martedì 8 giugno 2010

LA COMPAGNIA

aemme
Sabato pomeriggio e non è uno come tanti. Pomeriggio difficile, tanto difficile da tentarmi a rinunciare ad un invito di amici per la serata. Un invito rimandato per troppe volte, non mi fa trovare il coraggio di desistere. Provo a darmi una parvenza accettabile: mascherina con sorriso e si va. Sermoneta, già la salita dei tornanti al tramonto mostra un paesaggio conosciuto e sempre affascinante. Appuntamento  in un ristorante che probabilmente ero la sola a non conoscere, subito dopo la piazza.  Fabio accoglie i suoi ospiti con grande slancio e anche me, che sta conoscendo in quel momento. Mi avvertono che si tratta di un ‘personaggio’ un po’ particolare. E lo è. Dalla spiegazione delle pietanze ai dettagli dei vari ingredienti che le compongono. Il trombolotto, che sembra quasi una parolaccia è invece un suo olio, aromatizzato con erbe raccolte nelle campagne intorno e limone. Non dice la ricetta e allora parte la corsa ad individuarne le componenti che gli danno quel sapore così particolare. Come ai corsi per diventare sommelier, quando bisogna infilare il naso dentro il bicchiere e capirne gli odori, le note olfattive che rimandano alle sensazioni più disparate. Tanto ci si prende quasi sempre. E il suo olio è così ricco di aromi che ne potrebbe avere qualsiasi o tutti. Lo mette quasi dappertutto e tutto acquista un sapore inconfondibile, un sapore che non avevo mai immaginato sui tagliolini con la bottarga di muggine, sulla caprese. Mi guardo intorno e trovo tante facce conosciute. Una terrazza ricavata da un giardino semi abbandonato, su idea di Francesco D’Erme. Mi dicono che qui a fine cena si canta e che lui è spesso a Capri, da Guido Lembo nella sua taverna ‘anima e core’. ‘Sei fidanzata con lui?’ mi dice scherzando. ‘Saltuariamente’ – rispondo. Questo signore dal fare un po’ bizzarro, che ama scherzare con tutti, in realtà ha cucinato con Heinz Beck, si è inventato un ricettario che, come c’è scritto su, dà in omaggio solo a chi gli risulta simpatico. Ma il ricettario ha uno scopo sociale e umanitario e serve per aiutare l’associazione dei Bambini ‘nati due volte’. Un ricettario dove racconta del trombolotto,  di Sermoneta, della sue enoteca, di Beck. Il mio umore col passare delle ore si modifica, gli angoli si smussano. Offre di tutto a fine cena: dai dolci ai vini da meditazione ma non è più ora di meditare. Mi chiama e mi porta in una specie di cantina: c’è un forte odore di muffa, forse proprio di cantina. Si canta. Chiude la porta, dapprima siamo in pochi e tra vino e sentirsi, come dire protetti tra poche amici, la voce lo segue in tutte le canzoni che propone. Mi avvicina il microfono e quando ad un certo punto mi giro dietro di me c’è tutto il ristorante. Non mi sono vergognata mai di nessuno, non sarà questa la mia prima volta. Forse avrei solo dovuto cedere a tutto quel vino profuso in quantità da mandare in tilt l’etilometro. Ma sono quasi astemia e ‘la compagnia’ di Battisti è la giusta canzone per questa sera. L’ha scelta lui. Bravo Fabio.
chevipera@libero.it

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