglie la società privata partner del pubblico nella gestione prevede investimenti che sono finanziati dai soci. Quindi? Per il 51% dai comuni. L’alternativa al mutuo è di attingere ai bilanci comunali. Insomma senza mutuo che “addolcisce” l’esborso distribuendolo per alcuni anni, le amministrazione avrebbero (tutte) i conti in corto circuito.
La sinistra non ricorda le sue scelte, non fa di conto con la sua storia. Ma quello che preoccupa non è questo, è che le azioni populistiche sono proprie di chi non mette nel conto che potrebbe vincere, che potrebbe governare.
L’azioni di Guidi e Bartolomeo preoccupa perché è di una sinistra che si pensa opposizione eterna.
Per un liberale una democrazia bloccata in cui uno vince sempre e l’altro è destinato sempre a perdere è malata. Gravemente malata.

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