venerdì 23 aprile 2010

L'ARCINORMALE - Commissario e sogni



Lidano Grassucci

Mi sono permesso di scriverle, signor Commissario, come ho già fatto da cittadino e lo rifaccio con lo stesso spirito. Leggo che lei ha promesso di dar corso ai grandi progetti che la passata amministrazione ha messo in campo.
La cosa mi ha colpito, credo che la Sua funzione sia quella che ha lo Stato quando entra in un campo che non è il suo. Sono le comunità che si autogovernano scegliendo liberamente i propri amministratori, lo Stato quando interviene per incapacità di questi deve gestire l’ordinario.
Insomma per noi cittadini di Latina sarebbe straordinario, eccezionale, bellissimo avere per alcuni mesi un “amministratore ordinario”, uno che rende decorose le strade, si occupi delle scuole elementari e medie, di quelle per la prima infanzia. Un Comune che risponda civilmente e celermente alle richieste delle imprese e dei cittadini.
Basta, non ci serve altro signor Commissario. Il resto, se lo riterrà, lo farà il prossimo sindaco che ci sceglieremo litigando, dividendoci, votando sul suo progetto.
L’amministrazione Zaccheo aveva le sue idee, i suoi progetti, ma è “caduta” e si è pure fatta male, quelle idee quei progetti non sono più nel patto che c’era tra i cittadini ed il sindaco.
Signor commissario non ci faccia il porto, non si impelaghi nella metro, chiuda, venda, le società partecipate a cominciare da quel buco nero che è l’intermodale, non ho conoscenza di amministrazioni comunali che si occupino di trasporti merci.
Il resto non ci serve. Ci faccia vivere, almeno per alcuni mesi, con un Comune con i piedi per terra.
Se può per domani faccia un bel manifesto sulla festa della Liberazione, sa per noi liberi di questa città sarebbe un bel segno e lei, funzionario della Repubblica, mi può capire.
Insomma Commissario ci amministri, per i sogni ricominceremo dopo. Perché lei sa che certi sogni se non hanno gambe diventano incubi.

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