Lidano Grassucci
Latina è una bella donna di piano, ha il passo da pianura direbbe Ivano Fossati. Ci passo tra le strade larghe e penso alla libertà che danno questi spazi, ma poi vedo volti cupi. I partiti a Latina non ci sono, ci sono consorzi. Consorzi umani che si compongono e decompongono come le pozze d’acqua quando viene a piovere. Ho fatto il censimento dei sindaci (aspiranti) ed ho sballato, non ci sto piu’ dietro. Siamo arrivati al sindaco di se stesso. Corrono tutti senza limite e senza tempo: c’è chi pensa ad un ritorno di Ajmone Finestra, chi vuole riprendere da Alfredo Loffredo, chi sente il richiamo del cognome Zaccheo, ci chi ricorda che si potrebbe ripartire da Mansutti. Ciascuno ha una ragione per fare il sindaco. Guercio ha governato 300 mila alpini e alla grande, perché non puo’ governare 120 mila residenti, Maurizio Galardo ha esperienza da vendere, di amministrazione ci capisce e molto, Creo pure potrebbe aspirare ha fatto l’assessore, e Maietta? E’ rivoluzione verde in concorrenza con Tripodi, per tacere di Giovanni Di Giorgi (che è pure di Sezze e rimetterebbe un po’ di ordine etnico in questa Babele che è Latina). Mi fermo? E perché non potrebbe essere un bel sindaco il piu’ elegante di tutti Alessandro Catani, lui è un sindaco disegnato, perfetto, da bella figura. Poi ci sono quelli di Forza Italia: Di Rubbo, Calandrini, Bianchi e, perché no, Stefano Zappalà. Se poi parliamo di voti i Tiero sono della partita alla grande, Di Matteo non disdegna. Non entro nel merito delle ambizioni della società civile.
O dimenticavo Fabrizio Cirilli, De Marchis e…. Ci vuole l’elenco telefonico, fate così andate alla Sip (ve lo ricordate il vecchio nome di Telecom) e fatevi dare il volume, andate su Latina e cominciate da … Abà Angela, poi giu’ fino a Zuzolo Anna, in mezzo 181 pagine fitte di nomi, ecco sono tutti aspiranti sindaci.
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