Lidano Grassucci
Caro Vincenzo ti scrivo per via del cattivo servigio che ti stanno facendo gli zelanti che ti circondano. Gli zelanti non sono mai utili alla Fede e neanche al Signore, sono eccessivi e falsi. Insomma non credono sul serio, ma mostrano di credere. Guarda che i cittadini di Latina non credono a quanto la tua corte ti racconta, la città, la gente, ha letto male, tanto male la cosa delle tue figlie. Non ha neanche digerito bene la storia di parlare all’orecchio con la presidente. Ai cittadini di Latina della metro frega poco o niente, dell’Icos men che meno, e del porto non si entusiasmano. Non si strappano le vesti perché Galetto, o Guercio, o Galardo, o Rosolini non sono più assessori. Non si sentono non governati senza la tua squadra di segretarie. Nessuno piange per questo, nè lo farà mai. Ma tanti sono un po’ adirati per il tuo parlare all’orecchio e per gli argomenti di cui hai parlato.
Vuoi spiegarti? Fallo, ma non sulla metro. Fallo sull’oggetto di quella conversazione che è stata vista da 12 milioni di italiani. Il consigliere regionale Stefano Galetto chiede la testa della Pdl della provincia. A chi la chiede? A Piso che giovedì mattina, quando i 22 andavano a dimettersi ha taciuto. E Alemanno perché non ha parlato in tua difesa? Gasparri dov’era? Il venerdì quando il consiglio era sciolto sono arrivati quelli del soccorso nero, ma non c’era più nulla da fare. Ti hanno lasciato solo i romani, guarda come risponde la Polverini nell’intervista di Crozza. Ride imbarazzata, ride pensando a come cancellare l’incidente, nessuna parola di sostegno a te che sei caduto.
Certo sul giornale ridiventato amico del vecchio senatore fanno finta di sostenerti con accorati appelli dettati da mani insapienti, ma ormai è comica.
Vincenzo sei stato un grande, sei stato sindaco, deputato, consigliere regionale, comunale, leader di un partito, non meriti di esser servito dallo zelo, non meriti questi mercanti. Da capo spiega le tue ragioni, e risparmia a noi la metro, chiedi scusa se necessario e torna a combattere ma con la tua faccia. I re sono grandi, le corti sempre mediocri.
Questo ti dovevo, ma sono sicuro che seguirai gli zelanti che ti seguiranno per un po’, poi come hanno già fatto andranno a servire un nuovo padrone.
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