giovedì 1 aprile 2010

LATINA - OMICIDI, LA PROCURA FA UN BILANCIO E INVITA LA CITTà A COLLABORARE

Elena Ganelli
Le indagini degli ultimi mesi hanno prodotto risultati importanti: se non si fosse sentito braccato Costantino Di Silvio non avrebbe posto fine alla sua latitanza».
Il giorno dopo l’arresto, a due passi dal carcere dove stava per costituirsi, di “Patatone, il procuratore aggiunto di Latina Nunzia D’Elia fa il punto sulle inchieste in corso per arrivare ad individuare i responsabili del tentato omicidio di Carmine Ciarelli e degli omicidi di Massimiliano Moro  e Fabio Buonamano. Accanto a lei, in conferenza stampa, ci sono il sostituto procuratore Marco Giancristofaro, titolare dell’indagine sul delitto di via Monte Lupone, ed il capo della Squadra Mobile Crisiano Tatarelli e i riflettori sono ovviamente puntati sull’arresto di Costantino Di Silvio. Nunzia D’Elia ha spiegato che l’arresto era previsto per il giorno precedente ma era "saltato". La poli zia era ormai da giorni sulle tracce del 28enne, sulla cui testa pendeva dal 19 febbraio scorso un’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Tiziana Coccoluto ed era vicina alla sua cattura.
Ora, ha spiegato ancora il procuratore aggiunto, il cerchio è quasi chiuso anche se manca ancora all’appello una terza persona indicata da un testimone come presente sulla scena del delitto Buonamano la sera del 26 gennaio scorso all’interno di una vettura.
Rispetto agli altri due fatti di sangue il quadro investigativo sembra essere molto meno chiaro: a oggi non ci sono indagati nè, come ha chiarito la D’Elia, “elementi utili” a definire un movente ed eventuali responsabili. Questo argomento rappresenta l’occasione per affrontare, ancora una volta, la scarsa collaborazione dei cittadini alle indagini. Troppa omertà e troppi silenzi, secondo il procuratore aggiunto, soprattutto in riferimento al tentato omicidio di C armine Ciarelli in pieno giorno e davanti ad un bar affollato di persone. «Le persone devono avere fiducia nelle istituzioni - ha sottolineato - e collaborare con noi». Gli investigatori non hanno fornito invece ulteriori informazioni sui legami tra l'agguato a Ciarelli e gli omicidi di  Massimiliano  Moro e Fabio Buonamano ma hanno sottolineato come in provincia e nel capoluogo pontino da tempo circola una enorme quantità di armi destinata per lo più alla criminalità locale.
Che significa anche quei gruppi, come i Ciarelli, ha spiegato ancora Nunzia D’Elia, che hanno assunto una «dignità criminale di un certo rilievo». Per ora comunque gli investigatori lavorano solo ed esclusivamente su alcune ipotesi senza avere definito un collegamento certo tra i tre fatti nè avere individuato un movente. Unico dato certo è che ci si sta muovendo nel mondo dell’usura e dello spaccio di stupefacenti e sull’”ecomia” legata a tali attività criminali.Intanto questa mattina Costantino Di Silvio sarà ascoltato in carcere dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale Tiziana Coccoluto e dal sostituto procuratore titolare dell’inchiesta sulla morte di Buonamano Marco Giancristofaro. Ancora non si sa se il 28enne deciderà di rispondere alle domande oppure se si avvarrà della facoltà di non rispondere come aveva fatto suo zio Romolo, in carcere per lo stesso reato.

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