giovedì 29 aprile 2010

L'ARCINORMALE - Pdl uno e trino


Lidano Grassucci


Andremo da soli? Mai con i bugiardi. Tuona la sala conferenze dell’Hotel Europa. Gli astanti premettono: “Siamo nel Pdl”, “il Pdl non si discute”. E poi vanno giù pesante contro gli altri: “Bugiardi” li definisce Stefano Galetto che del Pdl è consigliere regionale, Salvatore De Monaco, che per il Pdl è vicepresidente della Provincia, se la piglia con Nicola Calandrini: “Sulla metro era d’accordo, adesso?... “. Creo aggiunge: “Sarà caduto da cavallo come San Paolo e si è convertito”.
Nei congressi socialisti e comunisti, ogni volta che c’era una scissione, lo scissionista cominciava: “Credo nell’unità del movimento operaio, nella grandezza del partito….” Salvo poi annunciare che andava via perché era lui il più puro. Di tanto in tanto l’astante esprimeva solidarietà a Zaccheo, e giù gli applausi. De Monaco legge un passaggio del funzionamento del Pdl: “discussioni sì, ma non correnti”. Perché, quella che  cosa era? Una riunione di boy scout? Un insieme di amici che si preparano ad un tressette? E’ una corrente, è una scissione, è una componente. Qualcuno dice: ma come, proprio voi finiani attaccate gli ex azzurri con le tesi di Berlusconi? Fini è dimenticato, Galetto spiega che lui sta con Alemanno. E si va avanti così. Non so chi ha ragione e chi torto, so che ho davanti una componente del Pdl. Fini aveva fatto l’esempio del Pdl in Sicilia che è uno e bino, pure a Latina ora è così. Anzi: ci sono quelli di Fazzone, questi di Guercio e Galetto, poi ci sono quelli di Di Giorgi. Insomma a Latina siamo più dei siciliani. Il partito è uno ma trino, per rimanere nell’esempio religioso di Creo siamo alla Santissima Trinità. Quando andrò da qualche prete a cercare di capire come fa Dio ad essere uno e tre, quello risponderà è Fede.
La conferenza stampa è affollata, pochi i giornalisti tanti gli astanti, un convegno, una sorta di Sala della Pallacorda.  “Mai nella stessa lista con chi ha fatto cadere Zaccheo”.
Naturalmente nessuno crede che: “sia colpa di Striscia la notizia”. Nessuno. Come se aver bisbigliato all’orecchio del Presidente della Regione, appena insediato, cose di famiglia ed aver fatto lo sgambetto a Fazzone fosse cosa non rilevante. Domando: Ma se Fazzone avesse fatto lo sgambetto a Zaccheo? La domanda non è contemplata. Fazzone è cattivo e Zac buono e la distinzione sta tra chi ama Latina (loro) e chi no (gli altri). Solo che Latina non è una bella donna ma una città e la politica ha passione non amore.
La riunione finisce, davanti ho tutti gli amministratori di Zaccheo che, non avrebbero potuto fare altro, sono rammaricati di non essere più assessori e consiglieri, lo capisco ma credo che qualche colpa il loro capo la deve pur avere. Fazzone davanti allo schiaffo visto da 12 milioni di italiani ricevuto da Zaccheo non ha mostrato l’altra guancia, cosa che avrebbe fatto, a ruoli invertiti, anche Zaccheo e la “Destra storica” (non quella liberale) richiamata da Cesare Bruni. Vanno a casa ma chi sarà il loro candidato sindaco? Guercio? Galardo? Creo? Maietta? Non è che anche da qui nasceranno tante destre? Mi fa male la testa e guardo il tricolore sul pennone del comune.
Fortuna che ci sta il commissario, mi sa che non era bene quando stavamo bene.  

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