martedì 20 aprile 2010

LATINA - Mancano le commesse all'Avio, parte la cassa integrazione

Teresa Faticoni
«Non ci sono ordinativi». Alla domanda delle parti sociali sul perchè del ricorso agli ammortizzatori sociali il management dell’Aviointeriors ha risposto in maniera laconica. Se manca il lavoro, non servono i lavoratori. Almeno temporaneamente. Da qui la richiesta delle organizzazioni di rappresentanza dei lavoratori di accedere alla cassa integrazione ordinaria, considerato che l’azienda ha ancora a disposizione 52 settimane di cui può usufruire. Nell’incontro che si è tenuto ieri nei locali della fabbrica di Tor Tre Ponti (nessuna delle aziende che fanno capo al gruppo Veneruso è associata ad alcuna associazione di industriali) i vertici societari hanno spiegato che le commesse sono garantite solo per i prossimi otto mesi. Da qui la necessità di ricorrere alla cassa integrazione in maniera graduale: si parte - ufficialmente il procedimento ha preso il via ieri - con poche unità fino a una proiezione, stante questa situazione, di un massimo di 100 lavoratori, su un organigramma completo che sfiora i 300. Un terzo delle maestranze, in sostanza, entro la fine dell’anno 2010, potrebbe accedere agli ammortizzatori sociali.
Ma il management si è anche sperticato nel rassicurare tutti sul fatto che si sta attivando, anche attraverso alcuni clienti consolidati, per cercare nuove commesse. Hanno anche specificato che non hanno nessuna intenzione di usare la cassa integrazione come anticamera della mobilità. Sempre, però, con l’incognita del futuro e del mercato che si dovrebbe sbloccare. «L’Avio - ha dichiarato Tiziano Maronna, segretario della Fiom Cgil - è l’azienda fulcro del gruppo Veneruso: crediamo che vogliano risanarla il più presto possibile in termini di commesse e ordinativi. La parola, però, spetta al mercato». L’incontro si è riaggiornato al 26 aprile quando si discuterà di anticipazione delle retribuzioni, su cui i vertici aziendali hanno già ventilato l’ipotesi di un accordo simile a quello Meccano (un paio di mesi ce li metterebbe da subito l’azienda), e di rotazione su cui già si può immaginare una chiusura totale.  I sindacati vorrebbero chiudere la trattativa territoriale con un accordo già confezionato da ratificare in un secondo momento in Regione Lazio.

Nessun commento:

Posta un commento