domenica 2 maggio 2010

LATINA - Di Rubbo: «Da An solo rancore»

Andrea Apruzzese
«Nella nostra conferenza stampa abbiamo evidenziato problemi di metodo e di merito; in quella di Alleanza nazionale, invece, è stata espressa una posizione rancorosa, ed anche violenta, nei nostri confronti». Non si placano le polemiche tra le anime del Pdl. Ieri l’ex capogruppo di Forza Italia, Giuseppe Di Rubbo, ha deciso di rispondere, da un lato alla componente di An «vicina al sindaco», e dall’altro allo stesso primo cittadino, ribadendo che «la vera differenza, che ci ha portato alla rottura, è legata alla mancata collegialità e alla mancata condivisione delle scelte». Una posizione che, ribatte ancora Di Rubbo, «abbiamo espresso molte volte, nel corso di questi anni, anche in occasione del rinnovo del mandato sindacale di Zaccheo». Ma perché proprio ora è esploso tutto? «Gli obiettivi programmatici del sindaco li abbiamo sempre condivisi - spiega ancora l’ex capogruppo azzurro - e li condividiamo tuttora, ma il metodo non ci consentiva di inseguirli; per anni abbiamo pensato che il metodo poteva essere modificato, ma solo ora abbiamo avuto la certificazione che non era modificabile, e che il sindaco non si riconosceva nel partito e nella coalizione. Una certificazione avvenuta con le dichiarazioni di Zaccheo messe in onda da una trasmissione televisiva (“Striscia la notizia”, ndr)». Di Rubbo dedica un ampio passaggio al ruolo del coordinatore provinciale, Claudio Fazzone, nella vicenda, affermando che «Fazzone ha sempre accettato con spirito di partito quanto accadeva, e non ci ha detto di sfiduciare il sindaco. In questi anni, se c’è stata una responsabilità del coordinatore provinciale, è stata al contrario: ci ha fatto sempre tornare sui nostri passi». Ma è possibile che non vi sia mai stato un reale confronto nel corso delle tante riunioni di maggioranza alla presenza del sindaco? «L’approccio in quelle occasioni - spiega ancora l’ex capogruppo “azzurro” - era sempre “prendere o lasciare”, per l’urgenza con cui ci venivano presentati i temi, che comunque condividevamo. Inoltre, bisognava far lavorare la macchina amministrativa per dare risposte ai cittadini. Su questo, Forza Italia è sempre stata coerente». Quella che Di Rubbo definisce «una posizione individualistica e lontana dalle logiche di partito», non apparterrebbe però solo al primo cittadino, ma anche «ad una parte di An vicina al sindaco, secondo cui era quel partito che doveva avere la preminenza politica nelle scelte finali di questa amministrazione, Forza Italia doveva essere relegata ad un ruolo comprimario, nonostante i numeri». Di Rubbo non boccia però tutta An: «Per il futuro, siamo pronti a lavorare con quanti condividano la nostra impostazione di collegialità: non abbiamo preclusioni; ad esempio, la componente Di Giorgi ha manifestato il nostro stesso disagio». L’ex capogruppo conferma anche che in quelle ore tra il 14 ed il 15 aprile «alcuni di Forza Italia incontrarono il sindaco per convincerlo a dimettersi: questo avrebbe consentito l’intervento di organi superiori, e forse si sarebbe potuto aprire un “patto di fine consiliatura”, per portare a termine due o tre progetti».

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