martedì 15 giugno 2010

Janssen, la rivolta on line dei licenziati

Teresa Faticoni
Serviva una goccia, una sola goccia perché il mare di rabbia dei lavoratori messi in mobilità dalla Janssen traboccasse. Che la misura fosse colma da tempo lo si era capito: la società chimico-farmaceutica di Borgo San Michele a Latina ha licenziato 50 persone nel luglio 2008. Una procedura aperta con poca voglia di trattare, i sindacati (tranne l’Ugl) firmarono quell’accordo. Sembrava all’epoca l’unica scelta possibile: l’azienda avrebbe proceduto anche senza l’intesa con le parti sociali perché il reparto Cordis andava smantellato a tutti i costi. Solo che a due anni di distanza la Janssen assume; certo, niente di definitivo, tutti contratti a tempo determinato. Ma di assunzioni si tratta, chiara conseguenza che il lavoro c’è. Era solo un calo, che con poca lungimiranza il management deve aver creduto fosse strutturale. E il vento nuovo è andato a soffiare dove c’è disperazione. I lavoratori in mobilità, infatti, hanno cominciato a ribellarsi. A tirar fuori storie che alla luce dei fatti descrivono a tinte fosche tutta l’operazione. La goccia arriva su un social network, in seguito a un articolo pubblicato sulla manifestazione di sabato scorso dei lavoratori Nexans. Due anni fa questa mobilitazione non ci fu. «A noi serviva aiuto due anni fa... Non dimenticherò... nessun sindacato a fare sciopero... siamo andati via in silenzio o meglio ci hanno fatto andare via in silenzio perché era quello che ci dicevano di fare (sindacato che aveva firmato l'accordo), ci siamo fidati, ma di chi? Di un sindacato che non ci ha aiutato a combattere per un posto di lavoro che 50 persone avevano... 50 persone che hanno famiglia e che ora sono a spasso senza lavoro! Vorrei qualcuno che ce lo spieghi o che faccia qualcosa!», scrive un utente. Gli fa eco una donna che denuncia di essere stata licenziata malgrado fosse incinta. E poi tante rivelazioni rispetto a pressioni e addirittura minacce per andar via. «Come mai molti di noi sono stati trasferiti nel reparto Pharma e li avete salvati – scrive un altro ex lavoratore rivolgendosi direttamente a un sindacalista -, noi ultimi ci avete licenziato, e non venirmi a dire che siamo volontari perché se non lo sai siamo stati minacciati e sotto pressione, anche da una parte di rsu della tua sigla sindacale, senza dimenticare dell’art.10 dove a molti di noi, grazie al vostro accordo con l'azienda, abbiamo perso un nostro diritto economico». Una richiesta di aiuto, un sos lanciato ai sindacalisti: che facciano qualcosa, che riaprano la trattativa ove possibile, che prendano in mano una situazione sfuggita a molti. Intanto pare che i legali siano a lavoro. 

1 commento:

  1. Alessandro Menegatti16 giugno 2010 alle ore 20:52

    ...domani ci sarà la risposta dei sindacati... tiro ad indovinare... nessuno dirà "raccogliamo la richiesta d'aiuto degli ex-lavoratori" che l'autrice ha riportato come ultimo disperato appello in fondo all'articolo... rincorreranno invece la bandiera del "abbiamo fatto tutto, non hanno voluto aiuto, siamo stati duri contro l'azienda"... tiro ad indovinare, anche se vorrei tanto essere smentito, perchè in questa situazione preferirei sbagliare i miei pronostici se il mio sbaglio comportasse un tendere la mano da parte di qualcuno... io, e con me tanti degli ex colleghi, iniziamo a non saper più come pagare i nostri mutui, le nostre spese e tutto il resto... alla Janssen questo non è importato... a voi, cari sindacalisti, dovrebbe importare, forse più che rispondere con un "non è vero"... se 50 persone sono così arrabbiate dopo tutto questo tempo dovreste domandarvi quanto queste persone siano in difficoltà...

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