martedì 8 giugno 2010

L'ARCINORMALE - L’umano Zaccheo e gli errori del sindaco



Lidano Grassucci

Il coccodrillo piange sempre dopo che ha mangiato, spesso è virtù quella di non essere dove si è di troppo. L’ex sindaco di Latina Vincenzo Zaccheo, credo, non abbia ben compreso che non ha più ruoli pubblici e la sua umana solidarietà è appunto umana ed è pari alla mia, a quella di chi legge e a quella di qualsiasi cittadini dinnanzi ai drammi della vita. Ieri è andato dagli operai della Nexans a manifestare vicinanza e questo è umano, ma poi ha cercato di intercedere per soluzioni e questo è da uomo delle istituzioni e lui uomo delle istituzioni non lo è più, perché è stato sfiduciato sia dai consiglieri che gli si sono schierati contro quando si è candidato sindaco, sia dalla maggioranza di quelli che lo avevano sostenuto. Il fatto non è secondario, è gravissimo. Perché è il segno di una rottura politica traumatica, se fosse uomo pubblico provveduto si provvederebbe di rimarginare quella ferita e non di renderla più virulenta e sanguinolenta. Ieri è stato inelegante perché avrebbe dovuto fare quello che ha fatto quando era sindaco con la fascia tricolore dinnanzi alla Gambro, davanti alla Pettinicchio, dinnanzi alla Tetra Pak e davanti a tutte quelle aziende che in questi anni hanno segnato lo stillicidio della morte industriale di questa città. Non solo, ma da sindaco avrebbe dovuto creare quelle condizioni di buona amministrazione che ci rendevano più competitivi rispetto ad altri e quindi capaci di essere attrattivi di investimenti. Non si può chiamare fuori dalla responsabilità, ha governato Latina dal ‘93 attraverso Finestra e da otto anni a questa parte direttamente. E i vantaggi competitivi della sua azione non si sono visti. Perché abbiamo speso miliardi per l’intermodale da cui non sono mai partiti treni o altri mezzi che magari avrebbero reso più competitiva la presenza di Nexans a Latina? Perché ha tenuto aperte le terme che sono costate all’amministrazione e nulla hanno cambiato in termini competitivi a Latina? Quanta efficienza è riuscito a mettere in campo per i servizi comunali rispetto a quelle aziende che chiedevano in tempi di vacche grasse ampliamenti? Non si ricorda del caso Mapei, citato in tutta la letteratura italiana, come esempio di ritardo di risposta amministrativa alla richiesta di una industria di crescere? Quando abbiamo rischiato di perdere anche i marron glacées della Gial di San Michele, l’allora sindaco dove era? Faccio queste considerazioni in ragione del fatto che non siamo tutti uguali, ciascuno di noi è la sua storia, lui non è come tutti gli altri, è stato sindaco e ha delle responsabilità. Capisco che oggi non essendo più primo cittadino ha bisogno di palcoscenici e di far sentire una presenza che prima era marginale. Ma questo è. Credo che solidarietà vera per gli operai della Nexans sia quella di essere loro umanamente vicini e non di andare a battere la grancassa per riprendere una scena che gli hanno negato non i suoi avversari, ma coloro che lo avevano scelto come primo cittadino. Perché questo è il nodo. Vincenzo Zaccheo non è stato sfiduciato da chi gli voleva male, ma da chi lo aveva scelto come migliore. Su questo dovrebbe interrogarsi e magari avrebbe dovuto mandare alla Nexans Stefano Galetto, consigliere regionale, in grado, lui sì, di far qualcosa interessando la Regione, i suoi assessori e la stessa presidente che qui a Latina ha preso consensi tali da permetterle di guidare la Regione Lazio. Umanamente doveva stare lì come ci dovrebbero stare tutti i cittadini di Latina, ma come amministratore di questa città, come da leader o ex leader di un partito politico di governo, doveva interrogarsi sui propri errori e non esporre bandiere al vento. Venerdì l’ex sindaco ci spiegherà le ragioni della cattiveria degli altri, ma ancora una volta perderà l’occasione per spiegarsi e per spiegarci i propri errori. Il principe non deve vendicarsi, ma deve comprendere, definire, le proprie debolezze per preparare le prossime vittorie, se cerca vendetta sta armando gli eserciti che lo porteranno alla sua definitiva sconfitta. Sempre che la lettura di Machiavelli da queste parti è cosa rara.

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