giovedì 1 aprile 2010

L'ARCINORMALE - Statuto speciale per Latina

Lidano Grassucci 
 
Alcuni anni fa dentro un posto che i politicamente corretti chiamerebbero “non luogo”, il centro commerciale Latina Fiori, ebbi un diverbio con un mio amico, setino come me, uno dei pochi con cui uso ancora il dialetto. La lite era vivace e, non in italiano. Mi colpì la faccia della gente intorno, ci guardavano come se fossimo dei marziani, degli estranei, dei foresti. Con un unico problema: noi parlavamo la lingua di questo posto e loro erano “gli altri”.
Dio sa quanto mi senta italiano, ma quel giorno ho capito che i visi pallidi erano diventati non coloro che condividevano le nostre terre, ma i padroni delle nostre terre. L’idea della Lepinia nasce così, per passare dall’omicidio di una comunità alla sua identità.
Perché dico questo? Perché  oggi il tema della pattuglia di sette consiglieri alla Regione Lazio è l’autonomia da Roma.
Cito il caso della Lepinia (un gioco un po’ serio un po’ goliardico) per segnalare le differenze tra l’area pontina e Roma: in Lepinia vivono gli abitanti originari del Lazio, Roma ha subìto le invasioni dei piemontesi prima, i toscani poi e a seguire siciliani, campani. Noi Lepini, la comunità ebraica con i cognomi delle nostre città, i ciociari e un pugno di romani di Roma. Siamo non diversi dal walser della Valle D’Aosta, o i ladini dell’Alto Adige. Non a caso la nostra antipatia per Roma è ricambiata dagli attuali residenti nella capitale. Il gioco della Lepinia iniziò con una ricerca “Da Artena a Formia” di Sabino Vona. E il percorso “identitario” potrebbe continuare con il romanzo di Pennacchi “Canale Mussolini” che riporta il “dialogo-lotta” tra cispadani e marocchini (venetofriulani e lepini). Entrambi gruppi con forti identità proprie. La questione pontina ora si pone dentro il consiglio regionale del Lazio ancora in embrione ma destinata a diventare il tema del rapporto tra una periferia (Latina) che non si sente più tale e un centro che vede oltre il raccordo il deserto indefinito dei burini. Su Il Corriere della sera di mercoledì c’era una foto che ritraeva la Polverini tenuta in braccio da Zaccheo, accanto a loro Alemanno. La didascalia recitava “La presidente Polverini e il sindaco di Roma Alemanno”. Zaccheo era negato, ma non per lui perché Latina per i romani non c’è.
La secessione? Forse no, ma uno statuto speciale è questione possibile. Abbiamo giocato con le etnie ma oggettivamente Latina e Roma sono due cose differenti, molto differenti tra loro e il Lazio nasce come spazio vitale di Roma, non è più così da decenni ormai.

1 commento:

  1. Giunto qui per google e la parola Artena nel testo. Curioso post, davvero. Però una parte di verità c'è, soprattutto considerando la didascalia sotto la foto Polverini, Zaccheo, Alemanno.

    Parlo io che vivo ad Artena, comune sul confine tra le provincie di Roma e Latina, Roma sublima tutto fino ai confini della Regione. Ma forse la colpa è dei vicini che in preda a sudditanza mistica non hanno saputo far senitre a propria voce.

    Saluti da artenaonline.it

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